Gli operatori umanitari delle Nazioni Unite hanno avvertito che i nuovi dati sull’insicurezza alimentare a Gaza indicano che la carestia potrebbe verificarsi “in qualsiasi momento”.
“Si prevede che la carestia si verificherà da qui a maggio 2024 nei governatorati settentrionali”, ha affermato l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), dopo la pubblicazione di un nuovo rapporto sulla classificazione integrata delle fasi di sicurezza alimentare (IPC) su Gaza.
Lo stesso Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, è andato lunedì mattina allo stake-out del Consiglio di Sicurezza, per avvertire i giornalisti della gravità del rapporto sulla imminente carestia a Gaza, parlando con tono sommesso e senza rispondere, prima di intervenire alla riunione sul pericolo nucleare che si sta tenendo in queste ore al Consiglio di Sicurezza: “Questo è il numero più alto di persone che affrontano una fame catastrofica mai registrato dal sistema di classificazione integrata della sicurezza alimentare, ovunque e in qualsiasi momento” ha detto Guterres, avvertendo che “si tratta di un disastro interamente causato dall’uomo e il rapporto chiarisce che può essere fermato”. Il Segretario Generale ha ribadito che “il rapporto di oggi è la prova della necessità di un cessate il fuoco umanitario immediato. Invito le autorità israeliane a garantire un accesso completo e illimitato ai beni umanitari in tutta Gaza e alla comunità internazionale a sostenere pienamente i nostri sforzi umanitari”. Quindi ha concluso: “Dobbiamo agire ora per prevenire l’impensabile, l’inaccettabile e l’ingiustificabile”.
Le previsioni IPC vengono compilate a partire da valutazioni sul campo che gli operatori umanitari poi utilizzano per rispondere alle persone più a rischio. I dati indicano che “l’intera popolazione” di Gaza – circa 2,3 milioni di persone – sta soffrendo livelli elevati di insicurezza alimentare “acuta”. Ciò include 1,11 milioni di persone che soffrono di insicurezza alimentare “catastrofica” – Fase 5 dell’IPC.

Rispetto all’ultima analisi dell’IPC di dicembre, la grave insicurezza alimentare nella Striscia di Gaza si è “approfondita e ampliata”, ha osservato la FAO, con il 79% in più di abitanti di Gaza che probabilmente “scivoleranno verso livelli catastrofici di fame” da metà febbraio a metà marzo e il 92% in più si aspetta che ciò accada da qui a luglio.
“Se non verranno presi provvedimenti per cessare le ostilità e garantire un maggiore accesso umanitario, la carestia è imminente”, ha affermato il Vice Direttore Generale della FAO Beth Bechdol. “Potrebbe già accadere. È necessario un accesso immediato per facilitare la fornitura di assistenza urgente e critica su vasta scala”.
🔴Famine is imminent in #Gaza; new @theIPCinfo data exposes grim reality. Half of the population suffers from catastrophic levels of food insecurity. @FAO urges immediate access to deliver urgent and critical assistance at scale.https://t.co/tJDbmpGfyE
— FAO Newsroom (@FAOnews) March 18, 2024
Il rapporto dell’IPC rileva che praticamente tutte le famiglie ormai saltano i pasti ogni giorno a Gaza. Gli adulti hanno ridotto i pasti affinché i bambini possano mangiare. “Nei governatorati settentrionali, in quasi due terzi delle famiglie, le persone sono rimaste intere giornate e notti senza mangiare almeno 10 volte negli ultimi 30 giorni”, ha affermato la FAO, aggiungendo che nei governatorati settentrionali, un bambino su tre sotto la soglia di povertà all’età di due anni è gravemente malnutrito.
Nel mezzo dell’intenso bombardamento israeliano di Gaza, la FAO ha osservato che le ostilità avevano interrotto le forniture di acqua, cibo e carburante. Tutti i settori legati all’alimentazione sono “crollati”, ha continuato l’agenzia delle Nazioni Unite, compresa la produzione di ortaggi, la produzione di bestiame, la pesca e l’acquacoltura.
Circa il 60-70% del bestiame da carne e da latte a Gaza è stato ucciso o macellato prematuramente per soddisfare le terribili esigenze alimentari derivanti dal conflitto.
Per aiutare gli abitanti di Gaza, la FAO si è mobilitata per fornire forniture agricole essenziali nella Striscia “non appena le condizioni lo consentiranno”. L’Organizzazione ha affermato che la sua priorità iniziale era spostare mangimi per animali, comprese 1.500 tonnellate di orzo, “attraverso uno o due dei restanti valichi di frontiera aperti dove avviene la distribuzione del cibo”.
Questa consegna di orzo “dovrebbe essere sufficiente a fornire latte a tutti i bambini sotto i 10 anni di età a Gaza”, ha affermato la FAO, sottolineando che fornirebbe circa il 20% delle calorie raccomandate per i bambini. Secondo l’autorità sanitaria di Gaza, dallo scoppio delle ostilità sono state uccise nella Striscia 31.726 persone e 73.792 sono ferite.