Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha lanciato oggi dal Palazzo di Vetro un appello urgente alla comunità internazionale per affrontare la catastrofe umanitaria che sta colpendo il Myanmar, devastato da un violento terremoto e da una guerra civile in corso. “Il Myanmar oggi è teatro di assoluta devastazione e disperazione,” ha dichiarato Guterres ai giornalisti. “Il bilancio dei morti è salito a tremila e continua a crescere, con migliaia di feriti e molti ancora intrappolati sotto le macerie”.
Il terremoto, di magnitudo 7.7, ha colpito il Paese lo scorso 28 marzo, con l’epicentro localizzato nelle regioni centrali. Le conseguenze sono state drammatiche: intere città rase al suolo, ospedali distrutti, ponti crollati. Secondo le stime delle Nazioni Unite, quasi 20 milioni di persone, ovvero una persona su tre in Myanmar, hanno ora bisogno urgente di assistenza umanitaria.
“Questa catastrofe ha reso evidenti le vulnerabilità strutturali che già esistevano,” ha aggiunto Guterres. “Anche prima del terremoto, il Paese era afflitto da crisi politiche, umanitarie e di diritti umani”.
Per coordinare i soccorsi, Guterres ha annunciato l’invio del Coordinatore per il Soccorso d’Emergenza, Tom Fletcher, che sarà operativo da domani sul terreno, e della sua Inviata Speciale Julie Bishop, che visiterà il Paese nei prossimi giorni per “rafforzare l’impegno per la pace e il dialogo”.
“Chiedo alla comunità internazionale di mobilitare immediatamente fondi adeguati alla scala di questa crisi,” ha detto il Segretario Generale. “Serve accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli”.

Il rischio ora è che, con l’imminente stagione dei monsoni, la situazione peggiori ulteriormente. Le agenzie ONU hanno già segnalato pericoli legati a epidemie di colera, dengue e malaria, aggravati dalla distruzione di quasi metà delle strutture sanitarie nelle zone colpite.
Nonostante alcuni annunci di cessate il fuoco temporanei da parte dei gruppi armati, gli scontri continuano in diverse aree del Paese, rendendo difficile far arrivare gli aiuti. Guterres ha accolto con favore le tregue, ma ha ribadito: “La fine dei combattimenti deve portare rapidamente all’inizio di un dialogo politico serio e al rilascio dei prigionieri politici”. Guterres ha invocato un processo politico inclusivo, in cui “tutti i cittadini del Myanmar si sentano rappresentati”, e ha ribadito la necessità di una soluzione duratura che permetta il ritorno sicuro, volontario e dignitoso dei rifugiati Rohingya dal Bangladesh.
“È il momento di unirsi, non solo nel dolore, ma anche dietro una soluzione politica per porre fine a questo conflitto brutale,” ha concluso, senza ancora una volta rimanere per le domande. “Le Nazioni Unite continueranno a lottare per la pace e il sostegno salvavita al popolo del Myanmar, in quest’ora così drammatica”.