Il Palazzo di Vetro dell’ONU ha vissuto mercoledì sera un momento emozionante. Nell’ambito della seconda Giornata Mondiale del Calcio e delle celebrazioni per i 70 anni dell’Italia alle Nazioni Unite, è stata inaugurata la mostra multimediale “Paolo Rossi, un ragazzo d’oro”, co-organizzata dalla Rappresentanza italiana e dalla Fondazione Paolo Rossi.
Una mostra che, tra maglie azzurre, trofei iconici come il Pallone d’oro e la Scarpa d’oro del Mundial, cimeli e visori di realtà virtuale, racconta la vita, la carriera e il lascito di Paolo Rossi, il centravanti simbolo della vittoria dell’Italia al Mondiale del 1982. Presenti alla cerimonia l’ambasciatore italiano Maurizio Massari, Marco Tardelli, la moglie del campione Federica Cappelletti, la figlia Maria Vittoria, e l’ambasciatore libico Taher El-Sonni.
“Oggi raccontiamo una storia che non è solo italiana ma è universale. Pablito è un esempio altissimo di sportività, resilienza, umiltà e impegno sociale per i più deboli” ha dichiarato l’ambasciatore Massari. “Il suo lascito è lo spirito di solidarietà che continua a vivere attraverso la Fondazione che porta il suo nome”.
Toccante il discorso dell’ambasciatore El-Sonni: “Nel 1982 avevo l’età giusta per ricordare bene tre cose: la vittoria dell’Algeria sulla Germania, la magia del Brasile, e i tre gol di Paolo Rossi contro campioni come Zico e Falcao. Quel mondiale ha cambiato la mia vita”.

Momento di grande emozione quando Marco Tardelli ha preso la parola: “Paolo era un amico, abbiamo iniziato da ragazzini insieme nella Juventus e poi in Nazionale. Quando Federica mi ha detto cosa era successo, qualcosa è morto dentro di me. Ero anche arrabbiato con lui, perché non mi aveva detto nulla. Gliel’ho detto: ‘Sono arrabbiato con lui'”.
Alla risposta di Federica Cappelletti, presidente della Divisione Serie A Femminile FIG, si sono commossi in molti: “Voglio chiedere scusa a Marco, perché non dirgli la verità è stato uno dei più grandi rimpianti di Paolo. Aveva speranza di guarire, e non voleva pesare su nessuno”.
Maria Vittoria, figlia del campione, ha ricordato il padre con parole profonde: “Sono fiera di essere la figlia di un uomo che ha dato gloria e orgoglio all’Italia. Ma soprattutto era un papà gentile, presente, paziente. Ha lasciato a me e ai miei fratelli regole di umanità, rispetto, educazione e spirito competitivo sano. Grazie papà per aver reso tutto questo possibile”.
L’evento ha visto anche la partecipazione di Robert Skinner dell’ONU, responsabile dell’iniziativa “Football for the Goals”, che ha sottolineato come il calcio sia oggi parte della strategia dell’ONU per accelerare l’attuazione degli SDGs: “Il calcio muove le emozioni, unisce popoli, crea memoria e può essere una potente piattaforma di cambiamento. Paolo Rossi ha rappresentato tutto questo”.
La mostra resterà aperta al pubblico al Palazzo di Vetro fino al 7 giugno.