Ormai appare non solo certo, ma imminente un attacco dell’Iran contro Israele per ritorsione all’attacco (non rivendicato dagli israeliani) al consolato iraniano di Damasco che ha ucciso degli alti ufficiali dei pasdaran.
La missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha dichiarato giovedì che se il Consiglio di sicurezza dell’Onu avesse condannato l’attacco israeliano nella sede diplomatica a Damasco e avesse assicurato i responsabili alla giustizia, non si sarebbe posto per Teheran “l’imperativo di punire” Israele. “Se il Consiglio di sicurezza dell’Onu avesse condannato il riprovevole atto di aggressione del regime sionista nei confronti delle nostre sedi diplomatiche a Damasco e avesse assicurato alla giustizia i responsabili, l’imperativo per l’Iran di punire questo regime canaglia avrebbe potuto essere evitato”, ha scritto la rappresentanza diplomatica su X.
Had the UN Security Council condemned the Zionist regime’s reprehensible act of aggression on our diplomatic premises in Damascus and subsequently brought to justice its perpetrators, the imperative for Iran to punish this rogue regime might have been obviated.
— Permanent Mission of I.R.Iran to UN, NY (@Iran_UN) April 11, 2024
Al briefing giornaliero al Palazzo di Vetro abbiamo chiesto al portavoce del Segretario Generale dell’ONU se Antonio Guterres considererebbe giustificato un attacco di rappresaglia iraniano contro Israele, dato la mancata condanna del Consiglio di Sicurezza. Stephane Dujarric, dopo aver ribadito la posizione di Guterres sulla necessità di rispettare la Convenzione di Vienna, quindi di rispettare le ambasciate e i consolati, ha risposto: “Il Segretario Generale non vuole vedere alcuna violenza. Non vuole vedere un ulteriore inasprimento di una situazione che si è già aggravata parecchio negli ultimi sei mesi”.
Intanto il portavoce del Dipartimento di Stato degli USA Matthew Miller ha detto oggi che “continuiamo a essere preoccupati per i rischi di escalation in Medio Oriente. Il segretario di Stato Antony Blinken nelle ultime ore ha sentito i suoi omologhi turco, cinese e saudita per fare pressione sull’Iran”.