Molto atteso l’intervento del ministro degli Esteri cinese Wang Yi che parlando alla 79esima Assemblea Generale Onu ha detto che “il tempo dove uno o due grandi potenze decidevano tutto è finito. Dobbiamo praticare un vero multilateralismo e rendere le relazioni internazionali più democratiche”. Quindi Wang ha avvertito che “nel mondo di oggi la sicurezza dei paesi è strettamente collegata, nessun paese può pensare di essere al sicuro da solo”, ribadendo l’importanza di “risolvere le controversie con il dialogo”, e come ha sottolineato il presidente cinese Xi Jinping, “il ruolo dell’Onu deve essere rafforzato, non indebolito”.

Wang Yi, riferendosi al conflitto in Medio Oriente, ha anche detto all’Assemblea generale dell’ONU che “la forza non può sostituire la giustizia” e che “serve un cessate il fuoco completo senza perdere altro tempo” dopo gli ultimi bombardamenti di Israele contro il Libano. “La questione palestinese è la ferita più grande nella coscienza umana. Mentre parliamo, il conflitto a Gaza continua, provocando ogni giorno più morti, e i combattimenti sono ricominciati in Libano, ma la forza non può sostituire la giustizia”, ha detto il ministro degli Esteri cinese a New York. “La lunga aspirazione della Palestina di creare uno Stato indipendente non dovrebbe più essere respinta, e l’ingiustizia storica subita dal popolo palestinese non dovrebbe più essere ignorata. La soluzione ideale è la soluzione a due Stati”, ha detto Wang, senza mai nominare Israele.
Nel suo discorso, il capo della diplomazia ha affrontato con parole chiare e definitive la “madre” di tutti i nodi irrisolti per gli interessi cinesi: “Taiwan alla fine tornerà nell’abbraccio della madrepatria” ribadendo la posizione dell’unica Cina e che la completa riunificazione dell’isola a Pechino sarà presto raggiunta.
Per quanto riguarda la guerra tra Ucraina e Russia, Wang ha detto che “la fine della crisi in Ucraina rimane illusoria. Bisogna fare pressione su una de-escalation al più presto possibile”. Poi ha assicurato che Pechino “non sta gettando benzina sul fuoco né sfruttando la situazione per guadagni egoistici” ma semmai sta promuovendo i colloqui di pace per l’Ucraina.

Quest’ultima sembrava anche una risposta all’incontro che Wang ha avuto venerdì sera con Antony Blinken. Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, infatti, aveva trasmesso al suo omologo cinese, Wang Yi, la sua “grave preoccupazione” per il sostegno che, secondo Washington, Pechino offre all’industria militare russa per la guerra in Ucraina. Dopo l’incontro, in una conferenza stampa, Blinken ha rivelato di aver espresso la sua “grave preoccupazione” perché Pechino sta “alimentando il meccanismo bellico russo e perpetuando una guerra (quella ucraina) che la Cina dice di voler vedere terminata”. “Non ha senso quando Pechino dice, da un lato, che vuole la pace e la fine del conflitto, ma dall’altro lato, sta permettendo alle sue aziende di prendere misure che aiutano” il presidente russo Vladimir Putin nella guerra, ha affermato ieri sera Blinken. Il capo della diplomazia americana ha anche sostenuto a Wang l’importanza di “mantenere la stabilità” a Taiwan, che la Cina considera una provincia ribelle e gli Stati Uniti hanno promesso di difendere in caso di invasione, e ha ribadito le sue preoccupazioni per le “attività destabilizzanti” di Pechino nel Mar della Cina meridionale. Nel suo discorso pronunciato il giorno dopo a UNGA79, il ministro degli Esteri cinese sembra aver replicato con altrettanta fermezza alle affermazione del collega americano.