In una mossa inquietante che riporta alla memoria le paure più oscure della Guerra Fredda, le Nazioni Unite hanno avviato un’iniziativa scientifica senza precedenti per affrontare una domanda agghiacciante: cosa succede alla Terra — e a noi — dopo una guerra nucleare?
Il Segretario Generale António Guterres ha nominato un panel indipendente composto da 21 esperti internazionali incaricati di studiare l’impatto fisico e sociale di un conflitto nucleare. Dalle zone colpite immediatamente alle conseguenze su scala planetaria, gli scienziati analizzeranno cosa accade nei giorni, nelle settimane e nei decenni successivi a un’esplosione atomica. Il lavoro del gruppo toccherà temi come le radiazioni, il collasso climatico, l’insicurezza alimentare, il tracollo dei sistemi sanitari, il disfacimento sociale e il caos geopolitico.
“Il rischio di una guerra nucleare è oggi più alto di qualsiasi altro momento dalla Guerra Fredda”, ha avvertito venerdì Farhan Haq, vice portavoce del Segretario Generale, durante il briefing quotidiano con la stampa al Palazzo di Vetro. L’iniziativa è stata resa possibile da una risoluzione dell’Assemblea Generale che ha dato mandato ufficiale alla creazione del panel.
Il contesto non potrebbe essere più allarmante: negli ultimi anni, i trattati sul controllo degli armamenti sono crollati, la retorica degli Stati dotati di armi nucleari si è fatta più minacciosa e le tensioni geopolitiche — dall’Europa orientale al Pacifico — hanno riportato il mondo a un pericoloso gioco d’equilibri atomici. Il cosiddetto “tabù nucleare” sta cedendo, e lo scenario un tempo impensabile viene ora apertamente contemplato.
Il gruppo di esperti si riunirà per la prima volta a settembre. Nei prossimi due anni, consulterà scienziati, organizzazioni umanitarie, istituzioni regionali, gruppi della società civile e comunità colpite dalla contaminazione nucleare o dai test atomici del passato. L’obiettivo è presentare all’Assemblea Generale, entro il 2027, un rapporto definitivo: un documento storico che mostri, con rigore scientifico, le conseguenze a catena di un eventuale fallimento del deterrente nucleare.
Organizzazioni come il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) avvertono da tempo che nessun Paese — per quanto sviluppato — sarebbe in grado di gestire le conseguenze di un’esplosione nucleare in un’area urbana. Il nuovo panel dovrebbe confermare ciò che i diplomatici e gli attivisti per il disarmo temono da anni: anche una guerra nucleare “limitata” sarebbe una catastrofe globale.
Mentre il mondo sembra camminare nel sonno verso il baratro nucleare, questa iniziativa dell’ONU è molto più di un semplice progetto scientifico: è un ultimo disperato campanello d’allarme.