Su richiesta del Regno Unito, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha tenuto una riunione d’emergenza giovedì pomeriggio a New York per discutere gli ultimi sviluppi in Medio Oriente, soprattutto riguardo al piano di vaccinazione a Gaza dove è riapparsa la poliomelite.
Joyce Msuya, responsabile ad interim dell’OCHA, la sezione dell’ONU che si occupa di coordinare gli affari umanitari e gli aiuti d’emergenza, ha detto agli ambasciatori che gli operatori umanitari stanno lavorando “senza sosta” per fermare la diffusione della poliomielite nell’enclave, dopo che la settimana scorsa è stato rilevato il primo caso in 25 anni. Msuya ha affermato che “la situazione a Gaza è più che disperata”.
Mike Ryan dell’OMS ha detto al Consiglio che la campagna antipolio deve “segnare un cambiamento significativo” nell’intero processo di distribuzione degli aiuti a Gaza, che deve avvenire “su larga scala, a un ritmo molto più rapido e senza alcun ostacolo”.
L’incontro d’emergenza del Consiglio si teneva dopo l’attacco israeliano contro una squadra di funzionari umanitari dell’ONU del Programma alimentare mondiale (WFP) che a Gaza cercavano di distribuire cibo alla popolazione, un’azione che ha spinto l’agenzia a sospendere le sue operazioni nell’enclave devastata dalla guerra. L’attacco contro gli operatori umanitari del WFP è avvenuto martedì sera, a pochi metri da un checkpoint controllato da Israele. I militari israeliani hanno detto che si è trattato di un errore di comunicazione, ma negli interventi gli ambasciatori hanno avvertito Israele che non saranno più tollerati attacchi alle forze umanitarie dell’ONU, un monito ripetuto soprattutto dal rappresentante degli Stati Uniti.

I Quindici ambasciatori si riunivano anche dopo l’escalation della violenza dei coloni in Cisgiordania seguito dall’intervento dell’esercito israeliano a Jenin, città del West Bank, che ha causato almeno 14 morti. Anche il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, a poche ore dalla riunione del Consiglio ha condannato questo intervento israeliano nel West Bank.
Nel frattempo, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) continua a coordinarsi con altre agenzie delle Nazioni Unite per fornire i vaccini antipolio, nonostante i rischi che corrono i suoi dipendenti.
Dall’inizio della guerra in ottobre, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, più di 40.000 persone sono state uccise e oltre 93.000 ferite a Gaza, molti dei quali donne e bambini, e più di 17.000 bambini palestinesi non sono accompagnati o sono separati dai loro parenti e tutori. Inoltre, stanno aumentando le segnalazioni di maltrattamenti nei confronti dei detenuti palestinesi in Israele.

“La nostra risposta umanitaria, già messa a dura prova, si trova ad affrontare difficoltà senza precedenti”, ha affermato Msuya, sottolineando che sono in corso sforzi per fornire aiuti umanitari, compresi i tanto necessari vaccini antipolio. “Solo nell’ultima settimana, le nostre squadre sono state sfollate e colpite da colpi di arma da fuoco. Abbiamo perso uffici e magazzini e le scorte limitate hanno continuato a diminuire. I colleghi del Programma alimentare mondiale (WFP) sono stati colpiti due giorni fa dal loro veicolo contrassegnato e sono sopravvissuti per pura fortuna”, ha affermato la responsabile dell’OCHA.
“Non possiamo pianificare con più di 24 ore di anticipo perché facciamo fatica a sapere quali forniture avremo, quando le avremo o dove saremo in grado di consegnarle”, ha affermato Msuya, avvertendo poi i Quindici ambasciatori: “La vita di 2,1 milioni di persone non può dipendere solo dalla fortuna e dalla speranza”.
Gli ordini di evacuazione emessi dall’esercito israeliano sono aumentati vertiginosamente, con effetti devastanti sui civili, ha detto Msuya, sottolineando che finora questo mese sono stati emessi 16 di questi ordini. “Solo tra il 19 e il 24 agosto, sono stati emessi cinque ordini di questo tipo, il maggior numero di ordini emessi in una sola settimana dall’inizio di questa crisi”, aggiungendo che questi ordini hanno avuto un impatto su un quarto di milione di persone in 33 quartieri in Deir Al-Balah, Khan Younis e il nord di Gaza.
Msuya ha infine accennato agli sforzi instancabili di Sigrid Kaag, coordinatrice senior per gli aiuti umanitari e la ricostruzione, e il suo impegno con gli stati regionali e il governo di Israele per razionalizzare l’assistenza a Gaza ai sensi della risoluzione 2720 del Consiglio di sicurezza.
Il dottor Mike Ryan, vice capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in collegamento via video ha ricordato al Consiglio che il virus della poliomielite è riapparso in Palestina per la prima volta in 25 anni e che un bambino di 10 mesi è stato contagiato. Nato durante il conflitto, non era stato vaccinato. Il dottor Ryan ha confermato al Consiglio che questa domenica, 1° settembre, inizierà una campagna di vaccinazione antipolio in due fasi, affermando che “l’attuale epidemia a Gaza è un forte promemoria di quanto velocemente le malattie infettive possano riemergere in regioni in cui i sistemi sanitari sono compromessi” e aggiungendo che “molte altre malattie si stanno diffondendo mentre le nostre capacità collettive di prevenirle, individuarle e rispondervi continuano ad essere ostacolati”.
A Gaza sono state consegnate circa 1,26 milioni di dosi di vaccini. Presto arriveranno altre 400.000 dosi di vaccino. Oltre 2.180 operatori sanitari e operatori di sensibilizzazione della comunità sono stati formati per fornire vaccinazioni e informare le comunità sulla campagna.
Gaza: Little Abdul Rahman became the enclave’s 1st polio case in 25 yrs last week, suffering paralysis in his left leg. @UN_News spoke exclusively to his mother who told us constant displacement meant he couldn’t be vaccinated. pic.twitter.com/lQvyg6Zvs5
— UN News (@UN_News_Centre) August 28, 2024
Il vice rappresentante permanente del Regno Unito, James Kariuki, nel prendere la parola ha affermato che l’intensificazione da parte di Israele degli ordini di evacuazione con breve preavviso, anche in aree che dovrebbero fornire un rifugio sicuro, sta lasciando i palestinesi “senza un posto sicuro a cui rivolgersi”. Il diplomatico britannico h quindi esortato Israele a ridurre al minimo tali ordini e a fornire un preavviso sufficiente di almeno 48 ore.
Questo conflitto già “rappresenta di gran lunga il più mortale per il personale umanitario”, ha affermato il rappresentate del Regno Unito, ricordando che l’ONU ha confermato che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno aperto il fuoco su un veicolo del PAM proprio questa settimana. Facendo eco alle preoccupazioni per la recente epidemia di poliomielite, ha accolto con grande favore l’accordo di Israele di sospendere le operazioni militari in modo che l’OMS e le agenzie sanitarie partner possano portare avanti una campagna sicura ed efficace.

Quando è stata la volta dell’ambasciatore Robert Wood, vice rappresentante permanente degli Stati Uniti, il diplomatico americano ha assicurato il pieno sostegno della sua delegazione alla campagna di vaccinazione antipolio delle Nazioni Unite, che deve essere attuata a Gaza senza indugio: ”Esortiamo Israele ad astenersi dall’emettere ordini di evacuazione durante la campagna”, ha detto. “La vita dei bambini dipende da questo successo” Quindi Wood ha usato toni piuttosto forti contro i militari dell’IDF che hanno colpito i veicoli del WFP e del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), affermando che Israele “deve assumersi la responsabilità dei propri errori” e deve garantire che le sue forze armate non sparino nuovamente contro il personale delle Nazioni Unite.
Inoltre, l’ambasciatore americano ha detto che tutti gli attacchi retorici contro le Nazioni Unite e altri operatori umanitari a Gaza devono finire, chiaramente riferendosi alle passate dichiarazioni dei vari esponenti del governo Netanyahu nei confronti degli operatori dell’ONU accusati di complicità con Hamas. Il rappresentante degli Stati Uniti ha poi ricordato che il briefing di oggi sottolinea la necessità di finalizzare un accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi, sottolineando che “il momento è adesso”.
L’ambasciatore Dmitry Polyanskiy, vice rappresentante permanente della Russia, ha affermato che il Consiglio di sicurezza deve garantire che l’ONU e le sue agenzie possano continuare il loro lavoro a Gaza. “Tutte queste parole pronunciate oggi si sono trasformate in futili cliché”, ha attaccato il diplomatico russo, ricordando la devastazione di Gaza e la sofferenza della sua popolazione, nonché il recente incidente che ha coinvolto le forze israeliane che hanno sparato su un veicolo delle Nazioni Unite. Quasi tutta la popolazione ha bisogno di assistenza, e allo stesso tempo, le agenzie delle Nazioni Unite avvertono che “non esiste uno spazio sicuro a Gaza” nel contesto dell’epidemia di malattie infettive come la poliomielite. È necessario quindi, ha ribadito il diplomatico russo, un cessate il fuoco sostenibile e a tempo indeterminato, aggiungendo che la comunità internazionale deve esigere che Israele ponga fine agli attacchi contro gli operatori umanitari. Tuttavia, per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza, ha detto Polyanskiy, il Consiglio di Sicurezza deve agire utilizzando gli strumenti esistenti a sua disposizione, ma “ciò che manca è la volontà politica di farlo”.
Geng Shuang, ambasciatore e rappresentante permanente della Cina, durante la riunione ha sottolineato che nonostante le molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza e le misure annunciate dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ), la situazione a Gaza non è migliorata. “Piuttosto, la situazione ha continuato a peggiorare”, ha detto, sottolineando le morti, la distruzione e gli sfollamenti in corso. “Israele ha continuato a reprimere e limitare ulteriormente le Nazioni Unite e altre organizzazioni umanitarie, rifiutando spesso la consegna di forniture come il carburante”, ha aggiunto il diplomatico cinese. L’ambasciatore cinese ha inoltre sottolineato le minacce poste dall’epidemia di poliomielite ai bambini della Striscia. Il virus “non conosce confini”, ha affermato Geng Shuang, esprimendo sostegno all’appello del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che esorta Israele a fornire garanzie di sicurezza e facilitare la campagna di vaccinazione. Così facendo, Israele agirebbe “in modo responsabile nei confronti dei propri figli e di quelli della regione”.
All’uscita del Consiglio di Sicurezza, all’ambasciatore Robert Wood (vedi video sopra) abbiamo chiesto se fosse, col suo intervento, cambiato l’atteggiamento degli Stati Uniti nel modo di affrontare all’ONU la guerra d’Israele a Gaza, soprattutto nei toni, come quando, riguardo a colpi sparati contro gli operatori umanitari dell’ONU, Wood ha detto che Israele “deve assumersi la responsabilità dei propri errori”.
“No, non mi sembra” ha replicato Wood, “abbiamo ripetuto quello che già abbiamo detto in passato, siamo molto preoccupati per la situazione umanitaria a Gaza e degli attacchi contro i convogli e coordinatori umanitari. Non abbiamo detto niente di nuovo”.
Forse allora è come lo dite? Per mesi su questa crisi si attendeva un linguaggio più forte da parte degli USA al Consiglio di Sicurezza…
“Penso che non avete ascoltato bene i miei precedenti interventi”.
Forse allora i diplomatici della missione degli USA all’ONU sentono la pressione esercitata dall’accesa campagna elettorale in corso in cui è candidata la vicepresidente Kamala Harris?
“Penso che sappiate che io qui non parlo di politica ma di policy (le linee della politica da eseguire, ndr). Io qui lavoro per l’Amministrazione Biden-Harris, non faccio politica e non scrivo nemmeno recensioni di libri” ha concluso Wood.
Sotto la conferenza stampa di Rik Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per i territori palestinesi occupati, sulla campagna di vaccinazione contro la poliomielite e più in generale sulla situazione sanitaria a Gaza e su cosa sta facendo il team delle Nazioni Unite per rispondere.