Nell’anno in cui l’ONU celebra gli 80 anni dalla sua fondazione e anche nel 70° anniversario dell’ingresso dell’Italia alle Nazioni Unite, l’ambasciatore italiano al Palazzo di Vetro, Maurizio Massari, dalla sua Napoli lancia un messaggio che, pur nel tono misurato del diplomatico, trasmette un’inquietudine sempre più palpabile: l’ONU è in difficoltà, e con essa l’intero sistema multilaterale, minacciato dal ritorno a logiche di potenza, dalla paralisi del Consiglio di Sicurezza e dalla marginalizzazione dell’Europa. A rendere più evidente questo pessimismo, anche l’assenza crescente dell’ONU dalle vere trattative per la pace, come nel caso dell’Ucraina, dove Stati Uniti e Russia negoziano direttamente, escludendo l’Europa e le Nazioni Unite.

A Napoli, durante una lectio magistralis all’Università Federico II (l’università di cui Massari è alumno nel 2024 ha celebrato 800 anni), l’esperto diplomatico ha sottolineato che “è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa difendere le Nazioni Unite, perché abbiamo bisogno di un mondo fondato sulle regole e sulla cooperazione”. Ma subito dopo Massari ha riconosciuto che l’organizzazione attraversa “un momento complicato”, con sfide globali – dalla sicurezza alimentare all’intelligenza artificiale – che richiederebbero una leadership multilaterale oggi più fragile che mai. Il Segretario Generale Antonio Guterres ha avviato una riforma per rendere l’ONU più snella ed efficace, ma l’ambasciatore ammette che il problema più urgente resta il “ritorno ai fondamentali”: il rispetto della Carta dell’ONU, del diritto internazionale e del diritto umanitario, oggi spesso violati.
In occasione della lectio magistralis, Massari ha ricordato che proprio l’Italia, dal suo ingresso nel 1955, ha sempre visto nell’ONU un punto di riferimento per un ordine internazionale basato sul diritto, sottolineando che “per un Paese di media potenza come il nostro, le regole condivise sono l’unica vera garanzia di sicurezza”.
Durante il suo intervento, l’ambasciatore ha citato anche i numeri della crisi globale: “Oggi ci sono 56 conflitti armati nel mondo che coinvolgono oltre 90 Stati, e solo nel 2024 hanno causato 230 mila vittime”. Ha ripreso le parole di Papa Francesco sulla “terza guerra mondiale a pezzi”, definendo il momento attuale “uno dei più critici dalla nascita delle Nazioni Unite”.
Massari ha parlato anche della frammentazione europea di fronte alla crisi in Medio Oriente, segnalando come “l’Unione Europea si presenta divisa ogni volta che c’è da votare una risoluzione su Gaza: c’è un gruppo filo-palestinese, uno filo-israeliano e poi un nucleo centrale – in cui c’è anche l’Italia – che cerca un equilibrio. Ma la mancanza di una voce unica indebolisce il peso dell’Europa”.

Il suo intervento a Napoli ha riecheggiato le parole – più esplicite – pronunciate due settimane fa alla Columbia University di New York, dove Massari, dialogando con gli studenti italiani, ha lasciato trasparire un senso di disorientamento: Quando sull’Ucraina “per la prima volta, gli Stati Uniti hanno presentato un testo di risoluzione molto breve, senza alcun riferimento all’aggressore, alla vittima, o alla violazione della Carta ONU. E abbiamo visto Stati Uniti, Cina e Russia votare insieme a favore, mentre Francia e Regno Unito si sono astenuti. Questo ci ha davvero spiazzati”.
Massari ha spiegato che l’iniziativa americana, presa dall’amministrazione Trump, ha spiazzato l’Europa, non solo per il contenuto, ma perché negoziata senza coinvolgere gli alleati europei: “Siamo stati messi da parte. Non siamo parte di questi negoziati. Ci informano, sì, ma l’Europa dovrebbe sedere a quel tavolo, perché ha pagato un prezzo molto più alto di quello degli Stati Uniti”.
È una frattura che non si limita alla questione ucraina. Massari non è ottimista sul fatto che l’Europa saprà unirsi davvero in politica estera e difesa, ha detto a New York, lamentando anche la struttura “confusa” dell’UE: “La famosa domanda “qual è il numero da chiamare per parlare con l’Europa” non ha ancora una risposta”.
Nel suo lungo percorso diplomatico – iniziato nell’URSS durante la Guerra Fredda – Massari ha sempre sentito di rappresentare “il lato giusto della storia”. Ma oggi, ha confessato, “il mondo è diventato più complesso. È più difficile distinguere tra giusto e sbagliato. E questo complica anche il nostro ruolo di difensori dei valori occidentali”.
Una consapevolezza amara, che riflette un’epoca in cui l’ONU rischia di diventare irrilevante proprio nel momento in cui sarebbe più necessaria. Massari, da partigiano veterano del multilateralismo, lancia un appello sobrio ma urgente: “Abbiamo bisogno di più diplomazia, non meno. E dobbiamo difendere i nostri valori occidentali in un mondo sempre più complesso”.