Il Palazzo di Vetro dell’ONU martedì mattina appariva scosso dalla notizia arrivata il giorno prima da Israele, quando il suo Parlamento ha approvato due leggi che determinano l’UNRWA, l’agenzia per i rifugiati palestinesi, di essere bandita dal suo territorio e dalla Cisgiordania entro 90 giorni, rendendo così impossibile il suo lavoro di assistenza che dura dal 1948.
Martedì, rispondendo alle domande dei giornalisti durante il consueto briefing quotidiano, il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric ha affermato che il segretario generale António Guterres aveva inviato una lettera all’inizio della giornata al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in cui esprimeva le sue principali preoccupazioni sulle leggi approvate dalla Knesset contro l’UNRWA. “Ovviamente, se attuate, è chiaro che avranno un impatto devastante sulla situazione umanitaria dei palestinesi”, ha affermato Dujarric.
Quando abbiamo chiesto a Dujarric se Guterres avesse intenzione di “chiamare” il primo ministro israeliano invece di scrivergli (anche se altre volte Netanyahu non ha risposto alla chiamata) il portavoce ha detto che date le circostanze, è meglio che la comunicazione col governo israeliano con l’ONU proceda con documenti scritti.
Dujarric ha anche detto che Guterres è stato rincuorato dalle numerose dichiarazioni di sostegno che nelle ultime ore sono arrivate all’UNRWA e al suo lavoro insostituibile, sottolineando che c’è stata un’espressione di unità “da un certo numero di paesi che spesso non lo d’accordo su molto”. Dujarric ha sottolineato che il Segretario Generale ha anche scritto al Presidente dell’Assemblea Generale per tenere informati gli ambasciatori, poiché l’UNRWA trae il suo mandato unico da questo organismo mondiale. “Naturalmente chiederemo indicazioni all’Assemblea Generale nel caso in cui questa legge venga implementata”, ha affermato Dujarric.
Intanto il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha lanciato martedì un avvertimento sul fatto che la crisi umanitaria in corso a Gaza potrebbe presto degenerare in carestia, a meno che non venga intrapresa un’azione immediata. All’inizio di questo mese, un rapporto IPC (Integrated Food Security Phase Classification) avvertiva già che entro novembre oltre il 90% della popolazione di Gaza dovrà affrontare una grave insicurezza alimentare. Si prevede che un grande gruppo si troverebbe in una “fase di emergenza” di bisogno, mentre altri si troverebbero ad affrontare livelli “catastrofici” di insicurezza alimentare.
Ora, mentre la situazione nel nord di Gaza continua a peggiorare, la probabilità che un gruppo più ampio venga colpito dalla carestia aumenterà sicuramente, a meno che le condizioni sul terreno non migliorino. Durante il mese di ottobre, solo 5.000 tonnellate di cibo sono state consegnate a Gaza, pari ad appena il 20% dell’assistenza alimentare di base per 1,1 milioni di persone che dipendono dal sostegno salvavita del WFP.

Nel frattempo, i sistemi alimentari di Gaza sono in gran parte crollati a causa della distruzione di fabbriche, terreni coltivati e negozi. I mercati sono quasi vuoti poiché la maggior parte dei canali commerciali non funziona più. Il WFP attualmente dispone di circa 94.000 tonnellate di cibo – sufficienti a nutrire un milione di persone per quattro mesi – pronte per essere inviate a Gaza, con 46.596 tonnellate posizionate nel porto di Ashdod, in Egitto e Giordania. “Il WFP è pronto a portare le forniture urgentemente necessarie a Gaza, ma abbiamo bisogno che più valichi di frontiera siano aperti e sicuri”, ha affermato l’agenzia dell’ONU. Il WFP è anche profondamente preoccupato per la nuova legislazione israeliana che riguarda l’UNRWA, che è indispensabile per fornire aiuti salvavita e servizi sociali ai rifugiati palestinesi intrappolati a Gaza. Se attuata, questa decisione avrà conseguenze devastanti per le persone più vulnerabili, ha affermato l’agenzia.
Sempre martedì si è tenuta una riunione a livello ministeriale del Consiglio di Sicurezza dedicata alla crisi in Medio Oriente e ovviamente le ultime decisioni di Israele nei confronti dell’UNRWA hanno avuto molto rilievo durante il dibattito.
Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per la pace in Medioriente, Tor Wennesland,ha detto che la regione si trova nel ”momento più pericoloso” da decenni e la guerra tra Israele e gruppi sostenuti dall’Iran rischia una ”grave escalation”. Wennesland ha aggiunto che ”la violenza nei Territori palestinesi occupanti e nella regione più in generale non mostrano segnali di attenuazione”.

Riflettendo sul suo ricordo di una bambina affamata in Africa con “le costole che spuntavano da sotto la pelle, la pancia gonfia, gli occhi scarni e gli occhi di sua madre pieni di disperazione”, l’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield ha commentato le notizie secondo cui nessuna assistenza alimentare è stata in grado di per raggiungere Jabalia, nel nord di Gaza, dall’inizio di ottobre.
“Questa sofferenza inimmaginabile è stata messa in moto da Hamas il 7 ottobre”, ha detto Thomas-Greenfield agli ambasciatori del Consiglio di Sicurezza, aggiungendo che gli Stati Uniti “non sono stati timidi nel criticare il fallimento di questo Consiglio nel condannare le atrocità di Hamas e le ripetute violazioni del diritto internazionale”. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno anche “chiarito al Primo Ministro Netanyahu che, a un anno dall’inizio di questo conflitto, Israele deve affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, che gli Stati Uniti rifiutano qualsiasi tentativo israeliano di affamare i palestinesi a Jabalia o altrove”.
La diplomatica americana ha inoltre affermato che, mentre “non si può negare il fatto che parte del personale dell’UNRWA sia stato coinvolto negli attacchi del 7 ottobre”, gli Stati Uniti hanno “una profonda preoccupazione per la legislazione adottata dalla Knesset riguardo all’UNRWA”. “Invece di parlarsi tra loro, Israele e le Nazioni Unite devono parlarsi per affrontare i timori che hanno portato alla legislazione della Knesset e per garantire che l’UNRWA possa adempiere al suo mandato fondamentale”, ha affermato l’ambasciatrice degli USA.
“Lasciatemi dire semplicemente che la diplomazia funziona, ma ci vuole molto lavoro per arrivarci”, ha detto Thomas-Greenfield, concludendo che “abbiamo l’urgente responsabilità di fermare la sofferenza dei civili palestinesi e di garantire il rilascio degli ostaggi, di alleviare la loro sofferenza e quella delle loro famiglie, per sfruttare al massimo questo momento e garantire che le parti in conflitto facciano lo stesso”.

Dal canto suo, Riyad Mansour, osservatore permanente dell’Onu dello Stato di Palestina, nel suo discorso al Consiglio di Sicurezza ha sostenuto che gli israeliani sono in guerra con le Nazioni Unite poiché continuano a “dichiarare il Segretario Generale persona non grata, a uccidere, mutilare, detenere e torturare il personale delle Nazioni Unite, ad attaccare le forze di pace delle Nazioni Unite e a cercare di smantellare un’agenzia delle Nazioni Unite”, La nuova legislazione volta a distruggere la capacità dell’UNRWA di servire la popolazione civile palestinese costituisce “un nuovo livello in questa guerra contro le Nazioni Unite”, ha aggiunto Mansour. Poiché “l’intera popolazione del nord di Gaza è a rischio di morte”, il diplomatico palestinese ha sottolineato che Israele “sta raddoppiando il suo genocidio” e “scommettendo che la sua volontà di uccidere e colonizzare supererà la volontà collettiva della comunità internazionale di salvare vite umane e raggiungere la libertà e la pace”. “Israele sta inventando una legge che si adatta e cambia con l’identità delle vittime e l’identità dei carnefici. Una legge razzista, suprematista e disumana”, ha affermato Mansour, aggiungendo che Israele comprende che “per perseguire la sua campagna genocida e coloniale, ha bisogno di smantellare l’ordine basato sul diritto internazionale o di incidere al suo interno un’eccezione israeliana”.
“Permetterete a Israele di disumanizzarci ulteriormente come parte del suo tentativo di cancellarci?” ha chiesto al Consiglio il diplomatico palestinese, esortando l’organo formato da 15 membri a “onorare la memoria delle persone uccise e salvare coloro che possono ancora essere salvati decidendo un cessate il fuoco immediato e incondizionato”. “Lasciate che le vostre azioni corrispondano alle vostre parole. Fermate questo genocidio o restate in silenzio per sempre”, ha concluso Mansour.
L’ambasciatore israeliano Danny Danon (che prima della riunione ha parlato allo stake out ai giornalisti) ha invece invocato la testimonianza resa alle Nazioni Unite da un ostaggio liberato, brutalmente aggredito dalle sue guardie di Hamas, dicendo che il suo paese non “distoglierebbe mai lo sguardo” né abbandonerebbe coloro che sono ancora tenuti prigionieri. Per quanto riguarda i progetti di legge della Knesset, che metteranno fuorilegge l’UNRWA entro 90 giorni se entreranno in vigore, ha detto che da anni si parla di “infiltrazione” dell’UNRWA da parte di Hamas. Danon ha affermato che l’UNRWA non è altro che “un fronte terroristico”, con le sue strutture utilizzate dai combattenti di Hamas a Gaza. Il diplomatico israeliano ha ricordato il caso di un dipendente dell’UNRWA che Israele sostiene sia stato direttamente coinvolto negli attacchi del 7 ottobre e successivamente ucciso. “Ho parlato spesso in quest’aula della necessità di chiarezza morale, ma le reazioni di questa istituzione e del suo leader all’eliminazione di un terrorista dimostrano chiaramente che la chiarezza è andata perduta”, ha affermato attaccando anche il Segretario Generale Guterres. Danon ha affermato che il Consiglio, la comunità internazionale, “l’intera ONU deve accettare la realtà che l’UNRWA-Gaza è oltre la redenzione, oltre la salvezza, oltre la riforma. Dobbiamo voltare una nuova pagina adesso”.
AGGIORNAMENTO (30-10-24)
Il consiglio di Sicurezza dell’Onu in una dichiarazione alla stampa ha “fortemente messo in guardia contro qualsiasi tentativo di smantellare o ridurre” le operazioni e il mandato di Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, dopo che Israele ha approvato una legge che ne vieta le operazioni. In una dichiarazione adottata per consenso (quindi con il voto anche degli Stati UNiti), i Quindici hanno espresso grave preoccupazione per la legge e hanno “esortato il governo israeliano a rispettare i suoi obblighi internazionali, i privilegi e le immunità di Unrwa, e ad assumersi la responsabilità di consentire e facilitare un’assistenza umanitaria completa, rapida, sicura e senza ostacoli in tutte le sue forme in tutta Gaza”.