In Sudan la guerra tra forze armate rivali, le Forze Armate Sudanesi (SAF) e le Forze di Supporto Rapido (RSF), giunto al suo undicesimo mese, non solo ha causato migliaia di vittime, ma ha creato una massiccia crisi di sfollamenti interni. Più di sei milioni stanno cercando rifugio in Sudan e 1,7 milioni sono stati costretti a fuggire nei paesi vicini.
Giovedì al Consiglio di Sicurezza il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto un cessate il fuoco immediato in Sudan e un accesso umanitario senza ostacoli mentre il paese vacilla sull’orlo di un’ulteriore disintegrazione.
Parlando ai Quindici ambasciatori, il segretario generale dell’Onu ha lanciato un appello a tutte le parti in Sudan affinché rispettino il cessate il fuoco per il Ramadan: ”Chiedo a tutte le parti in Sudan di onorare i valori del Ramadan onorando la cessazione delle ostilità durante il Ramadan”.
“Questa cessazione delle ostilità deve portare al silenzio definitivo delle armi in tutto il Paese e avviare un percorso deciso verso una pace duratura per il popolo sudanese”, ha aggiunto Guterres, sottolineando che “i valori del Ramadan devono prevalere”.
L’appello del capo delle Nazioni Unite è arrivato mentre la crisi umanitaria in Sudan raggiunge proporzioni colossali, con oltre la metà della popolazione, ovvero 25 milioni di persone, che necessitano di assistenza salvavita. Il conflitto ha anche spinto 18 milioni di persone verso una grave insicurezza alimentare, il numero più alto mai registrato durante la stagione del raccolto.
“Le Nazioni Unite e i nostri partner umanitari stanno facendo tutto il possibile per arginare questa sofferenza. Ma stiamo affrontando grandi sfide mentre cerchiamo di raggiungere milioni di persone bisognose”, ha affermato Guterres.
Accogliendo con favore le recenti decisioni delle autorità sudanesi di facilitare l’accesso umanitario, Guterres ha però sottolineato la necessità di aumentare sforzi sostenuti, anche per affrontare l’insicurezza alimentare cronica nelle aree difficili da raggiungere.
Invitando i combattenti a consentire un accesso umanitario immediato e completo alle popolazioni vulnerabili, utilizzando tutte le rotte disponibili, il capo delle Nazioni Unite ha anche esortato la comunità internazionale a sostenere il Piano di risposta umanitaria del Sudan del 2024, ancora sottofinanziato. “Sono in gioco innumerevoli vite e il tempo è essenziale”, ha sottolineato.
Passando alla crescente crisi dei diritti umani, il Segretario generale ha espresso allarme per gli attacchi indiscriminati, i saccheggi, gli arresti arbitrari, le sparizioni forzate, la tortura e il reclutamento e la detenzione di bambini. Le segnalazioni di violenze sessuali sistematiche legate al conflitto, compresi stupri e la tratta di esseri umani, si sono aggiunte alle crescenti preoccupazioni.
“Invito le parti a rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario, a proteggere i civili e a facilitare un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli, come si sono impegnati a fare”, ha affermato Guterres.
Guterres ha espresso gratitudine al personale della Missione integrata di assistenza alla transizione delle Nazioni Unite in Sudan (UNITAMS) per il loro servizio svolto e ha chiesto sforzi collettivi per sostenere il percorso del Sudan verso una pace sostenibile. In conformità con la risoluzione 2715 del Consiglio di Sicurezza, l’UNITAMS ha formalmente cessato le operazioni il 29 febbraio.
“Non risparmiamo alcuno sforzo per sostenere il popolo del Sudan nelle sue legittime aspirazioni per un futuro pacifico e sicuro”, ha quindi concluso Guterres.
AGGIORNAMENTO 8 MARZO:
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato venerdì una risoluzione che chiede un cessate il fuoco in Sudan durante il Ramadan che inizia la prossima settimana. Il documento «invita tutte le parti ad un’immediata cessazione delle ostilità prima del mese del Ramadan», e a consentire «un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli, anche attraverso i confini e attraverso la prima linea». Il testo ha ottenuto 14 voti a favore e un astenuto, la Russia.