Si è aperta lunedì al Palazzo di Vetro dell’ONU, con l’adozione dell’ordine del giorno e la presentazione dei documenti ufficiali, la riunione della Commissione sulla condizione femminile nel mondo, il più grande incontro annuale delle Nazioni Unite dedicato all’uguaglianza di genere e all’emancipazione femminile. Il tema quest’anno è “Accelerare il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze affrontando la povertà e rafforzando le istituzioni e le finanziamenti sensibili alla dimensione di genere”. Vi prendono parte governi, organizzazioni della società civile, esperti e attivisti.
Intervenendo all’apertura della 68esima Commissione sulla condizione delle donne (CSW68), il Segretario generale António Guterres ha sottolineato l’impatto sproporzionato delle guerre sulle donne.
“Nelle zone di conflitto di tutto il mondo, le donne e le ragazze soffrono maggiormente a causa delle guerre intraprese dagli uomini”, ha affermato. Guterres ha sottolineato la spaventosa situazione a Gaza, dove oltre due terzi delle persone uccise e ferite durante l’offensiva israeliana sono donne e ragazze. Ha anche notato testimonianze scioccanti di violenza sessuale contro donne palestinesi in centri di detenzione, irruzioni nelle case e posti di blocco nei territori palestinesi occupati. In Israele, ha aggiunto, il rapporto della scorsa settimana pubblicato dalla rappresentante speciale delle Nazioni Unite Pramila Patten evidenzia orribili violenze sessuali contro donne e ragazze e indizi di tortura sessualizzata durante gli attacchi terroristici lanciati da Hamas e altri gruppi armati il 7 ottobre.

“The facts are clear: Women lead to peace,” said the Secretary-General, and continued: “Discrimination against women goes back millennia. We don’t want to bring it back. We want to turn it back,” and concluded: “The Commission on the Status of Women is a catalyst for the transformation we need. In this difficult and divisive time, let’s work together to end poverty in all its forms. Let’s do it by investing in women and girls, betting on women and girls, and advocating for peace and the dignity of women and girls everywhere.” (UN Photo/Manuel Elías)
Guterres ha anche espresso preoccupazione per la situazione affrontata dalle donne in altri paesi, tra cui Afghanistan e Sudan. “In Afghanistan, i talebani hanno emanato più di 50 editti che sopprimono i diritti delle donne e delle ragazze. In Sudan, decine di donne sarebbero state vittime di stupro e altre forme di violenza sessuale nel conflitto in corso”, ha affermato.
Il Segretario generale Guterres ha sottolineato che, nonostante sia evidente che la piena partecipazione delle donne renda la costruzione della pace molto più efficace, il numero di donne nei ruoli decisionali sta diminuendo. “I fatti sono chiari: le donne portano la pace”, ha affermato, chiedendo maggiori finanziamenti e nuove politiche per aumentare la partecipazione delle donne e gli investimenti nelle donne costruttrici di pace.

Il capo delle Nazioni Unite ha inoltre sottolineato il crescente divario digitale di genere, sottolineando la predominanza degli uomini nelle tecnologie digitali, in particolare nell’intelligenza artificiale. Ha avvertito che gli algoritmi dominati dagli uomini potrebbero perpetuare le disuguaglianze in vari aspetti della vita, sottolineando che i bisogni, i corpi e i diritti fondamentali delle donne sono spesso trascurati nella progettazione dei sistemi da parte di leader e tecnologi uomini. “È tempo che i governi, la società civile e le Silicon Valley del mondo si uniscano in uno sforzo massiccio per colmare il divario digitale di genere e garantire alle donne un ruolo decisionale nella tecnologia digitale a tutti i livelli”.
Guterres ha inoltre richiamato l’attenzione sull’urgente necessità che le donne ricoprano ruoli di leadership, in particolare nelle istituzioni finanziarie. Ha sottolineato la forte disparità di genere nella finanza, con oltre otto ministri delle finanze su dieci e più di nove governatori delle banche centrali su dieci sono uomini.
Il Segretario Generale ha sottolineato che lo smantellamento delle barriere strutturali è fondamentale per raggiungere la parità di genere nei ruoli di leadership. “Le istituzioni finanziarie a maggioranza maschile devono smantellare le barriere strutturali che impediscono alle donne di ricoprire ruoli di leadership”, ha affermato.
Tracciando un parallelo con il successo delle Nazioni Unite nel raggiungimento della piena parità di genere tra il senior management e i leader di tutto il mondo, ha esortato i governi, le banche e le imprese a replicare questi sforzi, sottolineando che il cambiamento non avviene per caso.
Secondo l’Onu l’uguaglianza di genere è in un momento critico: il 10,3% delle donne in tutto il mondo vive in condizioni di povertà estrema ed è più povero degli uomini vivendo con meno di 2,15 dollari al giorno. Agli attuali tassi di progresso, entro il 2030 fino a 342 milioni di donne (8%) vivranno ancora in condizioni di povertà estrema. Secondo i dati di 48 economie in via di sviluppo, ogni anno sono necessari ulteriori 360 miliardi di dollari per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne.
Dunque, secondo l’Onu, se i governi dessero priorità all’accesso all’istruzione, ai servizi di pianificazione familiare, a salari equi e uguali e a maggiori prestazioni sociali, più di 100 milioni di donne e ragazze potrebbero uscire dalla povertà ed entro il 2035 potrebbero essere creati quasi 300 milioni di posti di lavoro. Ridurre le disparità di genere nell’occupazione potrebbe aumentare il prodotto interno lordo (PIL) pro capite del 20% in tutte le regioni del mondo.
La riunione della Commissione Onu, che si concluderà il 22 marzo, prosegue a New York con incontri, dibattiti ed eventi collaterali. Il 15 marzo prevede il forum della gioventù organizzato presso il Segretariato delle Nazioni Unite a New York nel corso del quale i giovani partecipanti possono interagire con i rappresentanti politici formulare le loro idee e proporre le loro priorità.