Dopo i recenti bombardamenti statunitensi contro le installazioni nucleari iraniane, la tensione in Medio Oriente raggiunge un nuovo apice. Rafael Mariano Grossi, direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), ha chiesto lunedì un accesso immediato ai siti danneggiati, sottolineando la gravità dei danni potenziali e la necessità di verifiche indipendenti.
Secondo Grossi, le esplosioni avrebbero colpito con forza notevole gli impianti di Fordow, Isfahan e Natanz, utilizzati per l’arricchimento dell’uranio. A Fordow, in particolare, si registrano crateri compatibili con armi perforanti. “Nessuno, nemmeno l’IAEA, ha potuto ancora valutare i danni sotterranei,” ha affermato Grossi davanti al Consiglio dei Governatori dell’agenzia.
L’Iran, da parte sua, sostiene che i livelli di radiazioni all’esterno dei siti colpiti sono rimasti nella norma. Ma le preoccupazioni restano forti, soprattutto per le scorte di uranio arricchito al 60% — circa 400 chilogrammi — ben oltre il limite del 3,67% previsto dall’accordo nucleare del 2015.
IAEA Director General @RafaelMGrossi addressed the Board of Governors this morning at an emergency meeting regarding the situation in Iran. pic.twitter.com/lqVr07Sqg7
— IAEA – International Atomic Energy Agency ⚛️ (@iaeaorg) June 23, 2025
Nel frattempo, l’offensiva militare continua. Israele ha lanciato nuovi attacchi su obiettivi militari a Teheran e in altre città iraniane, mentre missili iraniani hanno colpito varie località in Israele. Il bilancio umano è pesante: oltre 430 vittime in Iran, in gran parte civili, e 25 morti in Israele, con più di 1.300 feriti. Poi l’Iran ha lanciato 14 missili verso il Qatar, dove c’è la più grande base militare degli USA, ma tutti sono stati intercettati. Le autorità del Qatar così come quelle degli USA erano state avvertite prima da Teheran in modo da poter limitare al massimo i danni. Un segnale preciso che il regime iraniano vuol ancora tenere aperto il canale della mediazione con Trump.
In Iran intanto, la popolazione vive in uno stato di paura e disorientamento. I racconti raccolti dall’ONU parlano di file interminabili per il pane, carenze di carburante, blackout internet e abbandono delle persone più fragili. Molti cittadini con doppia cittadinanza stanno lasciando il Paese. Anche in Israele, i civili colpiti dai missili iraniani raccontano di case sventrate e vite salvate per miracolo.
La IAEA mette in guardia contro i rischi altissimi degli attacchi a infrastrutture nucleari. Anche se gli impianti sono fortificati e situati sottoterra, come Fordow e Natanz, la distruzione delle centrifughe o delle strutture di contenimento può provocare perdite radioattive o dispersione di sostanze chimiche tossiche come l’uranio esafluoruro.
Il pericolo maggiore, però, è rappresentato da eventuali danni al reattore di Bushehr, l’unico impianto commerciale operativo in Iran. “Un attacco a Bushehr potrebbe scatenare una catastrofe regionale,” ha ammonito Grossi, ribadendo che simili operazioni sono proibite dal diritto internazionale.
In un contesto così volatile, il richiamo della IAEA assume una valenza critica. L’urgenza è duplice: evitare un disastro ambientale e riportare l’Iran sotto sorveglianza tecnica. Senza accesso diretto agli impianti, la comunità internazionale resta cieca di fronte a una crisi nucleare che minaccia la sicurezza globale.