Al Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stata respinta una bozza di risoluzione degli Stati Uniti in cui si affermava che è “imperativo” avere “un cessate il fuoco immediato e prolungato per proteggere i civili da tutte le parti”, facilitare la consegna di aiuti “essenziali” e sostenere i colloqui in corso tra Israele e i militanti di Hamas per creare una fine sostenibile alle ostilità, legata al rilascio di tutti gli ostaggi. In 11 paesi hanno votato sì, ma c’è stato il no di Russia e Cina (che equivale al veto) più il voto negativo dell’Algeria e l’astensione della Guyana.
Dopo settimane di negoziati dietro le quinte tra i membri del Consiglio di Sicurezza a New York, la bozza degli Stati Uniti segnava un cambiamento di posizione rispetto all’ultima volta che i membri si sono incontrati il 20 febbraio, quando gli Stati Uniti hanno usato il loro veto per annullare una risoluzione algerina che richiedeva un cessate il fuoco immediato.
Ma la risoluzione degli Stati Uniti non chiedeva un cessate il fuoco immediato e prolungato, ma ne “determinava l’imperativo”. La Russia già prima del voto aveva fatto sapere che se non si fosse cambiata l’espressione “imperative”, non avrebbe votato la risoluzione. Per i russi, la risoluzione invece di imporre il cessate il fuoco a Israele, era un “esercizio di retorica” per dare la possibilità di continuare i combattimenti.

Ci sono altre due risoluzione per il “cessate il fuoco immediato” in preparazione, una presentata dai dieci paesi non permanenti (E-10) e una redatta dalla Francia. Quella degli E-10, secondo quanto trapelato, potrebbe essere votata già questo pomeriggio, con Cina e Russia e Francia che hanno dato già il loro ok, mentre UK dovrebbe astenersi mentre gli USA dovrebbero porre il veto. Il condizionale è d’obbligo perché ci potrebbero essere cambi nel testo dell’ultimo minuto.
Dopo il voto di venerdì mattina, l’ambasciatrice degli Stati Uniti Linda Thomas-Greenfield ha preso la parola e ha accusato la Russia di aver anteposto la politica al progresso “lanciando pietre quando vive in una casa di vetro”. Thomas-Greenfield ha detto che Russia e Cina non stanno facendo nulla di significativo per promuovere la pace e che gli Stati Uniti continueranno a lavorare per la pace insieme al Qatar e all’Egitto nei colloqui in corso.

L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia, prima del voto, ha preso la parola per affermare che gli Stati Uniti avevano promesso più volte un accordo per porre fine ai combattimenti, ma ora stanno cercando di “vendere un prodotto” al Consiglio usando la parola “imperativo” nella sua risoluzione. “Questo non basta” e il Consiglio deve “chiedere un cessate il fuoco”, ha detto Nebenzia, secondo il quale nel testo non c’era alcuna richiesta di cessate il fuoco, accusando la leadership americana di “fuorviare deliberatamente la comunità internazionale”. Secondo il diplomatico russo, la bozza “è solo un gioco per gli elettori americani, per gettare loro un osso” con un falso appello al cessate il fuoco. Se approverete questa risoluzione, ha concluso Nebenzia davanti agli altri 14 ambasciatori, “vi coprirete di disgrazia”. Poi ha detto che un progetto di risoluzione alternativa con un “documento equilibrato e apolitico” era stato già diffuso da alcuni altri membri del Consiglio.

L’ambasciatore cinese Zhang Jun, dopo il voto, ha affermato che l’azione più urgente che il Consiglio dovrebbe intraprendere è chiedere un cessate il fuoco immediato e incondizionato, in linea con i desideri dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e del Segretario generale delle Nazioni Unite, affermando che il Consiglio ha ritardato e perso troppo tempo. Al fine di salvaguardare la Carta delle Nazioni Unite e la “dignità” del Consiglio, insieme al punto di vista degli Stati arabi, la Cina ha quindi votato contro la bozza degli Stati Uniti. Zhang ha sottolineato un nuovo progetto di risoluzione dei 10 membri eletti del Consiglio che circola attualmente: “Questo progetto è chiaro sulla questione del cessate il fuoco ed è in linea con la corretta direzione dell’azione del Consiglio ed è di grande attualità. La Cina sostiene questa bozza”. Ha affermato che le critiche da parte del Regno Unito e degli Stati Uniti al veto cinese sono ipocrite e che, se fossero seri riguardo al cessate il fuoco, dovrebbero sostenere la nuova bozza.
Infatti parallelamente alla risoluzione americana, circolava da settimana quella dei E-10, i dieci paesi non permanenti eletti al Consiglio di Sicurezza. La risoluzione sarebbe stata “messa in blu” (cioè pronta per essere votata) soltanto ieri pomeriggio, e di solito devono passare 24 ore prima che possa essere portata al giudizio dei Quindici. Il voto si prevede stasera o sabato mattina.

The resolution made imperative an immediate and sustained ceasefire with an “urgent need to expand the flow of humanitarian assistance” to all civilians and lifting “all barriers” to delivering aid at scale to Gazans. The resolution received 11 votes in favour, three against and one abstention. The resolution was not adopted due to the veto by two of the Permanent Members of the Security Council (Russian Federation and People’s Republic of China).
A view of Council members voting in favour of the resolution. (UN Photo/Eskinder Debebe)
L’ambasciatore francese Nicholas de Rivière, nel suo intervento dopo il veto alla risoluzione USA di Cina e Russia, dopo aver motivato il suo voto a favore, ha chiesto il pieno rispetto del diritto internazionale e l’apertura dei valichi di frontiera per la spedizione degli aiuti. Ribadendo che la Francia resta contraria ad un’incursione israeliana a Rafah , de Riviere ha sottolineato l’urgente necessità di fornire ampi aiuti nell’enclave. Quindi, sottolineando l’importanza di realizzare una soluzione al conflitto basata sui due Stati, ha affermato che la Francia proporrà un’iniziativa al Consiglio in questo senso. (Nelle stesse ore c’è stata una dichiarazione di Emmanuel Macron in cui il presidente francese ha detto che la missione all’ONU della Francia stava preparando una risoluzione da mettere ai voti al più presto).
L’ambasciatrice del Regno Unito Barbara Woodward ha detto che la sua delegazione ha votato “sì”, perché la crisi devastante che stanno affrontando i palestinesi richiede aiuti immediati. La diplomatica britannica ha espresso disappunto nei confronti di Cina e Russia per aver posto il veto alla bozza americana, anche perché sarebbe stata la prima volta che il Consiglio si sarebbe pronunciato contro Hamas. Nel frattempo, il Regno Unito “farà tutto il possibile” per far arrivare a Gaza gli aiuti di cui ha disperatamente bisogno via terra, mare e aria.

L’ambasciatore algerino Amar Bendjama, nel motivare il “no” dell’Algeria alla risoluzione degli USA, ha detto che se il Consiglio avesse approvato la sua risoluzione di fine febbraio, migliaia di vite innocenti avrebbero potuto essere salvate. Il diplomatico algerino ha detto che da quando gli Stati Uniti hanno diffuso la loro bozza più di un mese fa, l’Algeria ha proposto modifiche ragionevoli per ottenere un “testo più equilibrato e accettabile”. Ha riconosciuto che alcune delle loro proposte erano state incluse, ma che “le preoccupazioni principali sono rimaste irrisolte”. L’Algeria ha sottolineato l’urgenza di un cessate il fuoco immediato per evitare ulteriori perdite di vite umane, ma purtroppo il testo presentato “non è stato all’altezza” e il suo paese ha quindi votato contro. Il mondo arabo e islamico ha bisogno del riconoscimento che Israele sarà ritenuto responsabile degli oltre 70 mila morti palestinesi, ha affermato Bendjama.
La Guyana si è astenuta perché la risoluzione non richiedeva un cessate il fuoco immediato, ha detto la sua ambasciatrice Carolyn Rodrigues-Birkett. Dato lo spaventoso bilancio di morti, feriti e distruzioni a Gaza “questo disastro provocato dall’uomo non può essere fermato senza un cessate il fuoco immediato, ed è responsabilità di questo Consiglio richiederlo inequivocabilmente, anche se riconosciamo gli sforzi del Qatar, dell’Egitto e degli Stati Uniti”. Rodrigues-Birkett ha detto che il cessate il fuoco non dovrebbe essere collegato alla presa di ostaggi: “I palestinesi non dovrebbero essere tenuti in ostaggio per i crimini degli altri”.

Israele, invitato a partecipare alla riunione, ha chiesto di parlare dopo il voto e con l’ambasciatore Gilad Erdan ha ringraziato gli Stati Uniti dicendo che la sua bozza di risoluzione avrebbe segnato la prima volta che un organismo delle Nazioni Unite condannava l’attacco di Hamas al suo paese; quindi la sua mancata adozione resterà “una macchia che non sarà mai dimenticata”. Il diplomatico israeliano ha detto che Hamas non può vincere militarmente, quindi usa gli abitanti di Gaza come scudi umani per massimizzare le vittime civili, così il Consiglio farà pressione su Israele affinché interrompa le sue operazioni militari, pubblicando anche statistiche e numeri falsi. “Ogni morte civile a Gaza è tragica, ma l’unico responsabile è Hamas”, ha ribadito Erdan. Per Israele la “diffamatoria carestia” a Gaza è solo “propaganda di Hamas”, e Erdan ha sostenuto che secondo il suo governo, 341.000 tonnellate di aiuti umanitari in centinaia di camion sono entrati nell’enclave. Quindi l’abasciatore israeliano ha ribadito che l’unico modo per raggiungere un cessate il fuoco è demolire tutti i battaglioni di Hamas, e “la strada per un cessate il fuoco passa attraverso Rafah”. Poi Erdan ha anche aggiunto che la guerra si estende ben oltre la battaglia contro Hamas, perché l’Iran resta determinato a cancellare Israele dalla mappa geografica.
Alla fine della riunione, i rappresentanti del Gruppo Arabo all’ONU, si sono recati allo stake-out davanti al Consiglio di Sicurezza (vedi video sopra) e davanti ai giornalisti hanno affermato di appoggiare le parole pronunciate prima in Aula dall’Ambasciatore dell’Algeria. Riyad Mansour, osservatore permanente della Palestina, ha affermato che il Gruppo è unito e condanna con la massima fermezza “questo genocidio inflitto al popolo palestinese nella Striscia di Gaza”. Mansour si è anche augurato che la risoluzione degli E-10 venga presentata nelle prossime ore e che possa essere approvata.
AGGIORNAMENTO: Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha rinviato a lunedì il voto, originariamente previsto per sabato, su una nuova risoluzione preparata da alcuni membri non permanenti dell’organismo che chiede un “immediato cessate il fuoco umanitario” nella Striscia di Gaza. Lo si apprende da fonti diplomatiche. La decisione è stata presa per consentire ulteriori discussioni sulla bozza di risoluzione.