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Ucraina, all’ONU una risoluzione USA per la pace senza l'”integrità territoriale”

Anniversario invasione russa: l'amministrazione Trump all'Assemblea Generale con un documento per "fine rapida" del conflitto omettendo il rispetto dei confini ucraini

Simone d'AltavillabySimone d'Altavilla
Ucraina, all’ONU una risoluzione USA per la pace senza l'”integrità territoriale”

10/12/2022: The UN General Assembly adopts a resolution on the “Territorial integrity of Ukraine: defending the principles of the Charter of the United Nations” condemning Russian Federation’s annexation of the four Eastern Ukraine Regions Donetsk, Kherson, Luhansk and Zaporizhzhia. The Resolution is adopted with 143 Votes in favour, 5 against (Belarus, Democratic People’s Republic of Korea, Nicaragua, Russian Federation, Syria), and 35 abstentions. The Assembly demanded that the Russian Federation immediately reverse its decisions of 21 February and 29 September related to the status of the four above mentioned regions. (UN Photo/Rick Bajornas)

Time: 6 mins read

Questo articolo è stato aggiornato sabato, alle 14:00.

Gli Stati Uniti hanno proposto un progetto di risoluzione all’Assemblea generale dell’Onu che chiede “una fine rapida” del conflitto in Ucraina nel quale però non figura il rispetto dell’integrità territoriale del paese. Lo hanno riferito all’Afp fonti diplomatiche.

Questo testo preparato per il terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina contrasta con la risoluzione preparata dall’Ucraina e sponsorizzata già da decine di paesi, in vista del voto di lunedì all’UNGA.  Questa risoluzione americana “è una buon idea” ha commentato l’Ambasciatore russo all’Onu, Vassily  Nebenzia.

Gli Stati Uniti quindi hanno chiesto all’Ucraina di ritirare la sua bozza di risoluzione all’Onu per il terzo anniversario della guerra. Kiev, la cui bozza è stata elaborata con il sostegno dell’Europa, si è rifiutata. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali funzionari britannici e francesi hanno chiesto a Washington di rivedere la sua bozza, incassando il rifiuto americano. In una nota alle capitali, i diplomatici americani hanno comunicato alle controparti europee che gli Usa si sarebbero opposti alla risoluzione ucraina e hanno fatto pressione affinché persuadessero Kiev a ritirare il suo testo.

La risoluzione dell’Ucraina punta il dito contro la Russia, responsabile dell’invasione. La bozza americana di tre paragrafi, invece, si limita a chiedere una “fine rapida” della guerra e faceva riferimento alla «tragica perdita di vite umane nel conflitto fra Russia e Ucraina». Il segretario di Stato, Marco Rubio, ha confermato che gli Stati Uniti hanno presentato la loro risoluzione e ha chiesto a tutti gli stati membri dell’Onu di unirsi. Il Dipartimento di Stato aveva convocato un briefing con la stampa venerdì, ma lo ha poi improvvisamente cancellato. Uno dei diplomatici che ha parlato con il Wall Street Journal ha riferito che la percezione fra i colleghi europei è che gli Stati Uniti si stiano arrendendo alla Russia. A sostenere la risoluzione ucraina erano infatti pronti 110 Paesi, una chiara maggioranza. Nella lettera inviata alle capitali europee, gli Stati Uniti hanno affermato di aver “chiesto all’Ucraina di ritirare la sua bozza di risoluzione e unirsi a quella americana che sarebbe potuta passare per consenso e che guardava avanti concentrata su un’unica semplice idea: finire la guerra”.

Giovedì era già emersa la notizia che, secondo fonti della Reuters,  l’amministrazione Trump si opponeva alla definizione della Russia come Paese “aggressore” nella bozza di risoluzione Onu appunto preparata dall’Ucraina per lunedì. Una notizia  ben accolta subito dal ministro degli Esteri russo Sergi Lavrov che ha detto che il rifiuto da parte degli Stati Uniti di essere co-autori di una bozza di risoluzione dell’Onu in cui si condanna l’invasione russa a tre anni dallo scoppio della guerra dimostra il “pragmatismo” della politica estera dell’amministrazione Trump. Parlando con la stampa dopo la riunione del G20 a Johannesburg, Lavrov ha detto: “Questa è la prova del pragmatismo come essenza della politica dell’amministrazione di Donald Trump”, ha detto Lavrov, definendo la risoluzione Onu “senza scopo e senza sbocchi”.

È un clamoroso capovolgimento di posizione quella dell’amministrazione Trump verso l’Ucraina. Lo stesso presidente americano ha rincarato gli attacchi a Zelensky continuando a ripetere gli insulti e le minacce. Trump aveva già detto che  Zelensky era un “comico di modesto successo” e un “dittatore non eletto” che “si rifiuta di indire elezioni” e che dovrebbe “muoversi rapidamente se non vuole perdere i territori che gli sono rimasti” perché “la guerra sta andando nella direzione sbagliata”. Quindi ha ricalato la dose anche oggi ripetendo che sono i russi ad avere “le carte in mano”.  Zelensky aveva tentato ieri un riavvicinamento a Trump scrivendo su X: “L’Ucraina è pronta per un accordo forte ed efficace di investimenti e sicurezza con il presidente degli Stati Uniti. Abbiamo proposto il modo più rapido e costruttivo per ottenere risultati. Il nostro team è pronto a lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7”, dicendosi grato agli Usa “per tutta l’assistenza e il supporto bipartisan” all’Ucraina.

Ukraine is suffering heavy damage to infrastructure that will be costly to repair or rebuild. (© UNDP/Oleksandr Ratushniak Ukraine is suffering heavy damage to infrastructure that will be costly to repair or rebuild. (Photo UNDP/Oleksandr Ratushniak)

Intanto l’ONU fa i calcoli dei costi umani costati in Ucraina. Nei quasi tre anni dall’invasione russa, la popolazione ucraina ha subito attacchi continui, terrore psicologico, sfollamenti e difficoltà, ha dichiarato venerdì il coordinatore umanitario dell’ONU, Matthias Schmale. Durante un briefing dalla capitale ucraina Kyiv, dopo un’altra notte di sirene aeree ed esplosioni, Schmale ha ricordato che la crisi è iniziata nel 2014, con l’annessione illegale della Crimea da parte della Russia. “Tutti i bambini nati da allora – fino agli 11 anni di età – non hanno mai vissuto un momento di pace nel loro Paese,” ha detto il funzionario dell’ONU.

Secondo l’Ufficio ONU per il coordinamento degli aiuti umanitari (OCHA), nel 2024 le vittime civili sono aumentate del 30% rispetto al 2023. Oltre 12,7 milioni di persone (il 36% della popolazione ucraina) necessitano di aiuti umanitari quest’anno. “Le forze armate russe stanno avanzando lungo la linea del fronte e le evacuazioni sono in corso,” ha spiegato Schmale.
“Forniamo beni essenziali, compresa assistenza economica, mentre le persone vengono trasferite in centri di transito e rifugi collettivi”.

“We should remember that for 3 years, civilians in #Ukraine have endured continuous attacks, displacement, hardship. We must also remember that this began in 2014.” –@UN_Ukraine

“No place is safe: schools, maternity wards, children’s hospitals have all been attacked.” –@UNICEF pic.twitter.com/GQ3wglXw8R

— United Nations Geneva (@UNGeneva) February 21, 2025

Parlando da Zaporizhzhia, Toby Fricker, responsabile della comunicazione dell’UNICEF in Ucraina, ha denunciato che oltre 2.520 bambini sono stati uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione su larga scala. “Il numero reale è probabilmente molto più alto e la situazione sta peggiorando,” ha detto Fricker. Nel 2024 il numero di bambini uccisi o feriti è aumentato del 50% rispetto al 2023. “Nessun luogo è sicuro: scuole, reparti maternità, ospedali pediatrici sono stati tutti colpiti dagli attacchi russi,” ha affermato.

Evidenziando il ruolo cruciale delle donne ucraine “oltre il campo di battaglia”, la direttrice dell’ONU Donne a Ginevra, Sofia Calltorp, ha sottolineato il peso che “le donne e le ragazze sopportano per questa guerra”. Nel 2024 le vittime civili sono aumentate del 30%. Tra queste, 800 donne hanno perso la vita e oltre 3.700 sono rimaste ferite. Inoltre, la maggioranza dei rifugiati e degli sfollati interni è costituita da donne: 6,7 milioni di loro necessitano di aiuti umanitari vitali.

In merito alla sospensione dei fondi statunitensi agli aiuti umanitari, il coordinatore umanitario dell’ONU in Ucraina, Matthias Schmale, ha espresso speranza che il finanziamento USA venga ripristinato. “L’anno scorso, gli Stati Uniti hanno finanziato il 30% del nostro bilancio per gli aiuti umanitari e il 10% per lo sviluppo. Siamo preoccupati per il blocco dei finanziamenti, ma le discussioni sono in corso”. Nonostante alcune esenzioni concesse a partner umanitari all’interno dell’ONU, “nessun fondo è ancora stato erogato”, ha detto Schmale.

Oltre agli attacchi ripetuti alle infrastrutture energetiche ucraine, sono stati presi di mira anche ospedali e scuole. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 780 centri sanitari e oltre 1.600 scuole sono stati danneggiati o distrutti. “A Odessa, questa settimana, una clinica che assisteva 40.000 bambini e un asilo con 250 bambini sono stati gravemente danneggiati in un attacco,” ha riferito Jarno Harbicht, rappresentante dell’OMS in Ucraina.
“Quando un ospedale pediatrico viene colpito, una scuola bombardata o la rete elettrica distrutta, i bambini soffrono, anche quando sopravvivono”.

I milioni di ucraini colpiti dalla guerra vivono un trauma psicologico devastante, ha avvertito l’OMS: “Immaginate una giovane madre nella regione di Kharkiv: le sue giornate sono interrotte dalle sirene aeree, le notti dai droni. Ogni giorno è una lotta tra proteggere i suoi figli e gestire l’ansia, che è diventata la sua compagna costante”.

La Missione ONU per il monitoraggio dei diritti umani in Ucraina (HRMMU) ha confermato che dal 24 febbraio 2022, sono stati uccisi oltre 12.654 civili e quasi 30.000 sono rimasti feriti. L’84% delle vittime si è verificato nei territori controllati dal governo ucraino, mentre il 16% in quelli occupati dalla Russia. “Tre anni di conflitto hanno portato a continue e gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale,” ha affermato Danielle Bell, capo della missione HRMMU. “Con l’aumento delle vittime civili, i diritti umani di tutti i colpiti dal conflitto devono rimanere al centro di qualsiasi negoziato per una pace sostenibile”.

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