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Scintille al Consiglio di Sicurezza Onu tra la “ministra” dell’UE Kallas e la Russia

L'attuale leader estone della diplomazia dell'UE pronuncia una dura condanna delle azioni russe in Ucraina, la piccata replica dell'ambasciatore Vassily Nebenzia

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Scintille al Consiglio di Sicurezza Onu tra la “ministra” dell’UE Kallas e la Russia

Kaja Kallas, High Representative of the European Union for Foreign Affairs and Security Policy, briefs the Security Council meeting on cooperation between the United Nations and regional and subregional organizations in maintaining international peace and security. (UN Photo/Manuel Elías)

Time: 4 mins read

Alla riunione di martedì del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicata al rapporto dell’Unione Europea con l’ONU, ci sono state scintille tra l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea (UE), Kaja Kallas, e l’Ambasciatore russo Vassily Nebenzia. La sessione ha evidenziato le tensioni tra l’UE e la Russia, con entrambe le parti che si sono scambiate critiche taglienti sulla guerra in corso in Ucraina.

Kaja Kallas, ex Primo Ministro dell’Estonia e attuale capo della diplomazia dell’UE, ha pronunciato una dura condanna delle azioni della Russia in Ucraina. Ha espresso preoccupazione per l’erosione delle norme internazionali, affermando:”Vediamo violazioni palesi della Carta delle Nazioni Unite. Vediamo tentativi di sostituire lo Stato di diritto con la legge della forza”. Kallas ha sottolineato il fermo sostegno dell’UE all’Ucraina, affermando che cedere agli aggressori non farebbe altro che generare ulteriore violenza. Ha ribadito che il conflitto potrebbe cessare immediatamente se la Russia scegliesse di ritirare le sue forze, ponendo quindi su Mosca la piena responsabilità per la prosecuzione delle ostilità.

In risposta, l’Ambasciatore Vassily Nebenzia ha accusato l’UE di aver tagliato i rapporti e l’atteggiamento cooperativo con la Russia, trasformandosi in quello che ha definito un “blocco fossilizzato, aggressivo e russofobo”. Ha messo in dubbio la necessità di un coinvolgimento dell’ONU con l’UE, criticandola per essere ipocrita sul rispetto dei diritti umani e sostenuto regimi autoritari.

L’Unione Europea non farà passi indietro nella difesa del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, ha dichiarato Kallas, durante la tesissima riunione. “Il mondo è sottoposto a pressioni senza precedenti… il nostro contesto geopolitico sta cambiando, ma potete contare sull’Unione Europea come il partner più affidabile, credibile e prevedibile delle Nazioni Unite”, ha affermato Kallas, ribadendo il ruolo di guida dell’UE nella difesa della sicurezza globale.

A wide view of the Security Council meeting on cooperation between the United Nations and regional and subregional organizations in maintaining international peace and security. (UN Photo / Manuel Elias)

Kallas non ha usato mezzi termini, definendo l’invasione russa dell’Ucraina nient’altro che una guerra illegale di aggressione, con l’obiettivo di distruggere un altro Stato membro dell’ONU. “Da tre lunghi anni assistiamo a un’invasione su larga scala, non provocata”, ha dichiarato, lanciando poi una sfida diretta a Mosca: “Questa guerra può finire immediatamente se la Russia ritira le sue truppe e smette di bombardare l’Ucraina.”

Ha poi ricordato alla comunità internazionale che la storia insegna una dura lezione: “L’Europa ha imparato dalla sua stessa storia che cedere alle richieste degli aggressori porta solo a più violenza.”

Kallas ha avvertito che la guerra russa ha ripercussioni ben oltre l’Ucraina, destabilizzando i mercati globali di cibo ed energia e coinvolgendo attori pericolosi come la Corea del Nord e l’Iran. “Dobbiamo concentrare tutti i nostri sforzi per ottenere rapidamente una pace giusta e duratura in Ucraina”, ha esortato.

Vassily Nebenzia, Permanent Representative of the Russian Federation to the United Nations, addresses the Security Council (UN Photo/Evan Schneider)

L’Ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha replicato duramente, accusando l’UE di aver abbandonato la diplomazia e di essersi trasformata in un “blocco fossilizzato, aggressivo e russofobo”.

In un tentativo sorprendente di ribaltare la narrativa, Nebenzia ha cercato di dipingersi come la vittima, mettendo in discussione il ruolo dell’ONU nel dare spazio all’UE e accusando Bruxelles di ipocrisia sui diritti umani e di sostenere regimi autoritari.

Passando alla crisi a Gaza, Kallas ha sottolineato l’impegno dell’UE nel garantire che gli aiuti umanitari salvavita raggiungano i civili intrappolati nel conflitto.

“Il cessate il fuoco a Gaza sta reggendo, ma resta fragile”, ha avvertito, aggiungendo che qualsiasi interruzione nella consegna degli aiuti non farebbe che aggravare la catastrofe umanitaria. Con l’UE che si conferma il più grande fornitore di aiuti umanitari ai palestinesi, Kallas ha lanciato un messaggio chiaro: “È imperativo che la consegna degli aiuti umanitari non venga politicizzata o subordinata a condizioni. Qualsiasi blocco della fornitura su larga scala deve essere rimosso.” Ha inoltre riaffermato il sostegno dell’UE a una soluzione a due Stati, definendola “l’unica via” per una pace duratura.

Kallas è stata netta: in un mondo sempre più instabile, l’UE sta rafforzando il suo ruolo globale. Dalle operazioni antipirateria nel Mar Rosso alle missioni di pace in Bosnia ed Erzegovina, fino all’applicazione dell’embargo sulle armi in Libia, l’UE sta agendo concretamente per garantire la sicurezza internazionale. Ha anche sottolineato l’impegno finanziario dell’UE verso l’ONU, ricordando che il blocco contribuisce per un terzo ai finanziamenti di tutte le agenzie delle Nazioni Unite.

Christina Markus Lassen (left), Permanent Representative of Denmark to the United Nations and President of the Security Council for the month of March, chairs the the Security Council meeting on cooperation between the United Nations and regional and subregional organizations in maintaining international peace and security. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Kallas ha lanciato l’allarme su tre minacce sempre più insidiose: terrorismo, disinformazione e attacchi ai diritti di genere, definendoli strumenti di guerra ibrida. “L’ambiente online offre opportunità particolari per manipolare il discorso libero, aperto e democratico a fini politici o economici”, ha avvertito, promettendo che l’UE continuerà a combattere la propaganda e la disinformazione al massimo livello.

Ha poi difeso con fermezza i diritti delle donne, sottolineando il loro legame diretto con la resilienza democratica. Con l’apertura della 69ª sessione della Commissione sullo Status delle Donne e il 30° anniversario della Dichiarazione di Pechino, Kallas ha chiesto un impegno globale più forte per la parità di genere e l’Agenda Donne, Pace e Sicurezza. Quindi Kallas, dopo la riunione, attorniata da quasi tutti gli 27 ambasciatori dell’Unione Europea. ha tenuto uno stake-out con i giornalisti che l’attendevano fuori dal Consiglio di Sicurezza (video sotto).

L’incontro all’ONU ha messo a nudo le profonde fratture tra l’UE e la Russia. Kallas ha ribadito un messaggio forte: l’UE non farà passi indietro, sia nella difesa della sovranità dell’Ucraina, sia nell’assistenza umanitaria a Gaza, sia nella lotta contro l’aggressione autoritaria nel mondo.

La Russia, dal canto suo, ha raddoppiato la sua retorica. Nebenzia ad un certo punto  ha avuto anche un duro scambio con la presidente del Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatrice danese Christina Markus Lassen, accusandola di aver violato le regole stabilite consentendo alla “ospite” Kallas di replicare agli interventi dei Quindici dopo il suo, nonostante  “nessun ambasciatore le avesse posto delle domande”. L’Ambasciatrice Markus Lassen, che abbiamo interpellato  sulla questione alla fine della riunione, ha detto che lei ha solo seguito le regole del Segretariato e che questo era avvenuto già prima.

La battaglia per la narrazione, la legittimità e l’influenza globale è solo all’inizio e la lotta per verità, sicurezza e giustizia non si sta svolgendo solo sui campi di battaglia dell’Ucraina, sta avvenendo anche nei corridoi delle Nazioni Unite.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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