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Libano, gli israeliani sparano sui caschi blu UNIFIL, forte reazione dell’Italia

Prese di mira anche basi con "peacekeeper" italiani. Il ministro della Difesa Crosetto convoca l'ambasciatore d'Israele e poi dice: possibili "crimini di guerra"

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 6 mins read

Come ormai si temeva e prevedeva da giorni, la missione delle Nazioni Unite in Libano lasciata ancora nella posizione di “peace-keeping” dove la pace è ormai sparita da mesi,  è diventata un bersaglio nella battaglia tra Israele e Hezbollah. UNIFIL conferma che a essere colpite “ripetutamente” e “deliberatamente” dall’esercito israeliano sono state le basi italiane 1-31 e 1-32A lungo la linea di demarcazione, oltre al quartier generale di Naqura, pochi chilometri di distanza da entrambe le basi. Unifil conferma il ferimento di due militari indonesiani a Naqura.

“Il quartier generale di Naqoura di UNIFIL e le posizioni vicine sono state ripetutamente colpite”, ha detto Andrea Tenenti, portavoce della missione Onu. “Giovedì mattina, due caschi blu sono rimasti feriti dopo che un carro armato Merkava dell’esercito israeliano ha sparato verso una torre di osservazione presso il quartier generale dell’Unifil a Naqura, colpendola direttamente e facendoli cadere. Le ferite sono fortunatamente, questa volta, non gravi, ma rimangono in ospedale”. “I soldati dell’esercito israeliano hanno anche sparato sulla posizione UNP 1-31 a Capo Naqura, colpendo l’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i caschi blu e danneggiando veicoli e un sistema di comunicazione”.

Secondo il portavoce di UNIFIL “drone dell’esercito israeliano è stato osservato volare all’interno della posizione Onu fino all’ingresso del bunker”. E ancora, secondo Tenenti, nelle ultime ore “i soldati dell’esercito israeliano hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione” 1-31. “E hanno deliberatamente sparato su UNP 1-32A, dove si tenevano regolari riunioni tripartite (tra libanesi, israeliani e vertici Unifil) prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione”.

We remind the IDF and all actors of their obligations to ensure the safety and security of UN personnel and property and to respect the inviolability of UN premises at all times. UNIFIL peacekeepers are present in south Lebanon to support a return to stability under SC mandate.

— UNIFIL (@UNIFIL_) October 10, 2024

In una nota dell’UNIFIL si ribadisce che “qualsiasi attacco deliberato ai peacekeeper è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza” delle Nazioni Unite che nel 2006 pose fine ai 34 giorni di guerra tra Israele e Hezbollah libanesi. E’ quanto si legge nella nota di UNIFIL, la missione Onu nel sud del Libano, incentrata sugli eventi delle ultime ore nel Paese dei Cedri. La Missione precisa di essere in contatto con le Idf. UNIFIL ricorda “alle Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e l’incolumità del personale e delle strutture Onu e di rispettare l’inviolabilità dei locali Onu in ogni momento”. Nella nota si sottolinea come i peacekeeper di Unifil siano presenti nell’area “per sostenere un ritorno alla stabilità sotto il mandato del Consiglio di Sicurezza”.

UNIFIL peacekeepers patrol between Ras Naqoura and Labounieh along the Blue Line in southwestern Lebanon. (Photo UNIFIL/Pasqual Gorriz )

Decisa la reazione dell’Italia, con il ministro della Difesa Guido Crosetto che prima ha convocato con urgenza l’ambasciatore israeliano in Italia per gli attacchi contro le basi UNIFIL. Crosetto poi in conferenza stampa (vedi video sopra) ha parlato di possibili “crimini di guerra” e sicuramente di “gravissime violazioni al diritto internazionale, non giustificate da nessuna necessità militare”. Per questo “ho espresso fortissimo disappunto sia al ministro della Difesa israeliano Gallant sia in un colloquio formale all’ambasciatore israeliano”. “In Libano non si è trattato né di errore né di incidente. Abbiamo bisogno di spiegazioni rapide, non c’erano motivazioni militari. Aspetto la verità” ha quindi detto il ministro della Difesa nella conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto durante la sua visita ai caschi blu italiani dell’UNIFIL nell’ottobre 2023 (Foto UNIFIL)

Intanto è circolata anche una nota emanata direttamente da Palazzo Chigi che avvertiva che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il Comandante del Settore Ovest della missione UNIFIL, Generale Messina, “dal quale ha ricevuto un aggiornamento sulla missione e sulla situazione del nostro contingente impegnato in Libano, dopo che il quartier generale e due basi italiane che si trovano negli avamposti sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell’esercito israeliano”.

“Il Governo italiano ha formalmente protestato con le Autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente UNIFIL non è ammissibile. Anche per questo, il Governo, attraverso il Ministro della Difesa, ha convocato l’Ambasciatore d’Israele in Italia. Il Presidente Meloni – che segue in maniera attenta gli sviluppi, in costante contatto con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e della Difesa, Guido Crosetto – ha espresso la forte vicinanza, sua personale e del Governo, ai nostri militari attualmente impegnati in Libano nell’ambito della missione ONU e di quella bilaterale MIBIL”.

La premier Giorgia Meloni alla base ‘Millevoi’ di Shama (Libano), dove sono di stanza contingenti italiani dispiegati in Libano, in occasione di un incontro con le forze impiegate nell’ambito della missione Unifil e una rappresentanza di militari della missione militare italiana bilaterale in Libano (Mibil), 28 marzo 2024./// Italian Prime Minister Giorgia Meloni at the ‘Millevoi’ base in Shama (Lebanon), where Italian contingents deployed in Lebanon are stationed, in occasion of a meeting with the forces employed as part of the Unifil mission and a representation of soldiers from the bilateral Italian military mission in Lebanon (Mibil), 28 March 2024. ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/ FILIPPO ATTILI

“Meloni ha ricordato che gli italiani continuano a prestare un’opera preziosa per la stabilizzazione dell’area, in aderenza al mandato delle Nazioni Unite. Il Governo, nel confermare il ruolo fondamentale di UNIFIL nel sud del Libano, continua a lavorare per la cessazione delle ostilità e alla de escalation della regione”.

Intanto, dal Palazzo di Vetro, l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, precisando che Israele è focalizzato sulla lotta a Hezbollah, ha “consigliato” le forze di peacekeeping dell’Onu nel sud del Libano di spostarsi cinque chilometri più a nord: ”La nostra raccomandazione è che l’Unifil si sposti di cinque chilometri a nord per evitare pericoli mentre i combattimenti si intensificano e la situazione lungo la Blue Line resta instabile a causa dell’aggressione di Hezbollah”, ha affermato Danon in una nota.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani tra i soldati italiani dell’UNIFIL nel dicembre del 2022 (Photo Unifil)

Dal canto suo, è intervenuto anche il Ministro degli Esteri Antonio Tajani dicendo che l’attacco israeliano contro la base 1-31 della missione di interposizione nel Libano meridionale “è inaccettabile” e rivelando che ci sono stati altri episodi nei giorni scorsi. Parlando alla trasmissione “Dritto e Rovescio” su Retequattro, il titolare della Farnesina ha citato altri episodi, seppur di diverso tenore. “Il primo risale a parecchi giorni fa, poi c’è stato un secondo quando da un carro armato è partito un colpo contro un muro di cinta della base e poi stamane ci sono stati dei soldati israeliani che hanno fatto un’operazione militare nell’area dell’UNIFIL  e sono rimasti feriti due soldati indonesiani”, ha aggiunto. Tajani ha ricordato che l’Italia “fin dal primo giorno ha protestato per quello che era accaduto”. “Io ho parlato tre volte con il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, chiedendo sicurezza per inostri militari. Mi sono rivolto anche al presidente di Israele, Isaac Herzog, ed entrambi hanno dato assicurazioni parlando più volte anche con la nostra ambasciata sull’incolumità dei nostri soldati”, ha aggiunto. Ritornando sull’attacco di oggi, Tajani ha aggiunto: “Non c’è stato nessun italiano ferito, è partito un colpo di mortaio, non so per quale motivo, per errore o perché è voluto, certamente è partito e questo è inaccettabile”.

Oggi pomeriggio, l’ambasciata israeliana in Italia ha diffuso una nota sull’attacco d ‘Israele alla missione UNIFIL in Libano, in cui ricorda che il governo israeliano aveva chiesto ai caschi blu italiani dell’ONU di ritirare parte delle loro forze dall’area per “ragioni di sicurezza”. “Israele apprezza l’assistenza dei Paesi donatori di UNIFIL, in particolare dell’Italia, e li ringrazia per il loro tentativo di prevenire un’escalation nella nostra regione” si legge. “Dall’8 ottobre Hezbollah ha lanciato migliaia di missili contro Israele e decine di migliaia di cittadini israeliani sono stati costretti a evacuare le proprie case nel nord. Sfortunatamente Hezbollah sta cercando di nascondersi vicino alle basi UNIFIL e Israele ha già scoperto tunnel e depositi di armi vicino a quell’area. Israele ha raccomandato più volte ai militari italiani dell’UNIFIL di ritirare parte delle loro forze dall’area per ragioni di sicurezza, ma purtroppo la richiesta è stata respinta. Israele sta investigando su quanto accaduto con grande attenzione e continuerà a compiere ogni sforzo possibile per non colpire le forze dell’ONU e le persone non coinvolte nel conflitto in corso con Hezbollah”.

Oggi pomeriggio (ora di New York) ci sarà una riunione del Consiglio di Sicurezza dedicata al Libano, in cui parlerà anche il responsabile delle forze di pace dell’ONU Jean-Pierre Lacroix.

Poco prima della riunione del Consiglio di Sicurezza, abbiamo posto una domanda all’Ambasciatore israeliano Danny Danon che si accingeva ad entrare. Abbiamo chiesto cosa pensasse della reazione del governo italiano agli eventi di questa mattina, il ministro della Difesa Crosetto ha definito l’attacco all’UNIFIL un possibile “crimine di guerra”. L’ambasciatore Danon ha risposto: “Stiamo parlando con i nostri colleghi, avevamo detto a UNIFIL di spostarsi 5 chilometri a Nord, ma sfortunatamente hanno deciso di rimanere dove sono. I soldati libanesi già si sono spostati a Nord. Continueremo le nostre discussioni. Noi combattiamo contro Hezbollah, e ci coordiniamo con le forze UNIFIL sul terreno”.
Ma perché l’UNIFIL dovrebbe spostarsi – chiede un’altra giornalista.
“Perché Hezbollah mette in pericolo le loro truppe” replica Danon che poi conclude: “Noi comunque ci coordiniamo ancora con loro, discutiamo con loro ogni giorno”.

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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