Con un Consiglio di Sicurezza convocato d’urgenza venerdì sera, le Nazioni Unite hanno cercato di contenere una delle crisi più esplosive degli ultimi anni in Medio Oriente. L’escalation tra Israele e Iran, scaturita da una serie di raid israeliani contro impianti nucleari e militari iraniani, ha fatto scattare l’allarme a livello globale per le possibili conseguenze su sicurezza regionale, proliferazione nucleare e stabilità internazionale.
Al centro del briefing del Consiglio, il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Rafael Grossi, che ha espresso forte preoccupazione per i rischi legati al bombardamento di siti nucleari. “Tali attacchi hanno gravi implicazioni per la sicurezza nucleare, la non proliferazione e la pace nella regione”, ha detto Grossi, aggiungendo che l’AIEA è in contatto diretto con le autorità iraniane per valutare i danni agli impianti e che è pronto a recarsi sul posto per facilitare ispezioni e garantire la sicurezza.

Grossi ha lanciato un appello accorato alla diplomazia: “Solo il dialogo può garantire una soluzione sostenibile per Iran, Israele, la regione e la comunità internazionale”. Ha anche offerto l’AIEA come piattaforma tecnica neutrale per affrontare la questione, sottolineando la necessità di sostituire l’escalation con il confronto basato su fatti e trasparenza.
Dalla parte delle Nazioni Unite, la vicesegretaria generale per gli affari politici, Rosemary DiCarlo, ha ribadito la condanna del Segretario Generale verso ogni escalation militare e ha invitato Iran e Israele a esercitare la massima moderazione. Ha inoltre ricordato che il confronto armato è arrivato in un momento in cui erano previsti colloqui tra Stati Uniti e Iran in Oman: un’opportunità diplomatica che ora sembra sfumare.
Sul piano degli interventi nazionali, il confronto è stato acceso. L’ambasciatore iraniano Amir Saeid Iravani ha definito l’attacco israeliano un “atto di terrorismo di Stato” e un’aggressione deliberata contro scienziati, militari e civili. “Queste azioni costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale e mettono a rischio milioni di vite umane”, ha detto, accusando Stati Uniti e alleati di complicità.
In risposta, l’ambasciatore israeliano Danny Danon ha difeso l’operazione come “atto di autodifesa nazionale”. Il diplomatico israeliano ha affermato che Israele ha agito con “precisione e intelligenza” per neutralizzare un programma nucleare che minaccia la sua esistenza. “Abbiamo atteso. Abbiamo chiesto alla comunità internazionale di intervenire. Ma siamo stati lasciati soli. Non avevamo altra scelta”, ha dichiarato.
La posizione degli Stati Uniti, rappresentata dal funzionario del Dipartimento di Stato McCoy Pitt, ha insistito sul diritto di Israele a difendersi e ha accusato l’Iran di essere la causa dell’escalation, citando attacchi “non provocati” da parte iraniana contro civili israeliani. “Come ha ribadito il Presidente Trump, l’Iran non deve mai acquisire un’arma nucleare”, ha detto, specificando che Washington non ha partecipato all’operazione ma era stata informata in anticipo.
Russia e Cina hanno preso le distanze dalla narrativa occidentale. L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha condannato fermamente l’attacco israeliano definendolo “non provocato” e un “grave pericolo di catastrofe nucleare”. Ha accusato le potenze occidentali di aver alimentato la crisi, minando gli sforzi diplomatici sul programma nucleare iraniano. Anche la Cina ha richiamato tutte le parti alla moderazione, sollecitando un ritorno al Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA).
Il Regno Unito e la Francia hanno espresso preoccupazione per le conseguenze dell’escalation, sottolineando la necessità di mantenere aperti i canali diplomatici e di garantire la sicurezza dei siti nucleari.
Tra gli altri interventi, da segnalare quello del Pakistan che ha dichiarato che l’Iran ha il diritto di difendersi secondo l’articolo 51 della Carta ONU, e ha accusato Israele di “militarismo unilaterale”. Parole dure anche da diversi Paesi del sud globale, che hanno chiesto un’indagine indipendente e l’immediato cessate il fuoco.
In un clima internazionale già segnato da guerre e instabilità, la crisi tra Israele e Iran riapre scenari drammatici e pericolosi. Ma al Consiglio di Sicurezza, nonostante le forti divisioni, il messaggio comune è sembrato uno: fermare l’escalation prima che sia troppo tardi. Come ha detto Rafael Grossi, “la pace, la sicurezza e la cooperazione non sono mai state così urgenti come ora”.