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“Crudeltà” contro i palestinesi di Gaza, ma Israele replica: non c’è carestia

A Consiglio di Sicurezza l'ONU accusa gli israeliani dei "più gravi crimini internazionali", ma per l'ambasciatore Danon è solo "ossessione di denigrare Israele"

Simone d'AltavillabySimone d'Altavilla
“Crudeltà” contro i palestinesi di Gaza, ma Israele replica: non c’è carestia

Danny Danon, Permanent Representative of Israel to the United Nations, addresses the Security Council meeting on protection of civilians in armed conflict. (UN Photo/Evan Schneider)

Time: 5 mins read

Joyce Msuya, capo ad interim dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (Ocha), davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato martedì la “crudeltà quotidiana” subita dalla popolazione della Striscia di Gaza sotto l’assedio e i bombardamenti di Israele, definendo “atti che ricordano i più gravi crimini internazionali”. “Abbiamo condannato la morte, la distruzione e la disumanizzazione dei civili di Gaza che sono stati cacciati dalle loro case, privati del loro senso di appartenenza e della loro dignità, costretti ad assistere all’uccisione di membri della famiglia, bruciati e sepolti vivi”, ha dichiarato Msuya. “Le parole ‘bambino ferito, nessuna famiglia sopravvissuta’ sono state scritte sulle braccia dei bambini feriti. La maggior parte di Gaza è ora un campo di rovine”, ha aggiunto, sottolineando anche la diffusione della fame nella striscia.

“Stiamo ormai assistendo ad atti che ricordano i più gravi crimini internazionali”, ha dichiarato Msuya. “L’ultima offensiva israeliana, iniziata il mese scorso nel nord di Gaza, rappresenta una versione intensificata, estrema e accelerata degli orrori dell’ultimo anno”, dall’inizio delle rappresaglie israeliane per l’attacco di Hamas, il 7 ottobre 2023, ha proseguito la funzionaria Onu. “La crudeltà quotidiana che vediamo a Gaza sembra non avere più limiti” e le condizioni di vita nel territorio palestinese :non sono adatte alla sopravvivenza umana”, ha insistito Msuya.

Joyce Msuya, Acting Under-Secretary-General for Humanitarian Affairs and Emergency Relief Coordinator at the Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), addresses the Security Council meeting on protection of civilians in armed conflict. (UN Photo/Evan Schneider)

La riunione d’emergenza del Consiglio è stata dedicata all’allarme lanciato pochi giorni fa dalla Classificazione integrata della fase di sicurezza alimentare (IPC), che ha avvertito di “un’imminente e sostanziale probabilità di carestia”. “A ottobre, la distribuzione giornaliera di cibo è diminuita di quasi il 25% rispetto a settembre”, ha osservato Msuya.

Il Segretario generale aggiunto per i diritti umani Ilze Brands Kehris, nel suo intervento ha dichiarato al Consiglio di sicurezza che “le severe restrizioni imposte da Israele all’ingresso e alla distribuzione di beni e servizi necessari per la sopravvivenza della popolazione civile comportano il rischio di carestia e fame a Gaza”.Brands Kehris ha affermato: “La condotta delle ostilità da parte di Israele ha distrutto le infrastrutture civili di Gaza, compresi luoghi che hanno uno status protetto ai sensi del diritto internazionale, ospedali, scuole e servizi vitali, tra cui elettricità, acqua e fognature”, contribuendo “direttamente al rischio di carestia di cui si discute oggi”.  Brands Kehris quindi ha affermato: “esiste una forte probabilità che la carestia sia imminente. Questa orribile possibilità non può essere separata dagli incessanti attacchi ai diritti umani dei civili. Nelle ultime cinque settimane, l’esercito israeliano ha condotto attacchi che hanno provocato massicce vittime civili nel nord di Gaza, colpendo in particolare donne, bambini, anziani, malati e persone con disabilità, molti dei quali sarebbero intrappolati dalle restrizioni militari israeliane. e attacchi alle vie di fuga”.

Brands Kehris ha aggiunto: “ricordiamo ancora una volta che l’uso della fame della popolazione civile come metodo di guerra è severamente proibito dal diritto internazionale umanitario” sottolineando che “il modo in cui l’esercito israeliano sta conducendo le operazioni nel nord di Gaza suggerisce non solo che le azioni di Israele stanno cercando di svuotare il nord di Gaza dei palestinesi sfollando i sopravvissuti a sud, ma indica ulteriori gravi rischi di atrocità dei più grandi natura seria”.


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Il direttore delle emergenze e della resilienza dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), Rein Paulsen, ha dichiarato al Consiglio che “i sistemi agroalimentari sono crollati nella Striscia di Gaza” e “la produzione alimentare locale è stata decimata”. Paulsen ha affermato che “il 70% dei terreni coltivati, che contribuiscono fino a un terzo del consumo giornaliero, sono stati danneggiati o distrutti da quando l’escalation delle ostilità è iniziata lo scorso anno” mentre “la produzione animale è stata devastata, con quasi il 95% dei bovini e più della metà delle greggi di pecore e capre ormai morti”. Queste perdite di animali, ha detto, “hanno impedito l’accesso a fonti essenziali e nutrienti di proteine ​​e latte, oltre a devastare i mezzi di sussistenza delle persone”.

Ma l’ambasciatore israeliano Danny Danon, nel suo intervento  ha affermato che non esiste una carestia imminente a Gaza e che il rapporto IPC [Integrated Food Security Phase Classification] non contiene un’analisi corretta. “L’ossessione di denigrare Israele è lontana dalla realtà”, ha detto Danon.

Per il diplomatico israeliano, Israele continua a facilitare la consegna degli aiuti e ha creato molteplici punti di accesso, con dozzine di camion che entrano quotidianamente a Gaza. Le rotte di aiuto rimangono operative, compreso il porto di Ashdod, e un nuovo valico è stato aperto oggi. “Sono queste le azioni di uno Stato che desidera morte e sofferenza, o sono queste le azioni di una nazione impegnata a salvaguardare una popolazione civile sfruttata come scudi umani da terroristi assassini?” ha chiesto il diplomatico israeliano ai Quindici ambasciatori, aggiungendo che Israele ha assicurato alla popolazione un accesso stabile al pane.

Danon ha detto che i militanti di Hamas hanno dirottato i camion degli aiuti, lasciando meno risorse ai civili, sottolineando che Israele sta lavorando con insistenza per fornire aiuti e sostenere il diritto internazionale.

Riyad Mansour, Permanent Observer of the State of Palestine to the United Nations, addresses the Security Council meeting on protection of civilians in armed conflict.

Parlando a nome della Palestina, invece l’ambasciatore Riyad Mansour ha affermato che “è in gioco la sopravvivenza stessa di centinaia di migliaia di palestinesi”. “Vengono uccisi e fatti morire di fame, spostati come bestiame da un posto all’altro, da una morte all’altra”, ha detto al Consiglio di Sicurezza, aggiungendo che ciò che si stava svolgendo a Gaza era “una guerra brutale e barbara contro il popolo palestinese”. ”. Mansour ha detto che il continuo bombardamento dell’enclave rappresenta “le ultime fasi di un piano orchestrato per svuotare ampie aree di Gaza dalla popolazione palestinese” affermando che Israele ha “implementato la carestia come metodo di guerra ai fini della pulizia etnica”. Mansour ha concluso il suo discorso al Consiglio con un appello a fermare l’emorragia nell’enclave. “Basta spargimenti di sangue, basta sofferenze, basta orrori. Salvate vite adesso o dovremo convivere tutti con conseguenze terrificanti”.

Intanto al briefing giornaliero al Palazzo di Vetro, il portavoce del Segretario Generale dell’ONU ha detto che ”ottobre è stato il mese in cui il volume di aiuti più basso è entrato a Gaza quest’anno”. Stephane Dujarric ha anche sottolineato che “il livello di aiuti umanitari che possono entrare a Gaza non è neanche lontanamente vicino a quello necessario per aiutare le persone che ne hanno disperatamente bisogno”. Notando che Israele oggi ha annunciato l’apertura del nuovo valico di Kissoufim per i camion degli aiuti umanitari, Dujarric ha sottolineato la necessità di aprire “più strade verso Gaza” e di eliminare le “restrizioni” all’interno del territorio.

 

 

 

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