Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è riunito martedì per soppesare la situazione ad Haiti e ancora una volta le notizie non danno nessun segnale incoraggiante. La Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per Haiti María Isabel Salvador ha affermato che le condizioni sono peggiorate dall’ultima volta che ha informato il Consiglio tre mesi fa. Gli sfollati interni sono oltre 700.000, con un incremento del 22%. Il processo politico “malgrado i progressi iniziali” appare ora arenato. La situazione generale della sicurezza “rimane estremamente fragile con nuovi picchi di violenza”, mentre gli haitiani continuano a soffrire per l’escalation dell’attività delle bande criminali. L’apparato di sicurezza nazionale è ormai sopraffatto dalla violenza che si è diffusa fuori dalla capitale. “La situazione umanitaria è ancora più terribile”, ha affermato, sottolineando l’orribile e brutale attacco a Port Sonde il 3 ottobre nella regione di Arbonite. L’attacco ha provocato la morte di 115 civili e il ferimento di decine, costringendo altre migliaia ad abbandonare le loro case. Le bande hanno attaccato anche dal mare, ha detto l’inviata dell’ONU.
Salvador ha affermato che la missione delle Nazioni Unite BINUH ha sviluppato una strategia per sostenere il processo politico guidato da Haiti, compreso il dialogo nazionale inclusivo, il sostegno a nuove elezioni, la riforma costituzionale e una migliore sicurezza nazionale – nell’ambito di un mandato rinnovato da parte del Consiglio. Ma ha avvertito che un “esecutivo a doppia testa” non riesce a garantire l’unità necessaria e alimenta le tensioni politiche ai vertici della politica haitiana. Salvador ha detto che BINUH sta lavorando per rafforzare la collaborazione sulle riforme essenziali e su nuove elezioni. La riforma politica pianificata, il “previsto dispiegamento” della missione di sostegno guidata dal Consiglio e la prospettiva di andare alle urne prima della fine del prossimo anno hanno fornito “un barlume di speranza” agli haitiani, ma “il tempo scorre”, ha aggiunto. Concludendo il suo briefing parlando in francese, ha elogiato la resilienza e la forza del popolo haitiano: “Dobbiamo rimanere determinati ad aiutare Haiti nel suo viaggio verso la sicurezza, la stabilità e la prosperità”.
Intanto, secondo l’ultimo rapporto del gruppo globale di organizzazioni umanitarie che monitora l’insicurezza alimentare nel mondo, noto con l’acronimo IPC, che è l’abbreviazione di Integrated Food Security Phase Classification, Haiti si trova ad affrontare livelli di fame di emergenza. L’IPC utilizza cinque categorie per descrivere la situazione sul campo, numerate dalla migliore alla peggiore. Ecco i punti salienti dell’ultimo rapporto IPC su Haiti: Quasi la metà della popolazione (48%) si trova ad affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare acuta, classificata in condizioni di crisi o peggiori (fase tre dell’IPC o superiore) tra agosto 2024 e febbraio 2025. Altri due milioni di persone (il 18% della popolazione analizzata) si trovano ad affrontare livelli critici ed emergenziali di insicurezza alimentare acuta, classificati come fase quattro dell’IPC. 3,4 milioni di persone si trovano ad affrontare livelli di crisi di insicurezza alimentare acuta, classificati come fase tre dell’IPC.
Catherine Russell, responsabile dell’UNICEF, ha affermato che la crisi haitiana ha colpito molti bambini che vengono esclusi dalla scuola, con un rischio maggiore di reclutamento da parte di gruppi armati. Tuttavia, l’accesso per raggiungere le persone bisognose resta difficile e in alcuni casi, i bambini sono abbandonati a se stessi. Finora, le agenzie e i partner delle Nazioni Unite erano riuscite a raggiungere centinaia di migliaia di persone con cibo, servizi sanitari e altri aiuti fondamentali. Russelll ha esortato i membri del Consiglio a impegnarsi a migliorare il sostegno alla protezione degli operatori umanitari sul campo. La questione è di volontà, ha sottolineato. “Gli haitiani e i bambini di Haiti contano su di noi”, ha detto. “Non dobbiamo e non possiamo deluderli”.

Rosy Auguste Ducéna, responsabile del programma della Rete per la difesa dei diritti umani e presidente dell’organizzazione non governativa (ONG) Ensemble Contre la Corruption, ha affermato che la comunità internazionale deve rafforzare il proprio regime di sanzioni contro i responsabili di violazioni dei diritti umani, compresi i leader delle bande criminali e i loro sostenitori. Ducéna ha messo in guardia contro la convinzione che basterebbe organizzare le elezioni per risolvere i problemi profondamente radicati di Haiti, poiché la crisi della sicurezza richiede un approccio più comprensivo. “I corpi delle donne e delle ragazze sono campi di battaglia”, ha affermato, sottolineando l’urgente necessità di proteggerli dalla violenza poiché attualmente le sopravvissute ad aggressioni sessuali “non ricevono assistenza statale”“Abbiamo bisogno che continuiate ad ascoltare il popolo haitiano. sanzionare tutti i responsabili della situazione ad Haiti. Applicare le sanzioni nella massima misura possibile”, ha affermato Ducéna, sottolineando la necessità di ripulire il sistema giudiziario, la pubblica amministrazione e le finanze per combattere la corruzione.
L’ambasciatrice Dorothy Shea, vice rappresentante permanente degli Stati Uniti, ha condannato i terribili attacchi contro i civili ad Haiti e la continua violenza delle bande volte a destabilizzare il governo ma ha anche sottolineaneato i progressi sul piano politico, tra cui l’istituzione del Consiglio presidenziale di transizione ad aprile, la nomina di un Primo Ministro a maggio e un nuovo gabinetto a giugno. “Gli Stati Uniti apprezzano che i leader di Haiti stiano mettendo da parte le loro differenze e stiano lavorando insieme per mettere il Paese sulla strada verso elezioni libere ed eque”. La diplomatica americana ha esortato gli haitiani a mettere da parte le lotte politiche interne e a concentrarsi invece sull’unità nazionale nella lotta internazionale contro le bande criminali, invitando inoltre tutti gli attori a sostenere i risultati ottenuti dalla Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza ad Haiti.
Rivolgendosi al Consiglio, il vice rappresentante permanente della Francia Jay Dharmadhikari ha sottolineato la preoccupazione di Parigi per il peggioramento della situazione della sicurezza ad Haiti, condannando “con la massima fermezza” gli attacchi contro il popolo haitiano. Nel discutere gli strumenti per sostenere Haiti nel suo ritorno alla stabilità, il diplomatico francese ha indicato sia la Missione Multinazionale di Sostegno alla Sicurezza che l’uso delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza. Dharmadhikari ha inoltre sottolineato che questi sforzi devono essere accompagnati da progressi nel processo di transizione politica, accogliendo con favore l’insediamento del Consiglio elettorale provvisorio e incoraggiando le autorità haitiane a portare avanti la tabella di marcia per le elezioni del 2025.

L’ambasciatore di Haiti presso le Nazioni Unite, Antonio Rodrigue, ha affermato che il suo Paese è impantanato in una “crisi complessa e sfaccettata” che comprende sfide legate alla sicurezza, all’economia, alla società, ai diritti umani, allo sviluppo e alle sfide umanitarie. Nelle ultime tre settimane si è assistito ad un’operazione di sicurezza congiunta mirata e prolungata contro le bande da parte di agenti di sicurezza con la missione di supporto internazionale (MSS) e la polizia nazionale haitiana, in particolare nel centro di Port-au-Prince – ma i risultati tangibili sono stati “lenti” . Le forze di sicurezza “continuano ad incontrare difficoltà nel mantenere il controllo nelle aree contese”, dovute principalmente alla mancanza di attrezzature e di personale. Ci sono ancora poco più di 400 agenti sui 2.500 auspicati. Rodrigue ha affermato che è urgentemente necessario maggiore sostegno affinché la missione si espanda e consenta lo svolgimento di elezioni sicure: “Questo doppio sforzo – ripristinare la sicurezza e tenere elezioni – è essenziale se vogliamo portare Haiti sulla strada della democrazia e dello sviluppo sostenibile”. Questo è il motivo per cui il presidente del consiglio di governo transitorio di Haiti chiede che l’MSS venga trasformato in una missione completa di mantenimento della pace, ha detto il diplomatico haitiano, esortando gli ambasciatori a “guardare favorevolmente a questa richiesta”.
Roberto Alvarez, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Dominicana, ha sottolineato l’urgente bisogno di assistenza internazionale per affrontare il deterioramento della situazione ad Haiti, affermando che il controllo delle bande criminali su Port-au-Prince ha raggiunto ormai l’85% e ha osservato che il recente massacro di Pont-Sondé esemplifica la violenza in corso e ha sollecitato il rapido dispiegamento di una forza MSS guidata dal Kenya. Essendo l’unico Stato confinante con Haiti, Alvarez ha dichiarato: “Abbiamo tutto il diritto di essere preoccupati, dato che la situazione attuale ha un impatto diretto sul nostro Paese”. “All’inizio di questo mese, il Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale ha deciso di rafforzare la nostra operazione per fermare l’immigrazione e di ridurre le continue operazioni per ridurre il flusso costante e massiccio di migranti illegali”, ha affermato, sottolineando che il governo “non può accettare l’insensata appello a fermare i rimpatri” e deve dare priorità alla propria sicurezza. “La garanzia di stabilità ad Haiti deve includere lo svolgimento delle elezioni”, ha concluso Alvarez, chiedendo anche la cooperazione regionale per sostenere il processo elettorale.

L’ambasciatore Ekitela Lokaale, rappresentante permanente del Kenya, ha sottolineato che la sicurezza a Port-au-Prince è “profondamente preoccupante”. Il Kenya, che finora ha fornito la maggior parte degli ufficiali per la missione di sostegno alla sicurezza multinazionale (MSS) sostenuta dal Consiglio di sicurezza, ha annunciato che altri 600 poliziotti saranno inviati ad Haiti entro metà novembre. Lokaale ha sottolineato che ciò rafforzerà l’attuale forza multinazionale sul campo di 410 persone e ha elogiato le operazioni congiunte con la Polizia nazionale di Haiti, che hanno messo in sicurezza con successo siti critici a Port-au-Prince, tra cui l’aeroporto internazionale, l’ospedale nazionale e il porto marittimo, nonostante le significative lacune di risorse per un contingente inizialmente progettato per essere composto da 2.500 persone. Il diplomatico keniano ha accolto con favore il rafforzamento del regime di sanzioni del Consiglio contro i leader delle bande, sollecitando una maggiore attuazione per “frenare il flusso di armi”. “Permane un significativo divario di risorse”, ha avvertito Lokaale, sottolineando che “la stabilità di Haiti sarà raggiunta solo attraverso un approccio su più fronti che affronti le cause profonde delle sue sfide”.