“Se cominciamo a investire sulle piccole e medie imprese, allora tutta la società ne trarrà benefici”. Con queste parole Lucia Silva, Group Chief of Sustainability and Social Responsibility di Assicurazioni Generali, è intervenuta alla tavola rotonda organizzata dalla Rappresentanza italiana all’ONU, in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), intitolata “Campioni della sostenibilità: rafforzare le PMI per un futuro resiliente al clima”, che si inserisce nel quadro più complesso dell’Assemblea Generale e della New York Climate Week.
L’obiettivo è aprire uno spazio di dialogo incentrato sulla costruzione della resilienza delle catene di approvvigionamento globali contro le conseguenze di catastrofi naturali sempre più frequenti.
“Siamo qui per ricordare che le PMI sono la spina dorsale dell’economia mondiale – ha introdotto il Rappresentante d’Italia all’ONU, l’ambasciatore Maurizio Massari. – Solo giorno fa è stato adottato il patto per il futuro dove viene enfatizzato quanto è importante raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. A questa tavola rotonda partecipano diversi ospiti che si impegnano nel campo della sostenibilità e per garantire una stabilità finanziaria”.
Silva ha spiegato che Generali è impegnata sia a mitigare le conseguenze del cambiamento climatico attraverso una serie di investimenti sia a sostenere le persone, i propri clienti, nella fase di riadattamento nel caso in cui venissero colpiti da un evento catastrofico. “Finora ci siamo concentrati sull’Europa, perché è il nostro mercato principale e abbiamo riscontrato che il Green deal non include le PMI. Andando a modificare solo le grandi aziende a pagarne le conseguenze sono proprio le attività minori. Vogliamo creare nuove partnership e proporre, come abbiamo fatto in Malesia, per esempio, l’idea di aprire un sito web che informi tutte le imprese dei rischi che possono incorrere nel caso di una catastrofe ambientale”.
È Intervenuto anche Marcos Athias Neto, direttore del polo per la finanza sostenibile dell’UNDP. “Negli ultimi trent’anni abbiamo misurato il progresso ed è sempre cresciuto tranne nel 2020 e nel 2021, a causa della pandemia. Da allora oltre 100 milioni di persone sono tornate allo stato di povertà”. Neto denunciato che il 90% della popolazione mondiale è impegnata in una PMI e, quando si tratta dei Paesi in via di sviluppo, rappresentano circa il 50% del PIL. Circa il 46% del cibo nel mondo viene prodotto da un agricoltore, considerato PMI. “Dobbiamo proteggere la loro resilienza finanziaria per far fronte all’incremento dei rischi. Sono coloro che dipendono di più dal clima e dall’innalzamento dei prezzi, ma anche i più carenti di garanzie”. I dati stimano che, in Africa, solo l’1% degli agricoltori è protetto da assicurazione e nel Sud-Est asiatico solo il 5% di produttori ha un qualche tipo di protezione finanziaria.
Attraverso una serie di domande ed esempi concreti, leader italiani del settore, fra i quali Paolo Lombardo, responsabile della Direzione Cooperazione Internazionale e Finanza per lo Sviluppo di Cassa Depositi e Prestiti, e l’avvocata Annie Borello Fiorilla di Santa Croce, hanno potuto confrontarsi con responsabili politici, quali il ministro degli Esteri eritreo Osman Saleh Mohammed e il ministro dell’Ambiente e della Sanità burkinabé Roger Baro, in merito a strategie innovative, pratiche di resilienza e soluzioni utili per sostenere le PMI.