A Georgetown, in Guyana, si sta svolgendo il 46/o vertice dei capi di Stato e di governo della Comunità dei Caraibi (Caricom), a cui partecipano i leader dei 20 Paesi dell’area che discuteranno fino al 2 marzo temi economici e sociali regionali, e almeno due questioni rilevanti di politica internazionale: le tensioni fra Venezuela e Guyana per l’Esequibo, e la lunga crisi di Haiti.
La giornata di lunedì è stata particolarmente intensa sulla questione haitiana, con l’arrivo del sottosegretario di Stato Usa Brian Nichols che ha ritwittato la notizia di un incontro, a margine del vertice Caricom, fra il primo ministro haitiano, Ariel Henry, e l’ambasciatrice statunitense all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. Quest’ultima, ha sottolineato di avere avuto “una importante discussione” con il premier “sull’urgenza di identificare un cammino credibile e inclusivo per restaurare l’ordine democratico attraverso elezioni”.
Da tempo Haiti non ha potuto più convocare la popolazione al voto, per cui tutte le istituzioni elettive sono scadute, non si sono rinnovate e si mantengono con soluzioni artificiose incostituzionali. Gli Stati Uniti, ha concluso Thomas-Greenfield, “sono impegnati a lavorare con i nostri partner per rafforzare la sicurezza e la stabilità ad Haiti attraverso il sostegno alla Missione multinazionale di assistenza alla sicurezza (Mmas)” che, a guida del Kenya, dovrà essere dispiegata prossimamente in territorio haitiano per permettere alla polizia nazionale di contrastare efficacemente la criminalità.
Important discussion with Haitian Prime Minister Ariel Henry on the urgency of identifying a credible and inclusive path to restore democratic order through elections.
The U.S. is committed to working with our partners to bolster security and stability in Haiti through our… https://t.co/EAoJ7gAtZu
— Ambassador Linda Thomas-Greenfield (@USAmbUN) February 26, 2024
I preparativi per l’arrivo ad Haiti della Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza (Mmas), approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU in ottobre, avanzano e per questo il primo ministro haitiano Ariel Henry, ha annunciato un viaggio a metà settimana in Kenya, Paese che ha offerto la sua disponibilità a guidare il progetto sul terreno. Dopo varie difficoltà sorte negli ultimi mesi, – soprattutto di ordine costituzionale in Kenya – la settimana scorsa un gruppo di una decina di Paesi ha assunto, a margine del G20 dei ministri degli Esteri di Rio, impegni per 120 milioni di dollari, che si aggiungono ai 200 milioni promessi precedentemente dagli Stati Uniti.
Il viaggio di Henry nel Paese africano, riferisce il quotidiano Le Nouvelliste, avrà come obiettivo la firma di un accordo di reciprocità Haiti-Kenya, richiesto dalla Corte costituzionale per autorizzare il governo a inviare a Port au Prince un contingente di un migliaio di uomini nell’ambito della Mmas. Prima di recarsi a Nairobi, il premier haitiano rimarrà fino al 28 febbraio in Guyana. All’ordine del giorno di questo vertice vi sarà il contributo della Caricom alla realizzazione, in risorse finanziarie, uomini e mezzi, della missione di sicurezza ad Haiti.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken, la scorsa settimana, al margine del G20 dei ministri degli Esteri a Rio de Janeiro, aveva presieduto una riunione per fare il punto sulla costituzione di una Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza (Mmas) di Haiti, da lui definita “una dimostrazione dell’incrollabile sostegno della comunità internazionale alla popolazione haitiana”. Al termine dell’incontro, Blinken aveva indicato che i partecipanti si erano impegnati a fornire altri 120 milioni di dollari per il lancio della Mmas, che si aggiungono ai 200 milioni promessi recentemente da Washington.
Il progetto della Missione multinazionale, che dovrà sostenere la polizia locale nel contrasto delle violenze dilaganti, è stato approvato il 2 ottobre 2023 dal Consiglio di sicurezza dell’Onu con una durata iniziale di 12 mesi. Successivamente il Kenya ha posto la sua candidatura per guidare l’iniziativa, con un contributo di 1.000 uomini sui 2.500 che dovranno integrarla.
Intanto sei Fratelli del Sacro Cuore sono stati rapiti questo week end ad Haiti mentre si recavano alla missione dell’École Jean XXIII Con loro è stato rapito anche un insegnante. “Una violenza assurda e ingiustificata”: così in una nota la congregazione che ha sospeso tutte le attività della scuola fino a nuovo ordine. È l’ennesimo episodio di violenza che si registra nell’isola, uno dei Paesi più poveri dell’America latina. È stato rapito anche un sacerdote che aveva appena celebrato la messa nella cappella di Nostra Signora di Fatima, nella capitale Port-au-Prince.