Una fragile tregua tra Stati Uniti e ribelli Houthi è entrata in vigore il 6 maggio, aprendo uno spiraglio di speranza per rilanciare il processo di pace nello Yemen. Ma il quadro rimane drammaticamente instabile, segnato da escalation regionali, sofferenze umanitarie senza precedenti e un conflitto che dopo più di dieci anni continua a devastare il paese. È quanto è emerso oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove gli ambasciatori hanno ascoltato il drammatico aggiornamento del Rappresentante Speciale dell’ONU per lo Yemen, Hans Grundberg, e del Coordinatore umanitario Tom Fletcher.
Grundberg ha definito il cessate il fuoco “una necessaria de-escalation” dopo la ripresa dei raid aerei statunitensi contro obiettivi Houthi. Ha elogiato il ruolo dell’Oman nel mediare l’accordo, ma ha avvertito che il conflitto yemenita resta intrappolato nelle tensioni più ampie della regione. Lo dimostrano gli attacchi Houthi contro l’aeroporto Ben Gurion in Israele e le successive ritorsioni israeliane contro il porto di Hudaydah e l’aeroporto di Sana’a.
“L’annuncio del 6 maggio rappresenta un’opportunità che dobbiamo cogliere per riportare il focus sulla risoluzione del conflitto e su un processo di pace guidato dagli yemeniti stessi,” ha dichiarato Grundberg, sottolineando come la sfiducia reciproca tra le parti sia ancora profonda e che alcune fazioni continuano a prepararsi alla guerra, mentre il paese è sull’orlo del collasso economico.
La situazione umanitaria resta tragica. Tom Fletcher, Coordinatore umanitario dell’ONU, ha messo in guardia: “Yemen non è fuori pericolo. La situazione sta peggiorando e i bambini sono le vittime principali”. Ha ricordato che metà dei bambini yemeniti – pari a 2,3 milioni – soffre di malnutrizione, con 600.000 casi di malnutrizione acuta grave.

Fletcher ha spiegato che la malnutrizione non significa solo fame: “Attacca il sistema immunitario, rendendo i bambini vulnerabili a infezioni mortali come polmonite e diarrea”. Yemen ha uno dei tassi di vaccinazione più bassi al mondo: solo il 69% dei bambini sotto un anno è completamente vaccinato, mentre il 20% non ha ricevuto alcuna dose. Questo sta alimentando epidemie di colera e morbillo, con lo Yemen che nel 2024 ha rappresentato oltre un terzo dei casi globali di colera e il 18% dei decessi correlati.
Anche le donne sono colpite in modo devastante: 1,4 milioni di donne in gravidanza o in allattamento soffrono di malnutrizione, mentre 9,6 milioni di donne e ragazze necessitano di aiuti umanitari salvavita.
Fletcher ha lanciato un allarme sul collasso imminente delle operazioni umanitarie: il piano di risposta 2025 è finanziato solo al 9%. “Queste carenze hanno conseguenze reali: quasi 400 strutture sanitarie, inclusi 64 ospedali, rischiano di chiudere, lasciando senza assistenza sette milioni di persone,” ha detto, segnalando che anche i fondi per 700 ostetriche stanno esaurendosi rapidamente e che oltre 2.000 programmi di alimentazione terapeutica sono già stati chiusi.

Nel suo intervento, Grundberg ha anche denunciato nuovamente la detenzione arbitraria di personale ONU e di ONG da parte degli Houthi, sottolineando che “non solo viola il diritto internazionale, ma ha anche creato un clima di paura che mina il sostegno internazionale allo Yemen”. Ha accolto con favore il recente rilascio di alcuni membri del personale diplomatico olandese e di organizzazioni internazionali, ma ha definito questi gesti “del tutto insufficienti”.
Concluso il briefing, Grundberg ha rivolto un messaggio diretto al popolo yemenita: “Vi vedo, vi ascolto, non siete stati dimenticati. Non mi fermerò finché non avremo raggiunto pace e stabilità per lo Yemen” per poi esortare le parti in conflitto “ad avere coraggio e scegliere il dialogo,” ribadendo che l’ONU “non abbandonerà mai il suo impegno per una soluzione negoziata”.