Mentre uno fa teatro dell’assurdo, lanciando dazi come dadi in un gioco d’azzardo senza soluzione di continuità, l’altro fa sul serio in una realtà per nulla romanzesca. Lo zar di tutte le Russie offre di “congelare” la guerra e tenere buona, come confine, la linea del fronte. Per ora, e poi dove la sposterà? Il primo arretra continuamente mangiandosi la parola, l’altro avanza inesorabile verso l’Europa. Trump spara dazi e poi dimostra di aver scherzato, Putin invece non scherza affatto. L’ex immobiliarista usa i dazi come armi finanziarie, l’ex agente del KGB usa armi per uccidere, distruggere e conquistare. Due concezioni diversissime del possesso; certamente quella russa è antica ma funziona ancora. La guerra è sempre la guerra sul campo: stiamo tornando indietro, altro che battaglie stellari dei film di fantascienza. In Italia dal dopoguerra ci hanno dato da bere fantapolitica, in Europa solo fanta senza politica. E la fantasia fa brutti scherzi, nel senso che distorce la realtà. “E’ sempre l’ora di una Fanta, l’aranciata d’arancia” era negli anni ’60 il fantasioso slogan per pubblicizzare una finta aranciata, inventata a Napoli, appunto perché in gran parte dell’Europa, a causa dei dazi tra Paesi membri, non potevano arrivare le arance. Poi nel ’68 i dazi sono stati aboliti definitivamente e dal ’93, con la costituzione dell’Unione Europea, le nostre arance se ne sono andate per l’Europa a piede libero. E, benché ora tutti sappiano cos’è una vera aranciata d’arancia, si bevono ancora giornalmente gli intrugli politici propinati dai rappresentanti europei di una agonizzante civiltà occidentale presa tra due fuochi: l’America da una parte e la Russia dall’altra, che nemmeno si rendono conto di farne parte.
Ed ecco allora i politici europei in viaggio a turno verso la Mecca a pregare i ricchi sceicchi di fare da pacieri, dimenticando che ci stanno spedendo i loro pellegrini poveri ad assaltare il Vaticano, cioè la Cristianità che è il credo della nostra civiltà. Perché, parliamoci chiaro: il voto è quantitativo e non qualitativo e le masse anche nel XXI secolo sono ignoranti e hanno bisogno di credere in un dio. Nei Paesi della civiltà occidentale votano l’uomo che a loro sembra un dio, mentre nell’Islam scelgono il dio più forte. Non c’è dubbio che oggi sia Allah, l’istigatore dei musulmani a prendersi l’Europa occupandola e facendo tanti figli per divenire maggioranza. E’ solo questione di tempo. Tra i due litiganti, il terzo gode già.
Bergoglio ben ha espresso questa mancanza di forza della Cristianità, accogliendo i musulmani e schierandosi con i palestinesi. La figura del Papa personifica un dio misericordioso, che accoglie tutti, non certo un dio forte. La vera guerra oggi è la guerra di religione, perché è la religione la radice della cultura e del diritto di un popolo. Si può essere inclusivi, ma solo se si è capaci di dare valore alla propria cultura e farla rispettare, altrimenti si dimostra di essere senza dio e quindi terra di conquista. Sebbene in Europa i non credenti siano circa il 18% della popolazione, ci sembra che per la maggioranza degli europei l’unico dio sia il dio denaro; basta vedere su cosa è fondata l’Europa: sull’euro. E il discorso vale anche per gli americani: “dollar god first”. Che, come accennavamo, è impersonato da Trump. Per l’ennesima volta viene da chiedersi se Dio esista davvero. Od ognuno adori un surrogato, a sua immagine e somiglianza.
Ma ecco una notizia di scienza che mette in crisi la concezione di unicità delle creature di Dio. A 20 anni luce è stato scoperto un nuovo pianeta simile alla Terra, ma tre volte più grande, dove potrebbero esserci condizioni di vita. Apprendiamo così che non siamo al centro del pensiero di Dio. Forse per questo Egli, essendo ogni tanto impegnato altrove, si distrae e arrivano a fare gli dei in terra presidenti come Trump. Tuttavia non possiamo dare tutta la colpa a Dio perché notiamo che, se tutti fossero amorevolmente osservanti come in questi giorni di lutto papale di cui non si parla d’altro, Dio non avrebbe avuto bisogno di riprovare altrove un’altra creazione. Qualche mese fa ero in piazza San Pietro e, per vedere il Papa affacciarsi, non vi dico gli spintoni e le villanie dei fedeli. E del resto il successo della Chiesa è stato proprio quello di illudere anche gli ultimi ad essere i primi per Dio. Ma il pensare “by God I’m the first” si esplica in un esercizio d’arroganza che non può che condurre al conflitto. Non mi stancherò mai di ricordare che questo era l’unico vero peccato per gli antichi Greci, i quali hanno espresso attraverso il pensiero filosofico i valori più alti e democratici della nostra civiltà occidentale, religione a parte. Purtroppo è più facile credere ciecamente che pensare e mettere in dubbio quanto ci danno a bere.