Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, che aveva garantito una tregua di 42 giorni, è crollato, facendo ripiombare Gaza nel peggior bagno di sangue degli ultimi mesi. I raid aerei israeliani hanno colpito con violenza senza precedenti, uccidendo centinaia di civili, tra cui molti bambini, mentre Hamas ha risposto con attacchi missilistici. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) si è riunito martedì d’urgenza a New York, dove i diplomatici si sono scontrati sulle responsabilità e hanno avvertito che gli ostaggi ancora trattenuti da Hamas sono ora in pericolo ancora maggiore.
“Abbiamo visto realizzarsi i nostri peggiori timori”, ha dichiarato Tom Fletcher, Coordinatore per gli Aiuti d’Emergenza dell’ONU (OCHA), nella sua relazione al Consiglio di Sicurezza via video. “I raid aerei sono ripresi su tutta la Striscia di Gaza, e le prime stime parlano di centinaia di morti. I modesti progressi fatti durante il cessate il fuoco vengono distrutti sotto i nostri occhi”.
Il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, ha definito la situazione insostenibile. “La sofferenza a Gaza è intollerabile”, ha dichiarato da Ginevra, chiedendo tre azioni immediate: Il cessate il fuoco deve essere ripristinato immediatamente; gli aiuti umanitari devono poter entrare senza restrizioni; tutti gli ostaggi devono essere rilasciati senza condizioni.
Anche l’Alto Commissario per i Diritti Umani, Volker Türk, da Ginevra ha denunciato la situazione: “Questi ultimi 18 mesi hanno dimostrato che non esiste una soluzione militare a questa crisi. Questo incubo deve finire immediatamente”.
La Rappresentante ad interim degli Stati Uniti, l’Ambasciatrice Dorothy Shea, ha affermato che la responsabilità della ripresa delle ostilità “ricade interamente su Hamas”, poiché il gruppo “ha rifiutato fermamente” ogni proposta e scadenza presentata per estendere il cessate il fuoco. “Hamas ha rifiutato questa offerta, preferendo continuare a tenere in ostaggio prigionieri e a nascondersi tra la popolazione di Gaza, usandola come scudo umano”, ha dichiarato. “Il Presidente Trump ha chiarito che Hamas deve rilasciare immediatamente gli ostaggi o pagare un caro prezzo”, ha proseguito, sottolineando che gli Stati Uniti sostengono Israele nei suoi “prossimi passi”. “Dobbiamo riconoscere la brutalità di Hamas per quello che è”, ha dichiarato, descrivendo gli eventi del 7 ottobre 2023 come “il peggior massacro di ebrei dalla Shoah”, e sottolineando la necessità del rilascio immediato dei 59 ostaggi ancora in cattività.
Il numero due della missione britannica all’ONU, l’ambasciatore James Kariuki, ha criticato l’aumento delle vittime civili e ha chiesto la fine immediata del blocco sugli aiuti. “Il ritorno ai combattimenti porterà solo più morti – civili palestinesi, ostaggi israeliani e soldati IDF. Questo conflitto non può essere risolto militarmente”. Il rappresentante dell’UK ha condannato l’uso degli aiuti umanitari come arma politica e ha insistito: “L’unica via d’uscita è un accordo negoziato per una soluzione a due Stati.”
Il nuovo ambasciatore francese Jérôme Bonnafont, che ha presentato le sue credenziali al Segretario Generale Guterres soltanto ieri, ha condannato l’attacco israeliano, affermando che ha messo in pericolo la vita degli ostaggi e della popolazione civile. “Chiediamo la cessazione immediata delle ostilità. Israele deve proteggere i civili, ripristinare l’accesso all’acqua ed elettricità e consentire l’ingresso degli aiuti umanitari”. La Francia ha ribadito la sua posizione a favore di una soluzione diplomatica permanente.
Il numero due della missione russa all’ONU, l’ambasciatore Dmitry Polyanskiy, ha condannato il blocco totale imposto da Israele e ha chiesto l’immediata revoca delle restrizioni sugli aiuti umanitari. “Non dobbiamo ripetere i nostri errori. Il Consiglio di Sicurezza ha fallito nel proteggere Gaza in passato. Non possiamo permetterci di fallire di nuovo”. Il diplomatico della Russia ha inoltre ribadito il ruolo fondamentale dell’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi: “Senza una soluzione giusta, il Medio Oriente sarà condannato a un ciclo infinito di sangue e violenza”.
L’ambasciatore cinese Fu Cong ha criticato il bombardamento israeliano, descrivendolo come un grave passo indietro per la pace. “La Cina esprime profondo rammarico per la distruzione del cessate il fuoco. La forza militare non porterà la pace”. Il rappresentante della Cina all’ONU ha esortato Israele ad abbandonare l’ossessione per l’uso della forza, affermando: “Punire collettivamente i civili non porterà sicurezza. L’uso indiscriminato della violenza deve finire”.
Parlando a titolo nazionale, Christina Markus Lassen, Ambasciatrice e Rappresentante Permanente della Danimarca all’ONU e presidente di turno del Consiglio, ha sottolineato che un cessate il fuoco per porre fine ai combattimenti e favorire il rilascio degli ostaggi rimanenti è oggi più necessario che mai. Avvertendo delle conseguenze del continuo blocco degli aiuti, ha affermato che la mancanza di forniture ha ridotto drasticamente le razioni alimentari. “I civili di Gaza hanno sofferto abbastanza”, ha aggiunto, chiedendo a Israele di “rispettare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale per garantire la fornitura completa, rapida, sicura e senza ostacoli di assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza”. L’Ambasciatrice Lassen ha dichiarato che il Consiglio ha la responsabilità di agire, ribadendo l’impegno della Danimarca a lavorare urgentemente per una soluzione a due Stati. Ha osservato che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) stanno colpendo le postazioni di Hamas, aggiungendo che “è noto che Hamas continua a utilizzare le infrastrutture civili come basi di lancio”.
La comunità internazionale vede l’evento come il fallimento totale della diplomazia, ma il vice ambasciatore israeliano Brett Jonathan Miller ha difeso l’operazione militare, insistendo che Hamas ha lasciato Israele senza alternative. “Riporteremo a casa ogni singolo ostaggio”, ha dichiarato. “Hamas ha rifiutato di rilasciarli, respingendo ogni proposta degli Stati Uniti e dei mediatori – persino durante il Ramadan”. “Le IDF (Forze di Difesa Israeliane) stanno attaccando obiettivi di Hamas per raggiungere il nostro obiettivo”, ha aggiunto. Miller ha anche ricordato la sorte drammatica degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas:
“Uomini, donne, bambini, anziani – innocenti strappati alle loro case e sottoposti a orrori indicibili. Molti si ritiene siano già morti, mentre altri vengono ancora torturati”.

L’ambasciatore palestinese all’ONU Riyad Mansour ha dal canto suo descritto scene di orrore in corso a Gaza. “Le stesse immagini tornano a perseguitarci. Il fuoco e la paura stanno di nuovo avvolgendo Gaza”. Mansour ha accusato Israele di bloccare deliberatamente gli aiuti umanitari, aggravando una situazione già catastrofica. “Condanniamo questi crimini con la massima fermezza. Il Consiglio di Sicurezza deve agire, o rischia di diventare irrilevante”.
Il diplomatico palestinese ha inoltre chiesto un ritorno immediato al cessate il fuoco e un piano di ricostruzione. “La vita deve prevalere, la libertà deve prevalere, la pace deve prevalere.”
Mentre le bombe continuano a cadere e la diplomazia sembra paralizzata, Gaza è di nuovo sull’orlo del disastro umanitario. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso che questa nuova offensiva è solo l’inizio.