Fumata nera per la domanda dello Stato della Palestina di ammissione come “full-member” delle Nazioni Unite: manca il consenso tra i Quindici. La scorsa settimana la presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva sottoposto la richiesta dell’Autorità Palestinese di diventare membro a pieno titolo dell’ONU al comitato per l’ammissione di un nuovo membro. Ma il Comitato, dopo un paio di riunioni la quale l’ultima tenuta, sempre a porte chiuse, giovedì pomeriggio in una sala nel seminterrato del Palazzo di Vetro, non ha raggiunto alcun consenso.
L’ambasciatrice di Malta Vanessa Frazier, presidente di turno per il mese di aprile del Consiglio di Sicurezza, all’uscita ha spiegato ai giornalisti la situazione di stallo. Già prima che si avvicinasse ai microfoni, l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia e poi quello dell’Algeria Amar Bendjama, allargando le braccia, avevano ripetuto: “No consensus”.
La scorsa settimana l’Autorità Palestinese aveva chiesto formalmente, inviando una lettera all’ambasciatrice Frazier, un rinnovato esame da parte del Consiglio di Sicurezza sulla sua richiesta del 2011 di diventare membro a pieno titolo dell’organismo mondiale. I palestinesi sono attualmente uno Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite, con lo stesso status della Santa Sede, cioè con il diritto di poter intervenire ma non di poter votare.
Frazier ha detto all’uscita della riunione di giovedì: “Non c’era consenso in questo secondo incontro del comitato. Comunque la maggioranza era chiaramente a favore con l’andare avanti. I paesi sottolineano il fatto che la Palestina soddisfa tutti i criteri che sono richiesti, anche ai sensi dell’art. quattro della Charter…”
La diplomatica maltese poi ha aggiunto: “Come presidente del comitato ho deciso che faremo circolare la nostra prima bozza di rapporto sotto un’obiezione di procedura, e vedremo i prossimi passi a partire da lì. Quindi se non ci saranno altre opposizioni sul rapporto, allora potrebbe essere il passo successivo per tenere un altro incontro del comitato, molto breve, un incontro per raccogliere la relazione e se ci sono problemi con l’accordo riferire. Intendo che essenzialmente il rapporto direbbe questo, non c’era consenso, a questo punto sarebbe molto simile al rapporto del 2011, e quindi non sarebbe opportuno andare a una delibera per il consiglio per un voto formale quando non c’è consenso…”
Subito dopo Frazier ha precisato: “Però sappiamo che ogni membro del Consiglio di sicurezza può presentare o segnalare in tal senso e in qualsiasi momento al Consiglio di votare, quindi il Consiglio non avrebbe bisogno, per votare una risoluzione sull’adesione palestinese, del rapporto del comitato”.
La diplomatica di Malta ha detto che la maggior parte dei membri del Consiglio erano favorevoli alla candidatura della Palestina per la piena adesione. Quindi le è stato chiesto se potesse fornire più chiarimenti al riguardo…
“Sì, la maggioranza di 2/3, cioè 10, erano a favore e per una risoluzione da essere messa sul tavolo lunedì prossimo e per essere votata. C’è un paese che lo sta dicendo questo in pubblico (Algeria, ndr), ma per il resto abbiamo l’obbligo di riservatezza su quello che succede nella riunione del comitato”. (I paesi contrari, oltre agli Stati Uniti, secondo informazioni circolate tra i giornalisti, dovrebbero essere: UK, Giappone, Sud Corea e Ecuador).

C’è stata una posizione dell’Unione Europea a riguardo? “Non risponderò per conto dell’Unione Europea, non c’era coordinamento”.
E con i palestinesi, dopo quello che è successo, ci ha parlato con loro? “Sono appena uscita dalla porta e ho parlato con voi prima. Non ho comunicato con qualcuno mentre ero in commissione”.
Ma potrebbe condividere alcune delle obiezioni a questo processo? “Il processo del comitato è importante, vorrei avere più discussioni nel comitato perché c’era una minoranza, il passaggio successivo è quello di concordare la relazione d’accordo con la commissione…”
Signora Presidente, ma non è delusa del fatto di non aver potuto ottenere un migliore risultato del 2011? Qual è la sua sensazione personale? “Questa è una decisione molto importante che deve essere presa, sull’adesione di qualsiasi paese sarebbe una decisione importante da prendere e penso che il processo comune sia importante, anche per sostenere l’integrità della stessa appartenenza palestinese. C’era da rispettare questo processo dove i paesi dicono chi entra, e non ci aspettavamo davvero che ci sarebbe stato subito il consenso, ma è stato davvero molto importante che i paesi si incontrassero per parlare e affrontare l’importanza che sentivano sulla richiesta e perché avrebbero voluto farla rapidamente. Mi piacerebbe vedere quello che pensano tutti e dobbiamo mostrare rispetto delle opinioni di tutti i paesi membri ed è ciò che abbiamo fatto”.