Per fortuna, Cappuccetto Rosso è tornata a Roma sana e salva. Era da tre secoli che finiva nella pancia del lupo; anzi la prima volta ci è finita a letto, come raccontava Perrault nel 1697. Ma stavolta si è fatta furba. Intanto non si è vestita di rosso per non far andare il sangue in testa a lupo Melanio, ma di bianco come l’agnellino sacrificale di Pasqua. Poi si è fatta piccola piccola accanto a lui, ha piegato le spallucce e incurvato la schiena, sedendosi sull’orlo della sedia, a dimostrare il massimo della disponibilità. Conoscendo la sua sensibilità per le uova, merce di difficile reperibilità oltremare, aveva riempito il paniere di uova di ogni colore e gliele ha offerte tutte in un sol colpo, prima ancora che il lupastro ne chiedesse qualcuna. Lui ha aperto le fauci e zac! Pappate tutte, sorprese comprese. E che sorprese pasquali! Si è sistemato in pancia svariati miliardi per l’acquisto di gas, armi e trasloco di imprese italiane. Ma come Meloni ha potuto promettere 10 miliardi di investimenti privati delle nostre imprese cedendole a Trump senza colpo ferire? Certo, emigrando in America non pagheranno dazi, ma chi manterrà i disoccupati italiani? Bel colpo, Cappuccetto, regalare le nostre migliori imprese distruggendo il tessuto produttivo italiano. In compenso il lupo ha riempito di elogi la premier che non gli sono costati un fico secco. Gli italiani poveri non potranno permettersi di emigrare e diventeranno ancor più poveri dovendo pagare lo shopping americano.
Ora è da capire se, quando il lupo arriverà a Bruxelles, a seguito del gentile invito di Cappuccetto, la sua pretesa di acquisto di gas da parte di nonna Europa per 350 miliardi di dollari verrà soddisfatta o se solo il Belpaese di Cappuccetto ottempererà alle proprie scellerate promesse e la nonna verrà mangiata dal lupo. Il che farebbe spaccare l’Europa, come desidera lui.
Nel frattempo è arrivato a Roma il cacciatore, che in quest’epoca è alleato al lupo, perché non si cacciano più pelli di lupo ma dazi di europei. Ovviamente per tenerlo buono, gli si è riempita la pancia di pesce e gli occhi della eterna bellezza della civiltà occidentale. Vance ha mangiato a quattro palmenti il cibo offertogli dagli italiani che una settimana fa aveva chiamato ‘parassiti’, ma che ora ha rinominato ‘persone meravigliose’, poi è entrato in Vaticano scortato da trenta auto a pregare per la risurrezione dell’America dopo tre giorni di permanenza nell’urbe. A offendere gli italiani ci si guadagna. Ma non credo che ci guadagneranno ad offrire l’altra guancia.
Povera Cappuccetto, sempre alla ricerca del padre per il cui apprezzamento si venderebbe la nonna, tanto è malata. Per capire con chi ha a che fare e i rischi che corre, meglio che si rilegga la favola di Perrault il quale alla fine ammonisce: “Da questa storia s’impara che le giovani carine, cortesi e di buona famiglia fanno molto male a dare ascolto a degli sconosciuti. E non è cosa strana se poi il lupo ottiene la sua cena”.
Cappuccetto è tornata a casa con il paniere vuoto alla vigilia della Pasqua. Ma in Italia, per ora, almeno non mancano le uova per festeggiare. Auguro allora, come si fa dalle mie parti: ‘Boni ovi a tutti!’