I carabinieri italiani saranno ancora una volta protagonisti nel rafforzare una delicata missione autorizzata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU per stabilizzare un paese in crisi? Sembra proprio di sì e il paese che dovranno soccorrere è Haiti, dove da mesi è attesa una forza multinazionale di polizia guidata principalmente dal Kenya. La missione, che non è di caschi blu dell’ONU ma è stata autorizzata da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza votata lo scorso ottobre, servirà a salvare la popolazione di Haiti che resta in preda delle violenze delle gang che hanno approfittato dell’instabilità (o meglio dire assenza) di un governo legittimo ad Haiti. Le forze di polizia haitiane da tempo non riescono più a contenere le violenze delle gang che rapiscono, stuprano, fino a uccidere donne, bambini e anziani per riaffermare il loro controllo del territorio. Una situazione non più sostenibile per la popolazione che ormai all’estremo attende con ansia l’arrivo delle forze di polizia del Kenya che dovrebbero aiutare a ristabilire l’ordine nello sfortunato stato caraibico.
I carabinieri italiani, che da anni sono riconosciuti come tra le migliori forze militari di addestramento per l’ordine pubblico in territori sconquassati da conflitti, avranno l’incarico di preparare le forze multinazionali che sono attese ad Haiti. Ma dove?

Dapprima si era pensato che i carabinieri e alcuni “tecnici” italiani fossero in partenza per Haiti. PassBlue, autorevole sito d’informazione americano che copre le notizie dall’ONU, ha pubblicato una intervista con William O’Neill, esperto delle Nazioni Unite e da poco nominato dall’Alto Consiglio ai diritti umani di Ginevra per tornare ad Haiti. Il funzionario americano nell’intervista ha dichiarato che l’Italia e la Spagna avevano accettato di mandare degli “esperti” per dare supporto alle missioni internazionali. O’Neil ha detto che “i keniani sono pronti a partire. Sono stati addestrati e controllati i loro zaini, hanno solo bisogno di un aereo e di un posto dove atterrare.… Gli italiani e gli spagnoli forniranno anche le squadre tecniche. Gli spagnoli invieranno esperti di intelligence con molta esperienza; alcuni di loro lavoravano nell’intelligence del gruppo terroristico basco Euskadi Ta Askatasuna (ETA). Le bande di Haiti sono come un asilo nido rispetto all’ETA. Gli italiani hanno molta esperienza con la mafia e la criminalità organizzata… Gli italiani formeranno i loro colleghi haitiani su come affrontare le reti criminali organizzate che hanno legami con la criminalità colombiana e messicana. Dagli Stati Uniti non arrivano solo armi, ma anche droga ad Haiti…”.

Dalle dichiarazioni di O’Neill a “PassBlue”, sembra in effetti che l’Italia stesse per inviare i suoi “addestratori” e “consiglieri tecnici” proprio ad Haiti, ma quando abbiamo chiesto chiarimenti alla missione permanente d’Italia all’ONU, ci è stato risposto che “non è previsto che i Carabinieri vadano ad Haiti, ma che svolgeranno la formazione della polizia del Kenya che invierà il proprio personale nella missione”. Più precisamente, “formeranno non le forze di polizia kenyote che andranno ad Haiti, ma gli addestratori kenyoti che formeranno chi andrà ad Haiti”. Dove avverrà questo training? “Al Coespu di Vicenza ma i dettagli sono ancora in via di definizione”.