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Un mondo sull’orlo del baratro nucleare: da New York l’ONU lancia l’allarme

Dal 3 al 7 marzo al Palazzo di Vetro si sta tenendo un vertice nel contesto dell'instabilità globale e dell'allarmante normalizzazione delle minacce nucleari

Simone d'AltavillabySimone d'Altavilla
Un mondo sull’orlo del baratro nucleare: da New York l’ONU lancia l’allarme

CTBTO A nuclear test that was carried out on an island in French Polynesia in 1971.

Time: 5 mins read

Con la retorica nucleare in escalation e le tensioni globali che raggiungono livelli allarmanti, le Nazioni Unite lanciano un avvertimento senza precedenti: l’erosione degli accordi sul disarmo nucleare è una bomba a orologeria che potrebbe trascinare l’umanità verso la catastrofe.

“Strumenti fondamentali per il disarmo stanno venendo meno”, ha dichiarato Izumi Nakamitsu, Alto rappresentante dell’ONU per il disarmo, parlando lunedì a nome del Segretario Generale António Guterres durante l’apertura della terza Riunione degli Stati Parte del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). L’incontro, che si svolge dal 3 al 7 marzo presso il Quartier Generale delle Nazioni Unite a New York, si tiene in un contesto di crescente instabilità globale e di allarmante normalizzazione delle minacce nucleari.

L’arsenale nucleare mondiale rimane letale come sempre, con molte nazioni che continuano a investire nella deterrenza e ad ampliare i loro stock di armi atomiche. Nakamitsu ha avvertito che il panorama internazionale sempre più imprevedibile sta alimentando l’ansia pubblica e rafforzando la falsa convinzione che le armi nucleari siano l’unico strumento di sicurezza efficace.

Demonstrators call for a ban on nuclear weapons. (UN file/ ICAN/Tim Wright )

Ma la realtà è un’altra: l’attuale traiettoria non conduce alla stabilità, ma alla catastrofe. Nei dibattiti in corso presso l’ONU, è stato sottolineato il potenziale devastante di un conflitto nucleare, dalle vittime di massa immediate agli effetti irreversibili sull’ambiente e sulla salute globale.

Durante la conferenza stampa tenutasi oggi al Palazzo di Vetro, diversi Stati non nucleari, tra cui Messico e Austria, hanno espresso profonda preoccupazione per la lentezza dei progressi sul disarmo e hanno chiesto misure concrete per rafforzare l’applicazione del trattato e spingere le potenze nucleari a impegnarsi seriamente nel dialogo.

Nonostante l’atmosfera carica di tensione, il capo del disarmo dell’ONU ha sottolineato che esistono motivi di speranza. Il movimento globale per l’eliminazione delle armi nucleari sta guadagnando slancio, con il Patto per il Futuro che ha inserito l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari tra le sue priorità. Inoltre, un forte segnale simbolico è arrivato con il Premio Nobel per la Pace 2024, assegnato all’ONG giapponese Nihon Hidankyo, che da anni lotta per l’eliminazione totale delle armi atomiche.

Anche il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) continua a guadagnare consensi: ad oggi, 94 Paesi lo hanno firmato e 73 lo hanno ratificato o vi hanno aderito ufficialmente. Il trattato proibisce qualsiasi partecipazione ad attività legate alle armi nucleari, comprese la produzione, lo stoccaggio e le minacce d’uso.

Durante la conferenza stampa tenuta al Palazzo di Vetro lunedì, il Primo Vice Ministro degli Esteri del Kazakistan, Akan Rakhmetullin, ha accolto con favore le nuove ratifiche del trattato da parte di Indonesia, São Tomé e Príncipe, Sierra Leone e Isole Salomone. Rakhmetullin, che presiede l’incontro, ha dichiarato: “Stiamo ora lavorando sui documenti finali, sulla dichiarazione conclusiva e sulle decisioni relative ai vari aspetti e sfaccettature del nostro processo.”

Melissa Parke, Direttore Esecutivo della Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN), ha affermato che “il disarmo è assolutamente realizzabile. Di fatto, tra tutte le sfide globali che affrontiamo, questa è la meno complessa. Gli esseri umani hanno costruito le armi nucleari. Gli esseri umani possono smantellarle. Tutto ciò che serve è volontà politica e leadership.” Attualmente, ha aggiunto, “questa leadership proviene dagli Stati Parte del TPNW, dalla società civile, dalle comunità colpite dall’uso e dai test delle armi nucleari, oltre che da parlamentari, scienziati, artisti, città e investitori che stanno disinvestendo dalle armi nucleari.”

La Consulente Legale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), Eirini Giorgiou, ha avvertito che “le armi nucleari continuano a proiettare un’ombra profonda sul nostro futuro comune. Il rischio che vengano utilizzate deliberatamente o per errore è cresciuto in modo esponenziale, alimentato da conflitti in corso, una retorica nucleare aggressiva e vari sviluppi tecnologici.” Giorgiou ha sottolineato che la comunità internazionale ha “il dovere di impedire che l’indicibile accada di nuovo”, e che il TPNW rappresenta una risposta a questa urgenza, in quanto “proibisce le armi nucleari come passo necessario verso la loro eliminazione e fornisce una tabella di marcia realistica per raggiungere questo obiettivo.” Ha aggiunto che “più della metà degli Stati del mondo ha espresso la volontà di essere vincolata dal Trattato e ha aderito alla sua visione di un futuro giusto e pacifico senza armi nucleari. Invitiamo tutti gli Stati rimanenti a fare lo stesso.”

Taraem Taukaro, rappresentante della comunità colpita di Kiribati, dove sono stati condotti test nucleari, ha offerto una testimonianza toccante sulle conseguenze durature di questi esperimenti.”Questi test sono stati condotti 68 anni fa. Gli effetti dannosi persistono, soprattutto per la nostra salute. Mia madre ha sofferto di numerosi problemi, mia sorella maggiore è nata sorda e io ho avuto episodi inspiegabili di svenimenti durante l’adolescenza. Molte altre  famiglie hanno affrontato diversi tipi di cancro, tra cui il cancro cervicale e al seno.”

Il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari è stato adottato il 7 luglio 2017 presso le Nazioni Unite ed è entrato in vigore il 22 gennaio 2021. È stato il primo trattato multilaterale sul disarmo nucleare negoziato dopo più di due decenni.

Il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, ha definito il Trattato “un passo importante verso l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari e una forte dimostrazione di sostegno agli approcci multilaterali al disarmo nucleare.”

Nel corso della terza Riunione degli Stati Parte, i delegati terranno un dibattito tematico sui rischi per l’umanità di un conflitto nucleare e le sue conseguenze umanitarie devastanti. Inoltre, saranno discusse le condizioni attuali e il funzionamento del Trattato, affrontando questioni legate alla universalità, alla totale eliminazione delle armi nucleari, all’assistenza alle vittime, alla bonifica ambientale e alla cooperazione internazionale.

L’incontro di questa settimana all’ONU non è solo una conferenza diplomatica, ma una battaglia cruciale per il futuro del disarmo nucleare. Leader governativi, organizzazioni internazionali e attivisti della società civile stanno tracciando la rotta per il futuro del trattato, con discussioni sui rischi catastrofici di un conflitto nucleare, le conseguenze umanitarie e ambientali, e la necessità di assistenza alle vittime e bonifica delle aree contaminate. Alla fine dell’incontro, si prevede l’adozione di una dichiarazione politica, che potrebbe gettare le basi per un rinnovato impegno globale verso il disarmo nucleare.

Ma la vera sfida deve ancora arrivare. Sebbene molti Stati non nucleari abbiano sostenuto il trattato, le grandi potenze atomiche – tra cui Stati Uniti, Russia e Cina – non lo hanno ancora firmato. Alcuni governi continuano a investire miliardi di dollari nel potenziamento del proprio arsenale, ignorando gli appelli internazionali per il disarmo.

Il messaggio dell’ONU è chiaro: il mondo non può permettersi di restare a guardare. Con le minacce nucleari in aumento e il disarmo in stallo, il tempo per agire sta per scadere. Se i leader mondiali non ascolteranno questo allarme, il futuro potrebbe non offrire una soluzione diplomatica, ma una tragedia irreversibile. La sopravvivenza dell’umanità dipende dalla risposta a questa domanda.

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Simone d'Altavilla

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