La risoluzione 2736 approvata dal Consiglio di Sicurezza a giugno richiedeva che il Segretario Generale dell’ONU formulasse raccomandazioni per proteggere i civili in Sudan. Antonio Guterres ha consegnato al Consiglio di Sicurezza le raccomandazione la settimana scorsa e in una riunione aperta questa mattina, il Segretario Generale ha informato i Quindici sulla situazione in Sudan.
Nelle sue osservazioni, Guterres ha delineato tre priorità chiave estratte dalle sue raccomandazioni: in primo luogo, entrambe le parti devono concordare immediatamente la cessazione delle ostilità; in secondo luogo, che i civili devono essere protetti; e la sua terza priorità è legata al flusso di aiuti umanitari. Guterres ha aggiunto che al momento non esistono le condizioni per il successo del dispiegamento di una forza delle Nazioni Unite per proteggere i civili in Sudan. Tuttavia, ha affermato, è pronto a impegnarsi con il Consiglio su una serie di modalità operative che possono contribuire in modo significativo alla riduzione della violenza e alla protezione dei civili. Inoltre, Guterres ha esortato il Consiglio a continuare a sostenere il suo inviato speciale, Ramtane Lamamra, nei suoi sforzi diplomatici.
Guterres ha parlato a lungo della situazione umanitaria e della sofferenza in Sudan, che cresce di giorno in giorno. Ha parlato anche delle scioccanti notizie di uccisioni di massa e violenze sessuali nei villaggi dello stato di Aj Jazirah, nella parte orientale del paese. Il Segretario Generale ha inoltre avvertito che le condizioni di carestia stanno già prendendo piede nei campi profughi nel Nord Darfur, lasciando 750.000 persone sull’orlo della fame. Nel frattempo, altri milioni in tutto il Paese stanno lottando per nutrirsi. Epidemie, tra cui colera, malaria e febbre dengue, si stanno diffondendo rapidamente a causa del collasso del sistema sanitario. “Il Sudan è anche la più grande crisi di sfollati nel mondo, con più di 11 milioni di persone in fuga dall’aprile dello scorso anno, tra cui quasi tre milioni che hanno attraversato il confine con i paesi vicini”, ha affermato Guterres, sottolineando anche che diverse centinaia di migliaia rimangono in balia di impatti meteorologici estremi e cambiamenti climatici.

In tale contesto, le forze umanitarie dell’ONU esprimono la loro preoccupazione per l’escalation della violenza armata nello stato di Aj Jazirah. Joyce Msuya, il sottosegretario generale ad interim per gli affari umanitari dell’ONU, ha affermato di aver ricevuto rapporti orribili di interi villaggi attaccati, con civili uccisi, detenuti e sfollati in gran numero, e tali rapporti parlano di azioni avvenute tra il 20 e il 25 ottobre. Durante quel periodo, secondo quanto riferito, le forze di supporto rapido hanno lanciato un grande assalto in 30 città, villaggi e cittadine nello stato di Aj Jazirah.
Si stima che circa 47.000 persone siano fuggite dai combattimenti, anche in altre parti dello stato di Aj Jazirah. L’ONU continuia a fornire assistenza a quasi 40.000 persone che hanno cercato rifugio negli stati di Gedaref e Kassala.
Le persone sfollate a causa della violenza hanno urgentemente bisogno di cibo, alloggio, assistenza sanitaria e sostegno protettivo. Molti dei feriti necessitano anche di cure mediche. Molti civili sono rimasti intrappolati in quelle aree e non riescono a fuggire a causa dell’insicurezza e della paura di rapimenti, mentre altri si spostano in cerca di sicurezza, protezione e assistenza urgente.
Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per le migrazioni (IOM), Amy Pope, ha iniziato oggi una visita di tre giorni in Sudan per valutare il rapido deterioramento della situazione umanitaria e la crescente crisi di sfollamenti. La visita in Sudan si concentrerà sulla raccolta del sostegno internazionale per la risposta umanitaria. Pope visiterà vari luoghi di sfollamento per interagire direttamente con le comunità colpite.