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Colpita l’ONU a Gaza, indignazione e richieste di giustizia per le vittime

Ferme proteste di Guterres mentre Israele nega di aver attaccato il complesso e avvia un’indagine sulla morte di un membro del personale ONU

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Colpita l’ONU a Gaza, indignazione e richieste di giustizia per le vittime

UNOPS Executive Director Jorge Moreira da Silva (right) speaking to the press in the Belgian capital, Brussels. (UN Brussels/Jorge Varas Mardones )

Time: 4 mins read

Mercoledì, un’esplosione devastante ha colpito due foresterie delle Nazioni Unite a Deir al Balah, nella Striscia di Gaza centrale, causando la morte di almeno un membro del personale ONU e ferendo gravemente altri cinque. Questo attacco ha scatenato un’ondata di indignazione e dolore tra le Nazioni Unite e la comunità internazionale, mettendo nuovamente in evidenza i rischi mortali che gli operatori umanitari affrontano in zone di conflitto.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha condannato con forza l’attacco, ricordando che il diritto internazionale impone la protezione assoluta del personale umanitario e delle loro strutture. “Gli attacchi alle strutture e al personale ONU sono inaccettabili e costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario,” ha dichiarato Guterres, aggiungendo che l’incidente porta a 280 il numero di membri delle Nazioni Unite uccisi a Gaza dal 7 ottobre 2023.

Farhan Haq, Deputy Spokesperson for the Secretary-General, spoke about the attack on the @UNOPS premises in #Gaza, on Wednesday. https://t.co/Y9pSEHueA1 pic.twitter.com/lBckJ5OMOR

— UN News (@UN_News_Centre) March 19, 2025

Le Nazioni Unite stanno ancora verificando i dettagli dell’attacco, ma il capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i Servizi ai Progetti (UNOPS), Jorge Moreira da Silva, ha chiarito che l’esplosione non è stata causata da operazioni di rimozione di ordigni inesplosi da parte del personale ONU. In una conferenza stampa a Bruxelles, da Silva ha dichiarato senza mezzi termini: “Questo non è stato un incidente, è stato un attacco.”

L’ONU insiste che le strutture colpite erano ben note alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e che erano state “deconflittualizzate”, ossia segnalate come aree di operazione umanitaria. “Tutti sapevano chi lavorava all’interno della struttura: era personale ONU, personale dell’UNOPS,” ha aggiunto da Silva, evidenziando che non ci sono dubbi sulla natura civile della missione.

L’esercito israeliano ha negato di aver attaccato il complesso e ha avviato un’indagine sulla morte di un membro del personale ONU di nazionalità bulgara. Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, ha espresso cordoglio per la vittima ma ha ribadito che le IDF non avrebbero avuto alcun coinvolgimento diretto nell’episodio. Nel frattempo, il ministero degli Esteri bulgaro ha annunciato che fornirà ulteriori informazioni una volta completate le indagini sulle circostanze della morte del suo cittadino.

L’ONU ha richiesto un’indagine completa sull’accaduto e ha ribadito l’urgenza di un cessate il fuoco per porre fine alla sofferenza della popolazione civile. “Gli aiuti umanitari devono raggiungere tutte le persone bisognose e gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni”, ha sottolineato Guterres.

L’attacco alle foresterie dell’ONU arriva in un momento critico per Gaza, dove gli attacchi israeliani sono ripresi con forza all’inizio della settimana, causando centinaia di vittime, inclusi numerosi bambini. Secondo il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, la ripresa delle ostilità “mette nuovamente a rischio milioni di vite”. Ha chiesto con urgenza un cessate il fuoco e il rispetto delle leggi internazionali per garantire la protezione dei civili e degli operatori umanitari.

After 15 months of relentless violence, people in #Gaza are yet again faced with horrific attacks.

Today, another UN colleague was killed and others injured when their guesthouse came under attack.

A ceasefire must be reinstated. pic.twitter.com/9v1ClbsUJq

— UN Humanitarian (@UNOCHA) March 19, 2025

Operare a Gaza è diventato estremamente difficile per le organizzazioni umanitarie. “Abbiamo continuato a operare per il popolo di Gaza nell’ultimo anno e mezzo, ma è molto difficile lavorare in un contesto dove il diritto umanitario internazionale non viene rispettato”, ha affermato da Silva.

Le squadre dell’UNOPS a Gaza forniscono assistenza essenziale a centinaia di migliaia di civili, distribuendo carburante e conducendo operazioni di sminamento e rimozione di ordigni esplosivi. Inoltre, gestiscono il Meccanismo ONU 2720 per Gaza, istituito dal Consiglio di Sicurezza per accelerare la consegna di aiuti umanitari all’enclave. Ma questi sforzi vengono ostacolati dalla costante esposizione al pericolo e dall’assenza di garanzie di sicurezza.

Tom Fletcher, Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore dei Soccorsi di Emergenza (OCHA) da Ginevra ha dichiarato:  “L’uccisione di un collega delle Nazioni Unite e il ferimento di altri cinque in un attacco al nostro complesso dell’ONU – chiaramente designato – a Gaza è oltraggiosa. Piangiamo con la famiglia del nostro collega. E, a loro nome e per coloro che continuano questo lavoro, esigiamo risposte”.

At least one UN staff member has been killed in an explosion at a UNOPS premises in central Gaza. (Photo UNOPS)

“Il diritto internazionale” ha  proseguito Fletcher, è “chiaro. I civili – inclusi il personale dell’ONU e gli operatori umanitari – non devono essere presi di mira. La comunità internazionale deve unirsi a noi nel chiedere un’indagine autentica e responsabilità per quanto accaduto”.

Poi ricordando che ieri è stato “uno dei giorni più mortali a Gaza, centinaia di persone – tra cui molti bambini – sono state uccise nei raid aerei. E, come ho riferito ieri al Consiglio di Sicurezza, da quasi tre settimane Gaza è completamente sigillata: senza cibo, medicine, carburante e gas da cucina”.

Costatando che i progressi ottenuti durante la tregua nel sostenere i sopravvissuti sono stati annullati e le famiglie sono costrette a spostarsi, vivendo ancora una volta nella paura dei bombardamenti e della morte, Fletcher si è appellato a Israele: “il blocco degli aiuti salvavita deve essere revocato”. Ad Hamas: “gli ostaggi devono essere rilasciati”. Ad entrambi i contendenti ricordando che “i civili devono essere protetti”. Infine il cessate il fuoco deve essere rinnovato.

L’ONU e la comunità internazionale chiedono ora risposte concrete e misure immediate per garantire la protezione del personale umanitario. Il Segretario Generale Guterres ha ribadito che “tutte le operazioni militari devono rispettare e dare priorità alla protezione dei civili.”

L’attacco di mercoledì non è un evento isolato, ma fa parte di una lunga serie di episodi che minano gli sforzi per fornire aiuti essenziali alla popolazione civile. Le Nazioni Unite, insieme ai principali attori umanitari globali, continuano a premere per il rispetto del diritto internazionale e per la fine delle ostilità, affinché la popolazione civile di Gaza possa ricevere il soccorso di cui ha disperatamente bisogno.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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