Dall’Ucraina al Libano, dalle Riforme ONU alle droghe sintetiche, dall’Intelligenza artificiale a Elon Musk a… Michael Jackson. E’ a tutto campo il punto stampa che Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, concede ai giornalisti inviati e corrispondenti riuniti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite.
E’ martedì pomeriggio, la mattina ha già parlato il Segretario Generale Antonio Guterres e il presidente Joe Biden a UNGA79, la premier italiana interverrà di nuovo sul podio dell’Assemblea Generale – lo aveva già fatto ieri per il vertice sul futuro- tra poche ore. Ha pazienza con i reporter che la circondano e si sovrappongono con le domande, anche quella sulla scelta di Elon Musk – ormai è un supporter convinto di Donald Trump – per consegnarle il premio dell’Atlantic Council ricevuto ieri sera. “Musk è sicuramente una delle personalità più interessanti del nostro tempo, è una scelta che abbiamo fatto mesi fa ma non c’entra nulla con la campagna americana” risponde decisa Meloni, che aggiunge: “Mi pare che il tentativo di schierare l’Italia sia soprattutto un tentativo italiano ma non mi sembra particolarmente intelligente”. A chi le chiede se avesse avuto contatti con Trump o la sua campagna elettorale a New York, dice decisa di no.

Sull’Ucraina, parla dell’incontro con Volodymir Zelensky al Palazzo di Vetro e conferma l’impegno italiano a supporto dell’Ucraina “per tutto il tempo necessario”. “La posizione italiana non cambia”, anche quando qualcuno cerca di provocarla perché non andrà al pranzo convocato da Biden con gli alleati e il presidente ucraino domani, dicendo che forse è un segnale di politica in cambiamento: macché, “la riunione era stata decisa tempo fa per oggi, poi all’ultimo momento è stata spostata per volontà degli USA a domani e noi avevamo già impegni presi. Ma riuscirò a partecipare on-line”.
Sul Libano, Meloni afferma che una guerra su larga scala non conviene a nessuno: “Sul Libano la grande sfida è arrivare in qualche maniera ad un cessate il fuoco, ad una de-escalation. Penso che ovviamente Israele abbia pur sempre il diritto a difendersi ma che una guerra su larga scala non convenga a nessuno. Quindi stiamo continuando a passare i nostri messaggi di moderazione, stiamo lavorando come sempre con i nostri alleati, anche come presidenti del G7, e con loro dobbiamo valutare le iniziative da portare avanti ma ci sono delle interlocuzioni che si stanno muovendo, ovviamente partendo sempre dalla necessità di fare tutti qualche passo indietro”. Meloni ha aggiunto di aver chiesto all’Onu – come ha detto anche Tajani – più sicurezza per soldati italiani di Unifil.
Con Joe Biden incontri separati in occasione dei suoi interventi nell’iniziativa della Coalizione Globale contro la minaccia delle droghe sintetiche. Qui Meloni ha accolto “con favore la proposta del presidente Joe Biden” contro la minaccia delle droghe sintetiche, e la premier ha annunciato “la disponibilità dell’Italia a condividere la propria esperienza per lavorare insieme a un piano d’azione congiunto sui sistemi di allerta precoce per il traffico e il consumo di droghe sintetiche, inclusi il fentanyl”. “Non vediamo l’ora – ha aggiunto – di metterci al lavoro, poiché la sfida che ci attende è la più grande di tutte. Chi opera nel campo delle dipendenze, sia in termini di prevenzione che di riabilitazione, ci ricorda che quando si cura una malattia si può vincere o perdere, ma quando si cura una persona, si può solo vincere”.
Durante la missione alle Nazioni Unite, Meloni ha avuto vari bilaterali, tra cui uno con il presidente turco Erdogan con cui ha parlato anche di riforma del Consiglio di Sicurezza (entrambi paesi fanno parte del gruppo Uniting for Consensus). A proposito di riforme, quando le chiediamo, dopo che quel discorso all’Atlantic Council in cui ha cercato di “svegliare” l’Occidente, una opinione sui discorsi di stamattina del Segretario Generale Antonio Guterres e del Presidente Joe Biden all’Assemblea Generale, Meloni ha ripreso subito l’argomento della riforma del Consiglio di Sicurezza (sia Guterres che gli USA sostengono un allargamento con nuovi seggi permanenti).
Meloni ha ribadito il suo no alla nuova proposta statunitense di riforma del Consiglio di Sicurezza Onu, che prevede l’allargamento del numero di membri permanenti a 11, +6 dagli attuali P5 (quindi aggiunta di due per l’Africa, uno per Sud America, e poi uno per India, Germania, Giappone).` “Il multilateralismo funziona se ha organismi che funzionano”, ha detto Meloni, ”quindi non bisogna rischiare di fare riforme che servono solo a creare nuove gerarchie e magari accontentare qualcuno ed escludere i piu'”. “Noi non siamo favorevoli a nuovi seggi permanenti nel Consiglio di Sicurezza ma a una riforma che possa far sentire tutti quanti più coinvolti, con la possibilità di indicare nuovi seggi regionali a rotazione per rappresentare tutti”, ha ribadito Meloni.

Nel corso dell’incontro con la stampa italiana la premier ha anche parlato della vicenda Commerzbank spiegando che non riguarda il governo anche se non esclude di “coadiuvare soluzioni” e anche difeso le mosse del governo in merito alla trattiva con Stellantis: “farà la sua parte per aiutare i lavoratori, dialogando con l’azienda con una interlocuzione che tenga conto degli interessi del Paese, e della difesa dei siti produttivi”, ha tra l’altro detto. Poi, alla domanda anche sul referendum sulla cittadinanza -obiettivo ottenere 5 anni per la residenza legale continuativa, ovvero il termine dopo il quale gli stranieri possono diventare ‘nuovi italiani’- Meloni da New York mette i freni anche a Forza Italia, il partito del suo ministro degli Esteri Antonio Tajani, che giovedì riunirà i gruppi parlamentari per mettere a punto la proposta di legge. ”Penso che l’Italia abbia un’ottima legge sulla cittadinanza – dice Meloni durante il punto stampa al Palazzo di Vetro – e questo è dimostrato dal fatto che siamo tra le nazioni europee che concede il maggior numero di cittadinanza, dunque non ne ravvedo la necessità’’.
Ma è l’ultima domanda che fa brillare gli occhi a Giorgia Meloni, facendola tornare alla sua gioventù. Le chiedono della sua passione per Michael Jackson, citato ieri durante la premiazione all’Atlantic Council. “Potrei parlare per ore di Micheal Jackson, sono stata una grandissima sua fan e non ho scherzato ieri quando ho detto ‘my english teacher’, perché ho iniziato a cimentarmi con l’inglese per tentare di capire cosa dicessero i testi della sua canzone, quindi lo ringrazierò a lungo per avermi aiutato a parlare dignitosamente l’inglese”.
La canzone preferita? “La mia preferita è ‘Man in the mirror’, quella che ho citato ieri”. Andando via, un giornalista fa una battuta: ‘Presidente, ora deve andar via col moonwalking…”, lei ride divertita e prontamente risponde: “No, non so’ capace”.