Una volta c’erano gli scheletri nell’armadio. Adesso sono rimasti gli armadi, ma gli scheletri sono tutti in libera uscita. E ce ne sono talmente tanti in giro che non si sa più se sono gli scheletri o quelli che si vergognavano di loro e li avevano chiusi sotto chiave. Sono diventati una cosa sola perché hanno trasformato i vizi privati in pubbliche virtù. E li ostentano orgogliosamente. Si giustificano così: perché così fan tutti, perché ho il potere, perché ho i soldi… Perché siete privi di educazione e cultura. Non avete limiti perché non sapete cosa sia un limite. Su Instagram una ragazza giovane e rifatta, uguale a tutte le altre, all’intervistatore che le chiede se va all’università, risponde scandalizzata: “Ma come ti permetti? Io non perdo tempo a studiare. Studiano le brutte, io sono bella e troverò sempre quello che mi mantiene”. Molte l’hanno fatto nei secoli, ma almeno hanno avuto la furbizia o il pudore di non dirlo. No, qui siamo alla stupidità più totale: “Io rimarrò sempre giovane perché investo sulla mia persona”. Non ha ancora capito che si può diventare tutto fuorché giovani. E che prima o poi si finisce nell’armadio, ma quello orizzontale da dove non si uscirà neppure se ci si è conservate come la mummia di Nefertiti la bella.
Domina il mito dell’eterna giovinezza: forever young. Non solo tra i giovani, che si sono sempre sentiti immortali, pure tra le “forever anta”, convinte di dimostrarne 40 ma ne hanno 70. E non trovano più nemmeno uno scheletro da rinchiudere nell’armadio. Più si pompano labbra e guance, più sembrano dei puma cresciuti in cattività nella giungla metropolitana. “Amoreeee, stai benissimo!” non te lo dice il tuo lui, ma il chirurgo estetico dopo averti fatto la bocca storta e le tendine sotto gli occhi, il parrucchiere dopo averti posizionato un carciofo violaceo sulla testa e immancabilmente l’amica che è stata brutta tutta la vita e gode che finalmente sei diventata più brutta di lei. Perché le belle non diventeranno mai più belle, solo più brutte, qualsiasi cosa facciano.
Assistiamo alla riscossa delle brutte diventate almeno chic: capello grigio corto, nasone ma bel sorriso senza labbra pompate, magre e senza quei seni siliconati da nutrice di Romolo e Remo. Ah, la lupa italiana! La madre della patria! Quella che potrà sempre ostentare la propria prole. “Io sono una madre!” Embè? E no, non è banale oggi che i figli si commissionano affittando un utero. La normalità del femminile sta diventando rarità. Considerato anche che di questi tempi gli spermatozoi sono latitanti almeno quanto le uova di gallina. Forse quello che manca davvero è l’Amore. Abbiamo preteso di forzare la natura per i nostri comodi e di comprare figli come uova, alla bisogna. Del resto, a che servono delle mogli con il cervello da gallina come la ragazza citata qui sopra? Tutto sommato c’è da augurarsi che non facciano figli.
A che servono le galline se non fanno più le uova? Non sarà che le galline si sono stancate di doversi spartire il gallo del pollaio? E hanno deciso di andarsene in giro libere, tanto un love non si nega a nessuno, anche se non si prova un briciolo d’affetto. Tutti a riempirsi la bocca di love, come se gli amori fossero tutti uguali. E come si fosse ancora vivi, quando si amavano anche gli scheletri.