Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha lanciato oggi un allarme drammatico sulla situazione ad Haiti, dove la violenza delle gang ha raggiunto livelli senza precedenti. La Rappresentante Speciale del Segretario Generale per Haiti, María Isabel Salvador, ha avvertito i membri del Consiglio che il Paese è sull’orlo del “collasso totale”.
Nel suo intervento, Salvador ha denunciato una campagna deliberata e coordinata da parte dei gruppi criminali per paralizzare Port-au-Prince e assumere il controllo territoriale. Attacchi recenti hanno colpito aree finora relativamente sicure, come Delmas e Pétion-Ville, e l’assalto a Mirebalais ha segnato la quinta evasione da un carcere in meno di un anno.
“La magnitudo della violenza ha seminato il panico tra la popolazione”, ha dichiarato Salvador, riferendo che solo tra febbraio e marzo più di 1.000 persone sono state uccise e 60.000 costrette a fuggire. Con un milione di sfollati già registrati a fine 2024, la crisi umanitaria continua ad aggravarsi.

of the United Nations Integrated Office in Haiti, briefs the Security Council meeting on the question concerning Haiti. (UN Photo/Evan Schneider)
In risposta, molti haitiani hanno formato gruppi di autodifesa, mentre migliaia di cittadini sono scesi in piazza per chiedere maggiore sicurezza. Tuttavia, le capacità delle forze dell’ordine locali rimangono gravemente limitate, e la situazione richiede urgentemente un maggiore supporto internazionale.
Salvador ha rivolto un appello diretto agli Stati membri, sollecitando un rafforzamento della Missione Multinazionale di Supporto alla Sicurezza (MSS), guidata dal Kenya. Autorizzata nell’ottobre 2023, la MSS è stata concepita per affiancare la polizia nazionale haitiana nel contrasto alla violenza armata. Tuttavia, mancano ancora personale, risorse e mezzi per operare efficacemente.
“Il Paese ha bisogno di noi più che mai”, ha ribadito Salvador. “Stiamo raggiungendo un punto di non ritorno. Senza un supporto tempestivo e deciso, Haiti rischia il collasso”.

Oltre alla sicurezza, la crisi sta paralizzando anche i servizi sanitari ed educativi. Più di 900 scuole e 39 strutture sanitarie sono state chiuse a causa dell’insicurezza. Si registrano nuovi focolai di colera, e aumentano gli episodi di violenza sessuale e di genere, in particolare nei campi per sfollati dove le condizioni igieniche e di protezione sono drammatiche.
La situazione ha spinto anche la Francia, che detiene la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza, a prendere una posizione forte. L’ambasciatore francese Jérôme Bonnafont ha dichiarato che Port-au-Prince si sta “avvicinando al baratro” e ha sottolineato che senza sicurezza non ci potrà essere alcun progresso nella transizione politica.
“Dobbiamo impedire che Haiti precipiti nel caos”, ha detto Bonnafont. “La Francia continuerà a sostenere la missione MSS, alla quale ha già contribuito con 10 milioni di dollari, e ha già fornito aiuti umanitari per un valore di 16,5 milioni di euro nel solo 2024”.
Il rappresentante francese (che ha anche letto allo stake-out un comunicato comune con i firmatari degli impegni condivisi su “Donne, Pace e Sicurezza”, in merito alla situazione ad Haiti, insieme ai rappresentanti di Danimarca, Grecia, Guyana, Panama, Republic of Korea, Sierra Leone, Slovenia, Regno Unito) ha inoltre evocato la necessità di rafforzare l’embargo sulle armi e l’applicazione di sanzioni individuali contro coloro che supportano le gang. Ha ribadito il ruolo chiave dell’Ufficio integrato dell’ONU in Haiti (BINUH) nel sostenere gli sforzi locali, chiedendo che venga dotato dei mezzi necessari per adempiere al proprio mandato.
Con voli commerciali sospesi, strade bloccate e risorse umanitarie sempre più limitate, anche le agenzie ONU stanno lottando per mantenere operativa la propria presenza nel Paese. “Anche le operazioni minime diventano insostenibili senza finanziamenti certi e accesso garantito”, ha spiegato Salvador.
Mentre le violenze si estendono a nuove regioni del Paese, il Consiglio di Sicurezza si trova davanti a una scelta cruciale. Come ha sottolineato l’ambasciatore Bonnafont, la crisi ad Haiti non è solo un problema locale, ma una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. “Il tempo per agire è ora”, ha concluso.