Il mondo sta affrontando un’epidemia senza precedenti di influenza aviaria ad alta patogenicità (H5N1), una crisi che ha già spazzato via centinaia di milioni di uccelli in tutto il mondo e che ora si sta diffondendo rapidamente nei mammiferi. Lunedì, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha lanciato l’allarme, avvertendo che la situazione è precipitata a livelli “senza precedenti”, rendendo necessaria un’azione immediata e coordinata a livello internazionale.
In un briefing di emergenza ai Paesi Membri a Roma, i funzionari della FAO hanno richiesto misure urgenti per rafforzare la biosicurezza, migliorare la sorveglianza e attivare squadre di risposta rapida prima che l’epidemia sfugga ulteriormente al controllo.
Il Vice Direttore Generale della FAO, Godfrey Magwenzi, ha lanciato un monito drammatico: la diffusione incontrollata dell’H5N1 potrebbe avere conseguenze devastanti sulla sicurezza alimentare, la nutrizione, le economie rurali e i prezzi al consumo a livello globale.
“Questa crisi minaccia di avere gravi impatti sulla sicurezza alimentare e sull’approvvigionamento di cibo nei vari Paesi, causando la perdita di un’importante fonte di nutrimento, la distruzione di posti di lavoro rurali e redditi, shock alle economie locali e, ovviamente, un aumento dei costi per i consumatori”, ha avvertito Magwenzi.
Le implicazioni sono enormi. Con miliardi di persone che dipendono dal pollame come principale fonte di proteine, il virus non è solo una questione veterinaria o agricola—è una minaccia diretta alla sopravvivenza delle comunità e alla stabilità economica globale.
Le conseguenze economiche sono già drammatiche. Negli Stati Uniti, dove oltre 166 milioni di uccelli—principalmente galline ovaiole—sono stati abbattuti a causa del virus, il prezzo delle uova ha raggiunto livelli record.
The “unprecedented” spread of #H5N1 avian influenza highlights the urgent need for action, says @FAO.
Losses of millions of poultry and spillover into mammals threaten food security & affordability. Stronger biosecurity & surveillance are critical.https://t.co/pJwKaAD06a
— FAO Newsroom (@FAOnews) March 17, 2025
A febbraio, l’Indice dei Prezzi al Consumo statunitense ha registrato un aumento vertiginoso del prezzo delle uova, aggravando ulteriormente il peso dell’inflazione sulle famiglie.
Situazioni simili si stanno verificando in Europa, America Latina e Asia, dove milioni di animali sono stati abbattuti, causando interruzioni della catena di approvvigionamento, blocchi alle esportazioni e timori di ripercussioni economiche a lungo termine.
Solo quest’anno, oltre 30 milioni di uccelli sono stati abbattuti negli Stati Uniti, con cifre analoghe in molte altre regioni del mondo.
La Vice Direttore Generale della FAO, Beth Bechdol, ha sottolineato che nessun Paese può affrontare questa battaglia da solo, definendo l’H5N1 una “minaccia transfrontaliera” che necessita di una strategia unificata e coordinata a livello globale.
“Una catena è forte solo quanto il suo anello più debole. Lavorando insieme, possiamo ridurre l’impatto dell’influenza aviaria e proteggere sia la salute animale che quella umana—a livello locale e globale”, ha affermato Bechdol.
Per contrastare la crisi, la FAO e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (WOAH) hanno lanciato una Strategia Globale Decennale per la Prevenzione e il Controllo dell’Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità, che mira a rafforzare la preparazione globale, accelerare lo sviluppo di vaccini e migliorare i meccanismi di risposta rapida prima che il virus subisca ulteriori mutazioni pericolose.
Negli ultimi quattro anni, il virus ha raggiunto nuove regioni, infettando oltre 300 nuove specie di uccelli selvatici dal 2021. Le conseguenze ecologiche sono allarmanti, con morìe di massa che minacciano la biodiversità e destabilizzano interi ecosistemi.
Ancora più preoccupante è la crescente capacità del virus di infettare i mammiferi, alimentando il timore che l’H5N1 possa mutare in una forma trasmissibile tra esseri umani. Recenti rapporti indicano infezioni in leoni marini, volpi e perfino animali domestici, sollevando preoccupazioni sulla possibile evoluzione del virus in una nuova minaccia pandemica.
La FAO ha ribadito il suo impegno nel monitoraggio avanzato, nella condivisione dei dati e nel supporto tecnico ai Paesi per contenere il virus.
Tuttavia, i funzionari hanno sottolineato che la lotta contro questa crisi richiede il coinvolgimento attivo del settore privato, in particolare nello sviluppo di vaccini, strumenti diagnostici e servizi sanitari veterinari di alta qualità.
Durante il briefing, è stato lanciato un terzo invito a presentare progetti di finanziamento nell’ambito del Pandemic Fund, ospitato dalla Banca Mondiale. Negli ultimi due anni, la FAO ha co-diretto dozzine di progetti finanziati dal Pandemic Fund, focalizzati sul rafforzamento della sorveglianza delle malattie, lo sviluppo di sistemi di allerta precoce e il miglioramento delle infrastrutture sanitarie per prevenire future epidemie.