640 mila vaccini distribuiti in tre giorni, circa 150 dosi somministrate al minuto. È il traguardo ambizioso che 2.700 operatori delle Nazioni Unite, suddivisi in 708 squadre, puntano a raggiungere cominciando già da oggi, sabato 31 agosto, fino a martedì 3 settembre, per cercare di fermare l’epidemia di poliomielite di Tipo 2 che sta decimando i bambini della Striscia di Gaza. Secondo quanto annunciato da Rik Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per i Territori palestinesi occupati, l’esercito israeliano e Hamas hanno concordato brevi pause scaglionate durante le tre giornate per permettere agli assistenti sanitari di somministrare le dosi di vaccino in sicurezza.
I funzionari del Ministero della Sanità palestinese ha confermato che la campagna di vaccinazione è già cominciata “nella regione centrale”, ha dichiarato all’AFP Moussa Abed, direttore dell’assistenza sanitaria primaria presso il Ministero della Sanità di Gaza.
Forse un miracolo, ma è decisamente il timore di una futura crisi pandemica, che potrebbe mettere in ginocchio sia l’una che l’altra parte, ad aver spinto Israele e Hamas a scendere a un compromesso dopo 11 mesi di guerra e di negoziati fallimentari. L’OMS lavorava a un accordo da sei settimane, quando ha denunciato di aver trovato tracce dei virus nelle acque reflue della Striscia. Quattordici giorni fa è arrivata la conferma di quel sospetto, registrando il primo caso di poliomielite a Gaza, dopo 25 anni, in un bambino di un anno.
Se, da una parte, brevi e sporadici cessate il fuoco possono aiutare gli operatori sanitari ad agire in sicurezza, dall’altra l’OMS denuncia anche che la vera sfida sarà raggiungere le centinaia di migliaia di bambini palestinesi che vivono in rifugi temporanei. Senza contare che, a Gaza, la maggior parte delle infrastrutture è in rovina e che, quindi, dovranno appoggiarsi solo alle proprie forze.
Undici mesi di guerra hanno permesso che si sviluppassero le condizioni ideali per la diffusione di poliomielite. Nonostante, nel 2022, i tassi di copertura vaccinale contro il poliovirus erano del 99%, la maggior parte dei 2,2 milioni di abitanti a Gaza vivono in situazioni degradate, senza accesso ad acqua pulita, fognature e servizi igienici funzionanti. Il capo dell’Agenzia umanitaria delle Nazioni Unite (OCHA), Georgios Petropoulos ha dichiarato a NBC che, nella Striscia, è “quasi impossibile” non contrarre una malattia perché la situazione è così grave che è molto facile trovare tracce di feci umane nella poca acqua a disposizione – come ci si ammala di poliomielite.