L’Italia è un grande Paese, “la seconda manifattura in Europa, la quarta potenza commerciale mondiale, una economia che cresce e un Paese che da un contributo importante anche all’Onu e alle sue missioni” e pertanto non può essere considerato un “Paese di serie B” in una eventuale riforma del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Così ci ha risposto il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, quando gli abbiamo chiesto a chi si riferisse, secondo lui, il Segretario Generale Guterres, quando in un passaggio del suo discorso in aula sulla riforma del Consiglio di Sicurezza, ha detto che “coloro che detengono il potere politico ed economico – e coloro che credono di averlo – sono sempre riluttanti al cambiamento… ma lo status quo sta già prosciugando il loro potere. Senza riforme, la frammentazione è inevitabile e le istituzioni globali diventeranno meno legittime, meno credibili e meno efficaci”. A quali paesi che ‘ostacolerebbero’ la riforma si riferiva Guterres con quel ‘credono di averlo il potere’?
“Non lo so, dovete chiederli a Guterres” ha replicato Tajani, ribadendo il no a qualsiasi ipotesi di riforma che aumenti i seggi permanenti del Consiglio di Sicurezza. Una opposizione ormai trentennale a quello che una volta si chiamava “quick fix”, e che l’amministrazione Clinton aveva cercato facendo entrare due paesi come Germania e Giappone + India e penalizzando l’Italia. “Io dico soltanto che la riforma delle Nazioni Unite non può avere Paesi di serie A e di serie B. Quindi credo che l’Italia non possa essere considerato un Paese di serie B in una eventuale riforma, per questo ci opponiamo a riforme che pensano di escludere l’Italia, o mettere altri Paesi al posto dell’Italia. Questo è inaccettabile”. “Abbiamo oltre mille militari italiani che sono in Libano in un momento di grande tensione internazionale, sono sotto le bombe per garantire pace e stabilità in nome delle Nazioni Unite. Quindi credo che l’Italia non possa essere considerato un Paese di serie B” ha concluso Tajani, “è inaccettabile”.
Durante il punto stampa, Tajani ha riferito anche dell’incontro avuto con il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi. “Per quanto riguarda il cessate il fuoco – a Gaza e Libano – ho trovato una disponibilità da parte dell’Iran, almeno formalmente. L’Iran dovrà secondo me parlare con Hezbollah, con gli Houthi. Per loro resta chiave il cessate il fuoco a Gaza e noi stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per convincere anche Israele”.

Tajani ha ribadito che l’Italia ha oltre 1000 caschi blu in Libano nella missione dell’UNIFIL che “sono elemento di garanzia di pace. Sono in sicurezza ma al momento è difficile. Li stiamo seguendo minuto per minuto. Il ministro Crosetto ha già scritto alle Nazioni Unite affinché venga garantita la sicurezza dei nostri militari”.
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, ci sarà nel pomeriggio di martedì una riunione di alto livello del Consiglio di Sicurezza (con la partecipazione di Zelensky e Biden) alla quale parteciperà per l’Italia il vice premier e ministro degli Esteri Tajani che sul conflitto ha detto ai giornalisti: “Il nostro obiettivo è costruire la pace e arrivare ad un cessate il fuoco: servirà una conferenza di pace, che sicuramente non potrà concludersi con la resa dell’Ucraina”. Tajani, ha aggiunto che a suo avviso sarà necessario coinvolgere anche la Cina nelle discussioni. E rimarcando come la Russia non possa pensare di “arrivare al tavolo dei negoziati, quando sarà aperto, con la soluzione della sua vittoria: quella non sarebbe una pace ma una sconfitta dell’Ucraina, che è vittima di una aggressione”.
Al ministro avevamo anche chiesto una reazione al discorso pronunciato dal Presidente Joe Biden in aula: “Buono…Sul Medio Oriente ha avuto una posizione molto chiara di condanna del 7 ottobre”, ma ha aggiunto anche “la preoccupazione e la condanna per quello che è accaduto alla popolazione civile palestinese che è vittima innocente di Hamas”. Biden “ha fatto discorso lucido e positivo che condividiamo anche sulla soluzione a due stati che è la posizione del G7, come emerso nella riunione che si è svolta ieri sera”, ha continuato Tajani, spiegando che Biden non ha fatto altro che insistere “sulla linea delle grandi democrazie occidentali”.
Quando è stato chiesto al ministro di cosa stesse parlando, mentre avveniva il discorso di Biden in aula, quando la telecamera lo ha inquadrato accanto all Segretario di Stato Antony Blinken nel mezzo di una conversazione, lui ha replicato: “Di quello che si era parlato già ieri alla riunione dei ministri del G7, soprattutto sulla crisi in Medio Oriente. Stiamo cercando di trovare soluzioni alle tensioni…”.