“Hezbollah ne pagherà il prezzo”, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in seguito al bombardamento a Majdal Shams, nelle Alture del Golan in Libano, dove sono morti 12 bambini. Il gruppo terroristico ha negato qualsiasi responsabilità in merito. Il Segretario Generale Antonio Guterres ha condannato l’attacco e ha richiamato tutte le parti alla “moderazione, evitando ulteriori escalation. Tutte le parti devono urgentemente impegnarsi per la piena attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza e arrivare a un cessate il fuoco”.
Durante la conferenza stampa al Palazzo di Vetro, è intervenuta anche Sigrid Kaag, Coordinatrice per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza ai sensi della Risoluzione 2 del Consiglio di Sicurezza, che in questo momento si trova in Giordania e che nei giorni scorsi ha visitato degli ospedali nella Striscia. “Chiediamo un immediato cessate il fuoco. La situazione è gravissima. Ogni volta che ritorno non riesco a credere alla distruzione che mi ritrovo davanti. È inconcepibile”. Una tregua è necessaria anche per la distribuzione degli aiuti umanitari, ha sottolineato la coordinatrice. “Stiamo lavorando affinché le forniture arrivino attraverso Cipro, Giordania, West Bank ed Egitto. Ma i nostri operatori e anche quelli delle altre ONG si ritrovano senza alcun tipo di protezione. Dobbiamo finalizzare la Risoluzione 2728”.

Kaag ha osservato anche che, date le alte temperature e la mancanza di acqua pulita, nella Striscia è sempre più alta la probabilità di prendere delle malattie, fra cui persino la poliomelite. “Per fortuna grandi percentuali della popolazione di Gaza, in passato, erano già state vaccinate. Ma ci servono altre dosi per coprire e prevenire nuove infezioni”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) sta lavorando affinché anche i partner contribuiscano con finanziamenti ingenti a inviare dei vaccini, secondo quanto riportato dalla coordinatrice.
Per quanto riguarda invece la ricostruzione di Gaza, quando si arriverà a un cessate il fuoco definitivo e le truppe israeliane saranno ritirate, si parla di scuole pubbliche e private, infrastrutture, ospedali, case – intere città devono ripartire da zero. La coordinatrice Kaag ha assicurato che le Nazioni Unite collaboreranno con le autorità di Gaza affinché arrivino degli investimenti, ma ha menzionato alcuna cifra. “Sarà difficile fare una stima”, ha dichiarato Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario Generale. Lo scorso maggio, nell’ultimo report del Programma ONU per lo Sviluppo (UNDP) si parlava di un numero fra i 30 e i 40 miliardi di dollari.