“Pio, pio voglio un uovo tutto mio. Pio pio voglio un mondo tutto mio”. Una filastrocca per bambini che ci rammenta come la prepotenza sia segno di infantilismo. “Chi troppo vuole, nulla stringe”, mi insegnava nonna Libera.
Trump non riesce a dare le uova agli americani, ma proclama che darà loro il mondo. Eh, le uova non si prendono con la forza come il mondo. Ma entrambi si rompono e poi cosa rimarrà a Trump? Autoproclamatosi salvatore della patria sta portando l’America non verso l’età dell’oro, come aveva promesso, ma verso un isolazionismo pericoloso. Vuole allargarsi territorialmente per prendere le terre rare di cui, secondo lui, l’America non può fare a meno. In pole position l’Ucraina e la Groenlandia, ma – perché no – proseguendo in linea geografica verso Est pure l’Islanda, l’Irlanda, il Regno Unito che peraltro presiede il Commonwealth: 56 Stati, mica male. Poi c’è il resto delle Americhe: Canada, Panama e tutto il Sud. È solo questione di tempo. L’Europa non gli interessa per ora, magari la regala a Putin, se non lo fa più arrabbiare.
L’Italia è salva perché non ha terre rare. È solo una bellezza rara. E del suo patrimonio culturale e paesaggistico a Trump non gliene importa un fico secco. Inoltre l’Italia non ha nemmeno una colonia. Meno male che non ha più l’Abissinia, se no chissà le pretese di Vance sulle miniere d’oro della regina di Saba. Magari fra un po’ vorrà la Sardegna, visto che l’Agha Kan è morto ed è la mecca diportistica dei ricconi. Poi la Sicilia, per ritemprarsi dal freddo della Groenlandia e fare il Gattopardo al sole, decisamente più rilassante della ipotizzata costa turistica di Gaza. E la Corsica perché era di Napoleone. E Creta, Rodi e Cipro per mostrare alla Turchia chi comanda nel Mediterraneo. Si è accorto che la Cina è già proprietaria del porto del Pireo? Non può lasciarle la Grecia, porta Sud-Est dell’Europa. Quanto all’Italia, l’America non la mollerà mai perché significherebbe perdere il vero accesso al Mediterraneo e a tutto il Nord Europa, considerato che ha 7 basi strategiche che però arrivano a 120 tra presidi segreti e non, con un totale di 12 mila militari americani.
Eppure Giorgia ha paura di far la voce grossa e tiene il piede in due staffe, una europea e l’altra americana. Forse vede in Trump l’incarnazione di Zeus, che rapì la giovenca Europa, e quindi è disponibile a fare il cavallo di Troia americano. Al Financial Times ha raccontato che “è infantile scegliere tra USA e UE”. Thornton Wilder scrisse invece che si cresce solo quando si ha il coraggio di scegliere. Un Paese che ha dignità politica si fa rispettare. Fare gli interessi del proprio Paese è questo. Invece Giorgia ha perfino detto che “Vance ha ragione a dire che la UE ha abbandonato il suo impegno a favore della libertà di parola e la democrazia”; del resto la sua matrice politica non è certo democratica. Meloni è brava a raccontarcela, ma i presidenti questo sanno fare, soprattutto i dittatori.
Come una bella donna che vede sfiorire la sua bellezza, l’America vede sfiorire i suoi valori, in primis la libertà. Grazie a Trump e Vance che guardano con odio all’Europa la quale, pure con le sue 16 lingue, prosegue sulla strada della libertà. Si odia chi si sente superiore e l’Europa è superiore per il suo surplus produttivo di 156 miliardi realizzato nello scambio di merci. Perciò va punita con i dazi.
Il mito narra che dal caos si formò l’uovo cosmico da cui scaturì il mondo. Forse la spirale del caos si sta riavvolgendo. Mentre la terra trema in Myanmar, il resto della Terra trema perché il mondo sta per finire nel caos per mano di avidi affaristi e pavidi comprimari. Non so se ci limiteremo a rompere le uova di Pasqua.