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Malta alla presidenza del Consiglio di Sicurezza Onu, la Francia rilancia su Gaza

L'ambasciatrice Vanessa Frazier presenta il programma per aprile, Parigi vuole nuova risoluzione "ambiziosa" per cessate il fuoco tra Israele e Hamas

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

Inizia un nuovo ciclo di riunioni per il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con la presidenza di turno che tocca a Malta per il mese di aprile. L’ambasciatrice maltese Vanessa Frazier, alla sua seconda esperienza da presidente dei Quindici come rappresentante di paese membro eletto, ha presentato lunedì ai giornalisti il programma del mese, dove spiccano le riunioni a livello ministeriale dedicate alla crisi in Medio Oriente, alle donne nei conflitti e la violenza sessuale, e una anche ai giovani e la sicurezza nel Mediterraneo (Frazier ha chiarito però che non si concentrerà sulla questione delle migrazioni ma solo sugli aspetti della “sicurezza”).

Ancora una volta, al centro delle domande dei giornalisti per la diplomatica della piccola nazione isolana  membro dell’UE, c’erano le polemiche sulla risoluzione  2728 che avrebbe dovuto imporre il cessate al fuoco a Gaza, il rilascio degli ostaggi e la consegna degli aiuti. Pur essendo stata approvata la scorsa settimana dai Quindici (con la sola astensione degli USA), si può ancora considerare “binding”, vincolante, dato che di fatto Israele continua a bombardare la striscia e i civili palestinesi continuano a morire ogni giorno? Quanto sta perdendo della sua credibilità il Consiglio ogni giorno che la risoluzione resta ignorata?

Vanessa Frazier (seated at left at dais), Permanent Representative of Malta to the United Nations and President of the Security Council for the month of April, briefs reporters on the programme of work of the Security Council for the month. (UN Photo/Loey Felipe)

Frazier ha ribadito che tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono “binding” e alla domanda su quale sarà il suo atteggiamento se la risoluzione continuerà invece a non essere rispettata, ha risposto: “Se la risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza continua a non essere attuata, il Consiglio di Sicurezza dovrà incontrarsi e discutere nuovi passi”. Per poi aggiungere: “Siamo in un momento in cui la priorità è l’attuazione del cessate il fuoco, perché senza questo l’attuazione di qualsiasi altra risoluzione è difficile”, ha aggiunto. Quindi bisogna spingere l’attuale risoluzione invece di pensare di passarne un’altra, che secondo l’ambasciatrice tra trattative varie “prenderebbe troppo tempo”.

E’ sembrato di avere un altro parere l’ambasciatore della Francia Nicolas de Riviere (vedi video sopra), quando prima di entrare alle prime consultazioni a porte chiuse dei Quindici nel pomeriggio, proprio su Gaza, ai giornalisti ha detto: “La Francia introduce oggi una nuova bozza di risoluzione onnicomprensiva, che anzitutto chiede un cessate il fuoco a Gaza senza una limitazione temporale, così come il rilascio immediato di tutti gli ostaggi, e condanna l’attacco del 7 ottobre di Hamas. Il Consiglio di Sicurezza deve fare di più, non si può più  aspettare”, ha aggiunto il diplomatico francese, sottolineando che si tratta di un “progetto ambizioso”.

Intanto c’è anche un altro fronte, sempre sulla crisi in Medio Oriente, che vedrà questo mese impegnato il Consiglio di Sicurezza e riguarda la richiesta che l’Autorità Nazionale Palestinese ha fatto all’Onu affinché voti questo mese sulla sua richiesta di diventare membro a pieno titolo dell’organismo internazionale. L’Ambasciatore palestinese al Palazzo di Vetro, Riyad Mansour, che ha lo status di osservatore permanente, ha detto che il Consiglio dovrà prendere una decisione sul tema durante l’incontro ministeriale del 18 aprile, ma il voto deve ancora essere fissato. Mansour ha spiegato che la domanda palestinese di adesione a pieno titolo risalente al 2011 è ancora pendente perché i Quindici non hanno mai preso una decisione formale: “L’intenzione è di sottoporla al voto del Consiglio di Sicurezza questo mese”, ha confermato il diplomatico palestinese. La richiesta deve essere approvata dal Consiglio – dove i membri permanenti Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna hanno diritto di veto –  e poi da almeno due terzi dei 193 membri dell’Assemblea Generale. Una commissione del Consiglio ha valutato per diverse settimane la richiesta palestinese nel 2011, ma non ha raggiunto una posizione unanime e l’organismo Onu non ha mai votato una risoluzione in tal senso. L’ambasciatrice maltese Frazier, durante la conferenza stampa ha spiegato il percorso delle procedure che avvengono, piuttosto complesse, dopo che una domanda viene ricevuta dal Consiglio. A chi ha chiesto perché il Consiglio si sarebbe occupato della richiesta palestinese, dato che sarà scontato in questa fase il veto degli USA, l’ambasciatrice Frazier ha risposto: “Non dovete farla a me questa domanda, ma a chi sta facendo la richiesta di occuparsene”.

Durante la conferenza stampa, all’Ambasciatrice è stato comunicato che il governo israeliano di Netanyahu aveva appena annunciato la decisione dell’espulsione da Israele dei giornalisti di Al-Jazeera, la tv internazionale all news di proprietà del Qatar. “La libertà di stampa è  fondamentale sempre e ovunque”, ha detto Frazier, che sembrava quasi non credere alla notizia per quanto fosse assurda come azione per una democrazia.

Poi, nel pomeriggio, dopo essere uscita dalla prima riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza, sempre dedicata alle crisi in Medio Oriente, Frazier nel rispondere alle domande dei giornalisti, ha saputo dal corrispondente di Al Jazeera della notizia appena giunta dell’uccisione di cinque operatori umanitari a Gaza, che lavoravano per la ong internazionale World Central Kitchen. L’ambasciatrice è apparsa molto colpita. Sicuramente per lei e la sua missione di diplomatici maltesi, sarà un mese molto duro, con difficili sfide da affrontare per il Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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