La presidenza del Trump n. 47 finirà il 20 gennaio 2029, una eternità. I primi 100 giorni sono però una scadenza inevitabile da giudicare. Ecco il mio Controcanto di bilancio.
*Immigrazione illegale. Era l’impegno che ha contraddistinto la campagna elettorale ed è stato mantenuto in pieno. Come prova, bastano le cifre dell’agenzia di controllo dei confini (ICE). Le persone che entrano nelle statistiche degli arrivi irregolari sono di varia natura: o arrestate se cercano di entrare in America di nascosto tra i valichi di ingresso; o perché si auto-consegnano agli agenti per fare la richiesta di asilo, motivandola con la situazione invivibile del Paese di provenienza; infine i minori, condotti e abbandonati al confine dalle gang di trafficanti. I numeri: a marzo 2025 ci sono stati 29mila ingressi, mentre nei mesi di marzo degli anni di Biden erano stati 250mila (2022), 259mila (2023), 246mila nel 2024. I soli arresti registrati dalle guardie di confine con il Messico sono stati 7.181 nel marzo 2025, un calo del 95% dai 137.473 del marzo 2024. Il trend descrive un problema risolto. VOTO 10
*Russia-Ucraina. Trump voleva dimostrare d’essere tanto potente da imporre la pace e al primo punto dei suoi proclami aveva sparato “Convincerò Putin e Zelensky a chiudere le ostilità il primo giorno nella Stanza Ovale”. Abbiamo visto come è andata. Il suo argomento lo espose nell’intervista del luglio 2023 a Maria Bartiromo di Fox News: ”Conosco Zelensky molto bene e conosco Putin ancora meglio. E ho avuto un buon rapporto, molto buono, con entrambi. Direi a Zelensky, basta. Devi fare un accordo. Direi a Putin, se non fai un accordo, gli daremo molto (agli ucraini). Gli daremo più di quanto abbiano mai ricevuto, se necessario. Concluderò l’accordo in un giorno”. Trump era convinto che, se fosse stato lui alla Casa Bianca invece di Biden, la Russia nel 2022 non avrebbe aggredito l’Ucraina. Non esiste controprova, ma la realtà va poi affrontata per quella che è. Trump aveva mostrato sicumera nel 2023 con la sparata dell’“accordo in un giorno”, ribadita poi a più riprese fino al fatidico 20 gennaio 2025, primo giorno al potere. Ma quel che è ancora più grave della previsione fallita è che Trump non sta tenendo fede alla minaccia fatta a Putin di super-armare Zelensky. Costringere alla cessazione delle ostilità due parti in guerra richiede la volontà di entrambi, e può essere impossibile. Trump ha però il potere di fare un intervento in proprio. Deve distinguere l’aggressore dall’aggredito – punto su cui è stato tra il falso, l’ondivago e il reticente – e agire come promesso sul piano dell’aiuto militare. Invece non sta “dando molto” a Zelensky, e non sta neppure gravando Mosca delle sanzioni economiche aggiuntive che pure aveva ventilato. “Fermati Vladimir !”, ha intimato dopo i recenti bombardamenti russi che hanno ucciso almeno 12 civili nella capitale Kiev. È stato la copia del presidente Biden quando “intimò” a Putin “Non farlo!”. Imbelli avvertimenti senza punizione per gli attacchi militari crescenti dei russi. È il più basso momento della politica estera di Trump nei primi 100 giorni. VOTO 3.
*Dazi. La decisione di imporli a tutti i Paesi del mondo, annunciata il 2 aprile, ha provocato una caotica fase sui mercati finanziari, con cadute e risalite degli indici che stanno producendo, da quando Trump è alla Casa Bianca, una perdita dell’8% dello S&P500, indice rappresentativo delle maggiori azioni USA. Per gli effetti negativi sulle Borse e la turbolenza nelle economie il VOTO è 4. Le tariffe hanno spinto i partner commerciali – sia avversari sia alleati – a intavolare discussioni con il governo USA per far rientrare le tariffe. Ignoto, ora, il futuro assetto degli scambi commerciali tra gli USA e il resto del mondo che emergerà dalle trattative in corso. Il VOTO è NC, Non Classificato.