Il 2025 si sta confermando come un anno di cambiamenti estremi, non solo a livello globale, ma soprattutto nel settore dell’editoria, dell’informazione e del giornalismo. Questo mondo è sempre più globalizzato e complesso, ed è fondamentale rimanere aggiornati su ciò che accade: è essenziale che tutti noi siamo informati su queste dinamiche. Un tema centrale è l’Intelligenza Artificiale Generativa. Abbiamo visto come questa tecnologia possa influenzare il nostro lavoro, portando con sé questioni etiche e legali che non possiamo ignorare. L’automazione nella produzione di notizie è una delle applicazioni più evidenti dell’IA generativa.
Ma c’è di più. Ne parliamo con Federico Luperi, News Intelligence Director di Volocom, azienda specializzata nel Media Monitoring. Luperi si occupa di digitale da sempre ed è dunque per noi un interlocutore speciale. Luperi: che cosa c’è di più rispetto all’automazione nella produzione di notizie?
“Un altro aspetto è la personalizzazione dei contenuti: oggi è possibile produrre notizie che variano a seconda del destinatario. Un giornalista può creare un servizio che, pur mantenendo il nucleo informativo, viene adattato per diversi lettori. Questo approccio ha un valore economico significativo e crescerà nel tempo, come dimostrano le ricerche del Reuters Institute e le pratiche già in atto da Yahoo Sport. L’analisi predittiva delle tendenze è un altro campo in espansione, con aziende che lavorano per identificare i trend emergenti. È un’opportunità per noi, mentre le interfacce conversazionali
stanno guadagnando terreno. Ad esempio, il Washington Post ha trasformato le sue newsletter in chatbot, permettendo agli utenti di interagire e porre domande”.
E i social network?
“Il panorama dei social media è in continua evoluzione: tre quarti della popolazione mondiale si informa attraverso questi canali: è fondamentale comprendere come i social stiano diventando editori a tutti gli effetti, influenzando il modo in cui le notizie vengono diffuse e consumate”.
Cos’altro?
“Le collaborazioni tra editori e piattaforme stanno aumentando: ricordiamo il Google DNA Fund, che ha finanziato iniziative digitali per gli editori. Attualmente, esiste la e-journalist initiative, con un investimento di 5 miliardi di dollari a livello globale, di cui 1,2 miliardi destinati all’Europa. Infine, le sfide legali legate al copyright sono in aumento. Recentemente, Getty Images ha fatto causa a piattaforme di Intelligenza Artificiale che utilizzano il suo archivio per generare immagini. Secondo il Town Center for Digital Journalism, il 67 per cento dei professionisti dei media ritiene che l’IA migliorerà la qualità delle inchieste giornalistiche. È un segnale positivo, ma richiede da parte nostra un impegno costante per rimanere al passo con i cambiamenti in atto”.
Luperi, questo è un vero e proprio tzunami che sta travolgendo l’intero sistema dei media…
“Un esempio? Dal 30 dicembre, la total audience televisiva considera una clip di YouTube equivalente a un servizio del TG1, e in Italia il consumo di video informativi è significativamente più alto rispetto ad altri Paesi europei. L’importanza dei dati di misurazione è fondamentale. L’editoria mondiale ha commesso un gigantesco errore lasciando i propri contenuti gratuitamente a disposizione. Alcuni, invece, hanno sempre puntato su contenuti a pagamento, pagando un grande dazio per anni con un numero ridotto di utenti, ma concentrandosi su pochi clienti paganti e sulla grande qualità dei contenuti. Oggi, paradossalmente, si trovano avvantaggiati rispetto a un mondo editoriale che sta annaspando da un punto di vista economico.
È cambiato davvero così tanto il mondo digitale?
“Ho iniziato a lavorare nel digitale nel 1996 e ho visto come, a un certo punto, il traffico machine-to-machine ha superato quello umano. Oggi, il numero di contenuti sintetici, prodotti da macchine, sta superando quello creato da esseri umani. Recentemente il CEO di Nvidia ha detto che il 2025 non sarà l’anno dell’Intelligenza Artificiale generativa, ma dell’agentic AI, ovvero dell’Intelligenza Artificiale organizzata su agenti che si auto-organizzano per compiere azioni. Immaginate di poter dare a un bot istruzioni per monitorare il frigorifero e assicurarsi che ci siano sempre determinati alimenti. Questo bot, una volta programmato, potrebbe ordinare autonomamente il latte quando finisce, utilizzando la vostra carta di credito…”