In un momento in cui Haiti appare sull’orlo del collasso, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha votato all’unanimità per estendere fino alla fine del 2025 il mandato della sua missione politica sull’isola. La risoluzione 2785, adottata lunedì, rinnova l’autorizzazione all’Ufficio Integrato delle Nazioni Unite ad Haiti (BINUH), riaffermando il sostegno a una soluzione guidata dagli haitiani per uscire dalla crisi politica e umanitaria che sta devastando il Paese.
La decisione arriva mentre le gang armate controllano gran parte della capitale Port-au-Prince. I dati dell’ONU parlano chiaro: nei primi sei mesi del 2025 sono state uccise oltre 4.000 persone e più di 1,3 milioni sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. A peggiorare il quadro, un’impennata drammatica della violenza sessuale, con donne e ragazze vittime di stupri, stupri di gruppo e schiavitù sessuale.
“Ogni nuova ondata di attacchi criminali contro le comunità e le istituzioni di Haiti è un segnale angosciante: il tempo sta per scadere”, ha scritto il Segretario Generale António Guterres in una lettera al Consiglio, sollecitando gli Stati membri a sostenere con urgenza la missione multinazionale di supporto alla sicurezza (MSS), autorizzata nell’ottobre 2023 per assistere la polizia haitiana nel contrasto alle gang.

Il Consiglio, pur mantenendo BINUH come principale presenza ONU sull’isola, ha anche espresso l’intenzione di riesaminare “senza indugio” le proposte avanzate da Guterres per un possibile futuro rafforzamento del ruolo ONU nella stabilizzazione del Paese. Tra i membri del Consiglio, la Cina si è detta disposta a esplorare “soluzioni praticabili” per migliorare la situazione, cercando “il più ampio consenso possibile”.
L’ambasciatore haitiano all’ONU, Pierre Ericq Pierre, ha accolto con favore la proroga della missione, sottolineando l’importanza cruciale del sostegno ONU in vista della transizione politica prevista nel 2026. “Questa estensione deve servire a promuovere un dialogo politico autentico, rafforzare la governance, la sicurezza e la giustizia”, ha affermato, ricordando che BINUH dovrà accompagnare l’attuazione della tabella di marcia nazionale, comprese le riforme costituzionali e le elezioni.
La rappresentante statunitense Dorothy Shea, che ha negoziato la risoluzione insieme a Panama, ha evidenziato l’urgenza di progressi politici tangibili: “Manca meno di un anno alla scadenza della road map del Consiglio Presidenziale Transitorio. Senza il supporto di BINUH, realizzare la visione di una società più forte e resiliente sarebbe molto più difficile”.
La riunione del Consiglio è stata anche l’occasione per accogliere il nuovo capo della missione ONU ad Haiti: Carlos Ruiz Massieu, finora a capo della missione di verifica in Colombia, succede a María Isabel Salvador. Con una lunga esperienza nella diplomazia e nei processi di costruzione istituzionale, Ruiz Massieu sarà ora chiamato a guidare una missione “politica” ma essenziale in un contesto che rischia di precipitare nuovamente nel caos totale.
BINUH è stato istituito nel 2019, dopo la chiusura della lunga missione di peacekeeping MINUSTAH, durata 13 anni. Ma oggi, con le istituzioni haitiane al collasso e una crisi umanitaria fuori controllo, il suo ruolo potrebbe presto trasformarsi in qualcosa di ben più operativo, se il Consiglio deciderà di ascoltare davvero l’allarme lanciato da Guterres.