Se c’è un luogo dove l’Italia continua a contare davvero, è alle Nazioni Unite. Non solo con la sua diplomazia formale – ambasciatori, voti e risoluzioni – ma soprattutto grazie ai suoi funzionari: oltre 200 italiani che, ogni giorno, servono l’ONU da posizioni chiave, contribuendo anche alla proiezione degli interessi strategici del nostro Paese nel cuore del multilateralismo.
Lo hanno ricordato con forza oggi, 6 giugno, al Palazzo di Vetro, i protagonisti della riunione promossa dalla Rappresentanza Permanente d’Italia all’ONU per celebrare i 70 anni dell’adesione italiana all’Organizzazione. Un evento che ha messo al centro proprio loro: le funzionarie e i funzionari italiani attivi in uffici e agenzie dell’ONU – dall’Executive Office del Segretario Generale al Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali, dall’UNHCR all’UNICEF, fino al vertice della missione UNIFIL in Libano, oggi guidata dal Generale Diodato Abagnara.

A dare il tono, l’intervento dell’Ambasciatore Maurizio Massari, che ha ribadito la “valenza strategica” della presenza italiana all’interno delle organizzazioni internazionali, come più volte sottolineato anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Per Massari, questi funzionari non solo promuovono la visione e i valori dell’Italia, ma rafforzano l’intero impianto multilaterale in tempi in cui è sempre più sotto pressione.
Il dibattito, moderato dal presidente UFIOI Alessandro Susini e dalla vicepresidente Maurizia Calò, ha toccato temi cruciali come la riforma dell’ONU (nell’ambito del processo “UN80”), il futuro delle carriere all’interno dell’Organizzazione e persino l’uso dell’intelligenza artificiale in ambito ONU. Un confronto concreto e strutturato, che punta a fare sistema, in vista degli auspicati “Stati Generali dei Funzionari Italiani all’ONU” da tenersi entro la fine del 2025.

L’eco dell’insegnamento dell’indimenticabile Giandomenico Picco, uno dei più brillanti negoziatori italiani nella storia dell’ONU, è ancora forte. Picco, scomparso pochi anni fa, incarnava l’idea che l’Italia possa fare la differenza anche lontano dai riflettori, nelle stanze dove si costruisce la pace, si coordinano le missioni, si salvano vite. In tempi di crisi globale, è anche grazie a questi servitori silenziosi dell’Italia che la sua voce continua a pesare nel Mondo.