Questo articolo è stato aggiornato il 21 Aprile
Si è chiusa venerdì la prima Settimana della sostenibilità delle Nazioni Unite e il Presidente dell’Assemblea generale Dennis Francis ha chiesto il riconoscimento degli sforzi congiunti per raggiungere gli obiettivi del Decennio dell’energia sostenibile ma anche messo in guardia sulle mancanze per raggiungere l’obiettivo 7 degli SDGs. La dichiarazione unanime del Decennio dell’energia sostenibile per tutti, proclamata nel 2012, mirava a sottolineare l’importanza di migliorare “l’accesso a servizi e risorse energetici affidabili, convenienti, economicamente sostenibili, socialmente accettabili e rispettosi dell’ambiente per lo sviluppo sostenibile”.
Francis ha affermato che nel corso del decennio ci sono stati sia risultati che passi indietro nel raggiungere l’obiettivo. Ha osservato che i paesi in via di sviluppo hanno registrato una crescita annua del 9,6% nell’installazione di energie rinnovabili e che la popolazione mondiale con accesso all’elettricità è aumentata dall’87% al 91% dal 2015. Tuttavia ha messo in guardia i 193 paesi membri dell’ONU che “il ritmo delle trasformazioni energetiche è ancora troppo lento e i benefici non sono condivisi equamente”.
Francis ha affermato che è necessario intraprendere azioni urgenti per affrontare questi problemi di sostenibilità, soprattutto perché più di 73 milioni di persone nei paesi meno sviluppati continuano a rimanere senza elettricità.
“Dobbiamo davvero garantire a tutte le persone l’accesso universale a un’energia conveniente, affidabile, sostenibile e moderna, aumentando sostanzialmente la quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale entro il 2030”, ha affermato il presidente di UNGA78.
L’esperto diplomatico di Trinidad e Tobago ha anche sottolineato il tentativo attivo di rendere l’energia rinnovabile tre volte più diffusa in tutto il mondo e di raddoppiare la quantità di energia risparmiata ogni anno. La cosa più importante, ha detto, è rettificare “…il grave fallimento morale evidente nel fatto che miliardi di persone vivono ancora senza energia adeguata, o senza alcuna energia, mentre altri, secondo quanto riferito, stanno pianificando vacanze lunari offerte commercialmente”.
Francis ha suggerito tre modi per raggiungere gli obiettivi: denaro, utilizzo delle risorse e cooperazione internazionale. Secondo Francis, sono necessari trilioni di dollari per accelerare la transizione energetica ed evitare gli impatti del cambiamento climatico. Francis ha sostenuto che tocca ai governi, ai settori privati, alla società civile e altri soggetti di mettersi a lavorare insieme per trovare innovazioni e promuovere l’azione. E infine, la cooperazione internazionale “deve continuare a essere l’alfiere dei nostri sforzi”.
Durante la settimana, ministri e dignitari hanno riflettuto sul ruolo dell’energia nel turismo, nei trasporti e nelle infrastrutture. Con il passare della settimana, il Presidente dell’Assemblea ha chiesto pari accesso ai trasporti sostenibili, soprattutto nelle comunità vulnerabili; un settore turistico globale con “profonde catene di valore locali che espandono la domanda di prodotti e servizi realizzati localmente” e di “infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti”, che renderanno le popolazioni più sicure contro i rischi naturali e sosterranno scambi e commercio, tra le altre cose cose. “Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi e traguardi entro il 2030, dobbiamo fare ogni sforzo per sostenere questo slancio politico dopo la conclusione ufficiale del decennio”, ha affermato Francis.

The meeting is held during the General Assembly Sustainability Week (15-19 April). (UN Photo/Loey Felipe)
Francis venerdì sera è apparso davanti ai giornalisti per rispondere alle domande (vedi video sopra). Gli abbiamo chiesto se avesse un messaggio per quei giovani che fino a prima della pandemia avevano partecipato a enormi manifestazioni di protesta per l’ambiente e la sostenibilità. Oggi le nuove generazioni di giovani occupano le università per la causa palestinese, ecco dovrebbero forse anche tornare a scendere in piazza per lo sviluppo sostenibile? O basta questa istituzione per portare avanti la causa della sostenibilità?
“Io sono stato chiaro e coerente nel mio incoraggiamento ai giovani, il futuro appartiene a loro” ha replicato Francis, che poi ha elaborato così il suo pensiero:
“L’Africa ha un atteggiamento molto adatto a questa situazione, in tutti i negoziati dice non potete ottenere nulla su di me senza di me! A mio avviso è un concetto ugualmente applicabile ai giovani. Che sono intelligenti e motivati, articolano e comprendono le questioni, quindi hanno il diritto di contribuire a risolvere la formazione del futuro, un futuro che erediteranno, un futuro in cui saranno loro poi a decidere, quindi dovrebbero essere coinvolti sempre. Ho partecipato a un evento per giovani qualche sera fa e una delle domande mi è stata chiesta da una giovane donna, molto brillante, in cui si lamentava che la gente le dice che dovrebbe aspettare finché non sarà più matura, magari a trent’anni, per dare il suo contributo all’azione ambientalista. ‘Ma perché dovremmo aspettare fino al 30?’ Mi ha chiesto e io le ho subito risposto senza mezzi termini: ma chi l’ha detto che dovresti aspettare fino a quando avrai 30 anni, sei già una giovane adulta e non devi aspettare, puoi parlare adesso ad alta voce con fermezza e decisione. Fatelo e l’ONU richiede e incoraggia il sostegno e l’impegno dei giovani, che hanno idee brillanti e che possono aiutare noi e quindi siamo felici e gratificati che ci sia un tale appassionato interesse a partecipare a questi processi per dare un contributo che stiamo sicuramente incoraggiandolo nel contesto del vertice del futuro (che si terrà a settembre, ndr), perché è il loro futuro. Siamo nella fase di passaggio della battaglia per l’ambiente. Il mio consiglio ai giovani è di restare coinvolti. Lo sviluppo sostenibile è un lavoro lungo, sono in politica da quasi 45 anni, le soluzioni non accadano in un istante, non è così che avviene il cambiamento. Quindi restate impegnati, espandete la vostra conoscenza, cercate di essere costruttivi ma non mollate, non mollate la lotta, è una lotta importante e chi è davvero impegnato nella lotta per lo sviluppo sostenibile, è coinvolto in una causa fondamentale”.

A sottolineare il messaggio lanciato dal presidente dell’Assemblea Generale, questa settimana ha partecipato ai lavori dell’ONU anche il Direttore Generale dell’International Renewable Energy Agency (IRENA), Francesco La Camera. L’energia rinnovabile, se sostenuta dai governi, può “cambiare veramente il panorama” in termini di raggiungimento di un accesso equo all’energia pulita e a prezzi accessibili, ma solo se si riesce a passare dall’”impegno all’azione”, ha detto il direttore di IRENA.
Garantire l’accesso a un’energia affidabile, sostenibile e moderna a prezzi accessibili per tutte le persone, ovunque si trovino nel mondo, è lo scopo dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 7 (SDG 7). Per La Camera “non ci sono difficoltà nel convincere i governi ad adottare le energie rinnovabili, ma dagli impegni all’azione c’è sempre qualcosa che ritarda. Ciò che è importante nei confronti dei paesi, con i nostri membri, è supportarli nella ricerca del modo giusto per tradurre l’impegno in azione. Come si può arrivare a triplicare la capacità di installazione di energie rinnovabili entro il 2030? La posta in gioco è come raggiungere realmente questo obiettivo”.
“Per accelerare la transizione è necessario superare alcune barriere strutturali oggi esistenti” ha continuato La Camera. “Le infrastrutture sono il primo ostacolo da superare. Senza elettricità efficiente e senza fornire interconnettività di stoccaggio, flessibilità e bilanciamento delle reti, non possiamo progredire. Modernizzare e costruire infrastrutture dove queste sono assenti è la massima priorità.

Ci sono anche problemi legati al quadro giuridico esistente. Il mercato è ancora concepito in modo da non favorire la diffusione delle energie rinnovabili. Ci sono ancora molti sussidi per progetti sui combustibili fossili che penso dovrebbero essere affrontati immediatamente”. Per il direttore di IRENA inoltre, “gli accordi di acquisto di energia sono concepiti in modo tale da scoraggiare lo sviluppo delle energie rinnovabili. I meccanismi dei prezzi di mercato spesso non supportano le energie rinnovabili perché necessitano di contratti a lungo termine per la stabilità e la sicurezza dell’elettricità fornita e dei costi da pagare”.
Infine, La Camera sostiene che ci vogliono più “professionisti qualificati e di una forza lavoro competente da dispiegare sul campo. Dobbiamo superare queste tre barriere se vogliamo davvero che il sistema energetico acceleri la transizione dai combustibili fossili, come richiesto alla COP28 di Dubai qualche mese fa”.
Come potrebbero i cittadini contribuire alla transizione verso le energie rinnovabili? Per La Camera bisogna essere “più efficienti in tutte le nostre scelte, ma ciò che è più importante è il contesto giuridico in cui tutti si sentono obbligati ad agire. Non possiamo soltanto invocare gli imperativi morali. La società crea inoltre un ambiente più facile e semplice in cui le persone possono fare le scelte giuste in termini di efficienza e risparmio energetico”.