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All’ONU l’appello dei medici tornati da Gaza: “Migliaia di bambini feriti moriranno”

Incontro con Guterres e poi la conferenza stampa di quattro specialisti americani di Crisis Action che descrivono il dramma degli ospedali privi di tutto

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 5 mins read

A Gaza migliaia di bambini moriranno entro poche settimane perché le loro ferite restano non curate. Con questo drammatico appello quattro medici americani di Crisis Action – Thaer Ahmad, Ayesha Khan, Feroze Sidhwa e Mahmooda Syed – hanno raccontato ai giornalisti delle Nazioni Unite a New York la loro esperienza nella Striscia di Gaza.

Parlando giovedì al Palazzo di Vetro in una conferenza stampa organizzata dall’UNCA, l’associazione dei corrispondenti dall’ONU, i quattro medici hanno condiviso le loro esperienze dirette con i pazienti nella Striscia di Gaza  con accuse precise nei confronti d’Israele che è stata anche accusata di aver “normalizzato l’uccisione degli operatori sanitari”. Questo non sarà un problema solo a Gaza, “sarà un problema in tutto il mondo”, ha affermato il dottor Thaer Ahmad, medico del pronto soccorso di Chicago.

Dr. Ahmad, che si trovava all’ospedale Nasser di Khan Younis, nel sud di Gaza, dal gennaio 2024, ha dichiarato che “indossare un camice bianco” non lo ha protetto dal diventare un bersaglio, spiegando che “non solo il sistema sanitario è stato preso di mira, ma anche i medici, gli infermieri, i paramedici, i soccorritori – loro sono stati presi di mira. Sono stati uccisi”.

Dr. Ahmad ha ricordato la “sparizione forzata” del medico Gazawi Hussam Abu Safiya, citandolo come esempio degli attacchi di Israele contro gli operatori sanitari. Dr. Abu Safiya è stato arrestato dalle forze israeliane insieme ad altri durante un raid del 27 dicembre all’ospedale Kamal Adwan nella Striscia di Gaza.

Il chirurgo traumatologo e di terapia intensiva, Dr. Feroze Sidhwa, ha detto: “Il sistema ospedaliero è stato attaccato in modo diretto, e ogni singolo ospedale è stato colpito e saccheggiato più volte”, ha affermato, aggiungendo che nell’ospedale europeo di Khan Younis, dove ha prestato servizio come volontario, c’erano 250 pazienti, metà dei quali bambini piccoli. Dr. Sidhwa ha dichiarato che un operatore sanitario su 20 a Gaza è stato ucciso, aggiungendo che “non solo le strutture sono state distrutte, ma anche il capitale umano e le risorse umane”.

Nine-year-old Palestinian child Younis Jumaa, suffering from malnutrition, lies on the floor over a blanket at Nasser Hospital in Khan Yunis, southern Gaza Strip, 08 July 2024. The World Health Organization (WHO) stated that Palestinians in Gaza constitute around the 80 percent of all people facing famine worldwide. EPA/HAITHAM IMAD

Intanto le condizioni ambientali e sanitarie a Gaza sono catastrofiche: ”Le strade sono distrutte – ha spiegato Dr. Syed, dell’Università di Washington – il sistema idrico è distrutto e contaminato. La rete elettrica è completamente distrutta, per cui dobbiamo fornire assistenza medica in queste condizioni”. “Dobbiamo improvvisare continuamente e trovare soluzioni”.

Dr. Khan, medico specializzata in emergenze per Stanford University, ha messo in confronto la sua esperienza a Gaza con le altre aree crisi nel mondo: “Ho visitato diverse regioni nel mondo e non ho mai visto quello che ho trovato a Gaza. Non dimenticherò  mai i pazienti che ho visto. La cosa che più mi ha sconvolta sono stati i bambini. La maggioranza di quelli che erano ricoverati avevano tra i cinque e i sei anni e ferite da esplosione o da proiettili”.

Dr. Khan ha mostrato ai giornalisti le terribili immagini di bambini feriti e malnutriti. “Ci sono ormai bambini che se anche non cadesse più una bomba su Gaza o non si sparasse più, moriranno ugualmente e la ragione è perché non hanno il nutrimento e le medicine adeguate per guarire”.

Dr. Sidwa, direttore al San Joaquin General Hospital di Stockton, California, ha così raccontato: “Sono un chirurgo specializzato in traumi. Sono stato a Gaza dal 25 marzo all’8 aprile del 2024. Dopo essere tornato, ho scritto un articolo per il New York Times riguardo cosa 65 dottori e infermieri americani hanno visto a Gaza”. “Ho lavorato – ha aggiunto – in Ucraina per conto del dipartimento di Stato, ad Haiti, Zimbabwe, Burkina Faso, ma non ho mai visto un posto come Gaza in vita mia”.

La conferenza stampa al Palazzo di Vetro dell’ONU organizzata dall’UNCA con i medici americani di Crisis Action tornati da Gaza: Ayesha Khan, Feroze Sidhwa, , Mahmooda Syed e Thaer Ahmad (Foto VNY)

Sidwa ha ricordato gli ospedali con il personale decimato dagli attacchi israeliani, che non hanno risparmiato i macchinari vitali per i pazienti, inclusi quelli per i bambini. “Quando sono stato all’European Hospital c’erano 250 persone, metà di loro erano bambini molto piccoli, che avevano bisogno di cure quotidiane per le loro ferite. C’erano solo quattro unità operative. Come potevamo occuparci di 250 persone con quattro unità?Circa 2500 bambini che sono a rischio imminente di morte nelle prossime setitmane. Alcuni stanno morendo ora, altri lo faranno domani o il giorno dopo. Ma questo gruppo di 2500, che fa parte dei 25 mila pazienti a Gaza che hanno bisogno di cure, deve essere evacuato e portato in strutture adeguate”.

Sidwa ha ricordato il caso di un bambino di tre anni e mezzo che sta guarendo da ustioni, ma quelle ferite rischiano di attaccare i tessuti, in assenza di cure quotidiane, e la situazione sta peggiorando. Il piccolo sembra condannato a morire nelle prossime settimane.

Promettendo di “non dimenticare mai nessuno dei pazienti” di Gaza, la dottoressa Ayesha ha affermato che “la maggior parte dei pazienti che arrivavano al pronto soccorso erano bambini di cinque o sei anni con ferite da esplosione o da proiettile.”

Facendo riferimento al cessate il fuoco a Gaza, il Dr. Ahmad ha avvertito del rischio che le persone possano morire “inutilmente” a causa della mancanza di forniture mediche necessarie per entrare e circolare nella Striscia. “In base a questo accordo di cessate il fuoco, dovrebbe essere previsto un meccanismo per le evacuazioni mediche. Non abbiamo ancora visto un processo definito,” ha aggiunto. Ha denunciato la “disumanizzazione” dei palestinesi e ha sostenuto che il diritto umanitario internazionale e i diritti umani “si fermano sulle coste di Gaza.”

La dottoressa Khan ha detto che “la maggior parte dei bambini non ha più genitori”. “Ci sono 2.500 bambini che devono essere evacuati immediatamente o moriranno nelle prossime settimane”, ha avvertito. Ha sottolineato che “non esiste alcun processo in atto” per le evacuazioni mediche e che “non c’è nemmeno una discussione su chi possa accompagnare questi bambini.” Notando inoltre che non è chiaro se coloro che sono stati evacuati potranno mai tornare, ha affermato: “Sappiamo che il caos in un sistema medico aumenta la mortalità del 30%. Creando confusione, incertezza, caos, si sta creando una macchina di morte più efficace del 30%”. Khan ha fatto un appello affinché venga istituito un sistema centralizzato e che il COGAT (Coordinamento delle Attività Governative nei Territori, l’ente militare israeliano) dovrebbe stabilire per iscritto quali forniture mediche possano entrare a Gaza. Anche la dottoressa Syed ha detto che il COGAT non documenta nulla per iscritto e ha richiesto “responsabilità” per il rifiuto di fornire cure mediche ai bambini.

Il dottor Sidhwa ha evidenziato l’importanza dell’UNRWA (l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi che Israele ha messo fuorilegge) e ha affermato che “mantiene in vita le persone nella Striscia di Gaza”.

Secretary-General António Guterres (centre) meets with a delegation of Doctors from Gaza Strip Hospitals. (UN Photo/Eskinder Debebe)

La dottoressa Mahmooda Syed, specialista in medicina d’emergenza dello stato di Washington, ha parlato ai giornalisti dell’incontro avuto giovedì con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, dichiarando che Guterres “si è impegnato” a indagare sulla detenzione del dottor Hussam.

Guterres ha condiviso l’incontro con i medici americani sul suo account sui social media: ”Sono rimasto profondamente colpito dalle loro testimonianze e impressionato dalla dedizione di quattro medici americani che hanno lavorato a Gaza”, ha dichiarato. “2.500 bambini devono essere immediatamente evacuati con la garanzia che potranno tornare alle loro famiglie e comunità”.

I was deeply moved by the testimonies and impressed by the dedication of 4 American doctors that have worked in Gaza.

2,500 children must be immediately evacuated with the guarantee that they will be able to return to their families and communities. pic.twitter.com/X9VlRECWMu

— António Guterres (@antonioguterres) January 30, 2025

Ricordando le parole di Guterres che ha descritto Gaza come un “cimitero per bambini”, la dottoressa Syed ha affermato: “Questo è esattamente ciò che abbiamo visto. Abbiamo assistito a condizioni disperate”. Ha spiegato di aver cercato di curare un bambino di quattro anni colpito alla testa da un proiettile con quasi nessuna fornitura medica essenziale, sottolineando: “Nessun bambino dovrebbe avere un proiettile.” Notando che il COGAT ha bloccato l’ingresso di forniture mediche senza fornire alcuna giustificazione, ha raccontato di aver salvato la vita di un bambino usando uno strumento per l’esame della gola che aveva introdotto di nascosto.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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