Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà all’Onu dal 5 al 7 maggio, una visita che avrà come palcoscenico principale le Nazioni Unite, con un discorso davanti all’Assemblea generale sul tema: “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni”.
L’incontro con il Segretario Generale Antonio Guterres promette di essere un’occasione di riflessione condivisa in un periodo di grande complessità nella cooperazione multilaterale. Il programma prevede la partecipazione all’apertura dei lavori della Conferenza dedicata al ruolo della Pace, Giustizia e Istituzioni per lo sviluppo sostenibile, uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu.
L’evento segna il ritorno del Capo dello Stato negli Stati Uniti, dopo le visite del 2016 e 2019. Il colloquio con il Presidente Barack Obama del 2016, nel suo ultimo anno alla Casa Bianca, avvenne in un contesto che vedeva l’Italia al centro di un impegnativo scenario geopolitico.
Nello Studio Ovale, in un’atmosfera di grande cordialità, furono discussi temi di rilevanza internazionale come la lotta al terrorismo di matrice islamica, la stabilizzazione della Libia e il problema delle migrazioni, considerato dal Presidente Obama una “emergenza globale, non un problema solo europeo”.
La situazione libica monopolizzò il confronto, facendo emergere l’importanza della cooperazione transatlantica nel fronteggiare le sfide del Paese nordafricano. I Presidenti concordarono sulla necessità di agevolare il processo di formazione del governo di unità nazionale e discussero delle implicazioni di un’eventuale missione militare di supporto.
Obama espresse gratitudine all’Italia per l’impegno in Iraq nella protezione della diga di Mosul, sottolineando le catastrofiche conseguenze derivanti dalla sua possibile distruzione. Il Presidente americano, al termine dell’incontro, fece un riferimento personale, ricordando la loro comune esperienza accademica: “Come me, Mattarella è stato professore di diritto, il che crea una forte affinità tra noi”.
A Washington, Mattarella vide a colazione il Vice Presidente Joe Biden e successivamente, a Capitol Hill, il Presidente della Camera dei Rappresentanti, Paul Ryan, e la Minority Leader Nancy Pelosi, notoriamente orgogliosa e attenta alle sue origini italiane. A New York, alle Nazioni Unite, il Capo dello Stato incontrò il presidente dell’Assemblea generale, Mogens Lykketoft, e il Segretario generale,
Ban Ki-Moon, affrontando temi quali la crisi in Libia e l’accordo raggiunto alla Conferenza di Parigi sul clima. In quelle settimane a Palazzo di Vero, il Governo italiano, d’intesa con la Rappresentanza permanente, guidata dall’ambasciatore Sebastiano Cardi, era attivamente impegnato a sostenere la candidatura italiana al seggio non permanente del Consiglio di Sicurezza per il 2017/2018.
Le votazioni portarono alla condivisione dell’incarico tra Italia e Olanda che si alterneranno nel ruolo durante il biennio. Non mancò un caloroso incontro con la comunità italiana nella hall del Museo Guggenheim, alla presenza del Governatore dello Stato di New York, Andy Cuomo.
Il Presidente salutò con un:”Today, I’m a New Yorker”. Alla Columbia University Mattarella tenne una lectio nella sala della “Rotunda”. Prima del trasferimento a Houston l’omaggio al Museo dell’immigrazione di Ellis Island e un incontro con il sindaco Bill de Blasio. La visita al Centro Spaziale della NASA offrì al Presidente l’opportunità di sottolineare il contributo attivo dell’Italia nella costruzione di molte componenti delle navicelle spaziali.
Ad attendere Mattarella e la figlia Laura gli astronauti italiani. Nel 2019, il Presidente Mattarella tornò negli Stati Uniti, ricambiando la visita ricevuta da Donald Trump. L’incontro alla Casa Bianca durò quasi due ore, il Presidente americano nell’occasione ribadì la necessità di aumentare le spese per la difesa in ambito NATO, ritenendo i contributi degli altri paesi insufficienti. Mattarella, a sua volta, ricordò il significativo apporto dell’Italia, sia come alleato solido e leale sia come Paese fondatore e contributore alle missioni militari coordinate dall’Alleanza atlantica e dalle Nazioni Unite.
Tra gli argomenti trattati vi furono i dazi anti-europei imposti dagli Stati Uniti e la crisi siriana, con una preoccupazione speciale all’offensiva della Turchia nell’area nord-est della Siria. Riguardo ai dazi, Mattarella mise in evidenza i rischi associati ad un aumento delle tensioni commerciali, sottolineando le possibili conseguenze negative per entrambe le sponde dell’Atlantico.
Restano impresse nella memoria le immagini dello Studio Ovale, con Trump impegnato in un interminabile susseguirsi di domande e risposte con i giornalisti su questioni nazionali ed internazionali, mentre un cortese e paziente Mattarella attendeva il momento per intervenire. In questo contesto, l’interprete italiana sollevò gli occhi dai suoi appunti, con incredulità e sorpresa, cercando di trovare il modo migliore per tradurre le espressioni del Presidente americano in un linguaggio politico appropriato.
La Tappa di San Francisco fu dedicata all’innovazione tecnologica, con visite a una società fondata da giovani italiani e a un’azienda con partecipazione italiana specializzata nella sicurezza informatica. All’Università di Stanford l’ultimo impegno con la partecipazione al. “Forum per l’Innovazione Italia-Usa”.