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Gaza: la risoluzione Onu non è “vincolante”? “Il Consiglio di Sicurezza non è Starbucks”

Per gli USA quella appena votata per il cessate il fuoco non è "binding". Abbiamo chiesto una reazione all'ambasciatore della Palestina Ryad Mansour

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 3 mins read

Durante la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU in cui è stata approvata lunedì mattina la risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza, grazie all’astensione degli Stati Uniti che non hanno imposto il loro potere di veto, ha fatto discutere l’intervento dell’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield. Infatti la capo missione degli USA alle Nazioni Unite nel suo discorso ha affermato che la risoluzione appena approvata non fosse “binding”, cioè non sarebbe stata vincolante. Ma le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non dovrebbero essere tutte, a differenza di quelle dell’Assemblea Generale, giuridicamente vincolanti?

The Security Council adopts Resolution 2728 (2024) demanding an immediate ceasefire for the month of Ramadan respected by all parties leading to a lasting sustainable ceasefire, and also demands the immediate and unconditional release of all hostages, as well as ensuring humanitarian access to address their medical and other humanitarian needs. The Resolution also emphasizes the urgent need to expand the flow of humanitarian assistance to and reinforce the protection of civilians in the entire Gaza Strip. The resolution was adopted with 14 votes in favour and 1 abstention (United States). (UN Photo/Loey Felipe)

Quando allo stake-out sono usciti gli ambasciatori dei dieci paesi non permanenti tutti apparentemente soddisfatti per l’approvazione della risoluzione cercata per sei mesi, gli è stata fatta la domanda: che intendevano dire gli americani con quel “not binding”? L’ambasciatore del Mozambico, Pedro Commissario Afonso, ha risposto che tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono “legalmente vincolanti”. Mentre lo diceva abbastanza convinto, l’ambasciatore della Corea Hwang Joonkook, si è avvicinato al microfono e ha invece detto: “Dato che la risoluzione non usava certi termini… e non rientrava sotto il Capitolo sette della Carta ONU – quello che autorizza anche all’uso della forza per far rispettare una risoluzione del Consiglio- , la risoluzione non è ‘legally binding’ anche se lo è moralmente”.

A questo punto l’ambasciatore del Mozambico, insieme al collega della Sierra Leone Michael Kanu e all’ambasciatrice di Malta Vanessa Frazier, hanno insistito: “Tutte le risoluzione del Consiglio di Sicurezza sono ‘binding’, sempre”.

Abbiamo continuato a cercare di capire chi fosse colpevole di allontanarsi dallo spirito della Carta ONU e chi invece ne restasse fedele. Quando un nostro collega della tv cinese lo ha chiesto all’Ambasciatore della Russia Vassily Nebenzia,  il diplomatico russo ha risposto: “Ovvio che sono legalmente vincolanti, quello degli americani è uno scherzo….”.

Quando è stato chiesto all’Ambasciatrice Barbara Woodward del Regno Unito, lei non ha risposto alla domanda, dicendo però che il suo governo si aspetta che la risoluzione sia implementata immediatamente.

Incontrando l’ambasciatore degli USA Robert Wood, numero due della Missione americana all’ONU, mentre era in una riunione con i suoi diplomatici al caffè del Palazzo di Vetro, gli abbiamo chiesto che cosa intendessero gli Stati Uniti nel sostenere che la risoluzione appena approvata non fosse “binding”. “Il nostro parere è che non rientra nel capitolo sette della Carta, quindi non è vincolante”.

Ambassador Riyad Mansour, Permanent Representative of the State of Palestine to the United Nations addresses the Security Council meeting on the situation in the Middle East, including the Palestinian question.
(UN Photo)

Subito dopo, ecco che troviamo nei corridoi del Palazzo di Vetro l’ambasciatore della Palestina Ryad Mansour, al quale chiediamo il suo parere sulla questione. Qui sotto la risposta data agli americani dal diplomatico palestinese (vedi anche il video in alto):

“Il Consiglio di Sicurezza non è Starbucks dove veniamo a prendere una tazza di caffè e facciamo due chiacchiere e torniamo a casa, ma è il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite al quale è affidata l’attività del mantenimento della pace e sicurezza internazionale secondo la Carta dell’ONU. La risoluzione è vincolante solo se rientra nel capitolo 7? Lo dice chi distorce la comprensione di quali siano state le intenzioni dei padri fondatori nel redigere e conoscere lo statuto delle Nazioni Unite. Quella loro (degli americani) è un’opinione, non è la legge. La legge è vincolante e dovrebbe essere implementata. Se non venisse implementata allora si usano gli strumenti a tua disposizione secondo le disposizioni della Carta Onu compreso il capitolo 7, che ti permette di imporre  sanzioni nei loro confronti e misure punitive per costringerli a conformarsi (agli ordini della risoluzione)  in modo da poter mantenere la pace internazionale e la sicurezza. Quindi la risoluzione per il mantenimento della pace internazionale e la sicurezza è vincolante per il Consiglio. Se non la rispetti allora hanno gli strumenti per costringerti a farlo attraverso il capitolo 7 prendendo misure punitive e sanzioni”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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