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L’appello di Lazzarini: “UNRWA al punto di rottura”. Guterres spera in Colonna

L'agenzia ONU per i palestinesi in crisi non solo a Gaza dopo le accuse israeliane di collusioni con Hamas. L'ex ministra francese spiega il suo incarico

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
L’appello di Lazzarini: “UNRWA al punto di rottura”. Guterres spera in Colonna

Secretary-General António Guterres (right) meets with Catherine Colonna, Chair of the Independent Review Group on the United Nations Relief and Works Agency. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Time: 5 mins read

L’UNRWA, la più antica agenzia dell’ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi, accusata da Israele di avere tra i suoi impiegati militanti di Hamas, si ritrova ormai “ad un punto di rottura”. Lo ha scritto il suo capo Philippe Lazzarini in una lettera al presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “È con profondo rammarico che devo informarvi oggi che l’agenzia ha raggiunto un punto di rottura, con i ripetuti appelli di Israele al suo smantellamento e al congelamento dei finanziamenti dei donatori di fronte ai bisogni umanitari senza precedenti a Gaza”, ha affermato nella missiva, pubblicata su X. Infatti l’UNRWA ha gravissimi problemi di budget: ben 16 paesi, inclusi gli USA e l’Italia, hanno sospeso i fondi per un totale di 450 milioni di dollari. Significa che senza nuovi finanziamenti le operazioni dell’UNRWA in tutto il Medio Oriente saranno gravemente compromesse a partire da marzo.

In just over four months in #Gaza, there have been more #children, more journalists, more medical personnel, and more @UN staff killed than anywhere in the world during a conflict.

It is with profound regret that I must now inform you that @UNRWA has reached a breaking point,… pic.twitter.com/JbQVk72avu

— Philippe Lazzarini (@UNLazzarini) February 22, 2024

“In poco più di quattro mesi a Gaza sono stati uccisi più bambini, più giornalisti, più personale medico e più personale delle Nazioni Unite che in qualsiasi altra parte del mondo durante un conflitto”, scrive Lazzarini, notando che più di 150 sedi dell’UNRWA sono state colpite dai bombardamenti, uccidendo oltre 390 persone e ferendone 1.300. “Secondo gli esperti dell’ONU la carestia è imminente”, ha ricordato Lazzarini.

Dopo le accuse d’Israele contro 12 membri dello staff dell’UNRWA nel terribile attacco terroristico del 7 ottobre, Lazzarini ha anche ricordato di aver immediatamente licenziato gli accusati, tuttavia, “ad oggi, nessuna prova è stata condivisa da Israele con l’UNRWA”. Lazzarini ha affermato che nelle ultime settimane c’è stato “uno sforzo concertato da parte di alcuni funzionari israeliani per confondere ingannevolmente l’UNRWA con Hamas, per interrompere le operazioni dell’UNRWA e per chiedere lo smantellamento dell’agenzia”. Ha affermato che queste operazioni hanno creato rischi per la sicurezza del personale, ostacolato il suo mandato di servire i civili palestinesi e reso impossibile il funzionamento senza il consenso dello Stato ospitante. “Temo che siamo sull’orlo di un disastro colossale con gravi implicazioni per la pace, la sicurezza e i diritti umani nella regione”, ha aggiunto Lazzarini che ha affermato che l’Assemblea Generale “ora deve affrontare una decisione fondamentale”. O lasciare che l’UNRWA venga spazzata via senza consultazione politica e accordo da parte dei palestinesi, oppure scegliere di fare di un momento di crisi un “catalizzatore di pace”. “In tal caso esorto l’Assemblea Generale a fornire il sostegno politico necessario per sostenere l’UNRWA”, o a creare un percorso affinché l’UNRWA “transisca immediatamente verso una soluzione politica attesa da tempo che possa portare la pace a palestinesi e israeliani”. Se i membri dell’Assemblea Generale scegliessero di sostenere l’agenzia, ha chiesto un cambiamento nella sua struttura di finanziamento che porrebbe fine alla dipendenza dai contributi volontari “che la rendono vulnerabile a considerazioni politiche più ampie”.

Intanto anche l’intelligence Usa sarebbe scettica sulle più recenti accuse di Israele all’UNRWA. Secondo una informazione ricevuta dal Wall Street Journal, i servizi degli Stati Uniti ritengono probabile che alcuni membri dell’UNRWA abbiano preso parte all’attacco del 7 ottobre, ma non sono in grado di confermare le stime secondo cui addirittura il dieci per cento circa dei dipendenti dell’agenzia avrebbe legami con il gruppo militante di Hamas, mentre un numero più piccolo apparterrebbero alla Jihad Islamica Palestinese. L’UNRWA impiega 12 mila persone soltanto nella striscia di Gaza.

Secondo la stampa israeliana, otto dipendenti dell’UNRWA sarebbero già stati arrestati nei giorni scorsi dalle IDF per i loro presunti legami con Hamas. Gli otto sono stati fermati sulla base di “prove circostanziali” durante i combattimenti in corso nell’enclave e sono stati trasferiti in Israele per ulteriori indagini. Secondo le accuse israeliane sarebbero stati 12 i dipendenti dell’UNRWA coinvolti negli attacchi terroristici guidati da Hamas lo scorso 7 ottobre.

Il Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, ha nominato un gruppo speciale di indagine sull’UNRWA (parallelo al già esistente dipartimento dell’ONU che si occupa di indagare e verificare le accuse israeliane).

Giovedì al Palazzo di Vetro, Catherine Colonna, l’ex ministra degli esteri francese messa a capo da Guterres di questo gruppo di  ricercatori, dopo un colloquio con il Segretario Generale, ha detto ai giornalisti (vedi video sopra) che alcuni del suo gruppo sono stati già inviati in Medio Oriente e sono state emesse richieste per incontrare funzionari israeliani. Il gruppo guidato da Colonna, mira ora ad incontrare anche funzionari dell’Autorità palestinese e potrebbe richiedere una visita a Gaza, ha affermato l’ex ministra francese.

“Il mio obiettivo è fornire un rapporto rigoroso e basato su prove… e fare del nostro meglio per aiutare l’UNRWA a rispettare il mandato conferitole dall’Assemblea generale”, ha affermato Colonna.

Il gruppo ha iniziato i suoi lavori il 13 febbraio e prevede di avere un rapporto provvisorio entro la fine di marzo, ha affermato Colonna, sottolineando che il suo ruolo include chiarire il processo in atto presso l’agenzia delle Nazioni Unite per garantirne la neutralità e come viene implementato. “Ma noi non ci occuperemo delle indagini sulle specifiche accuse israeliane sul 7 ottobre” ha detto Colonna, dicendo che non ha scambiato informazioni a riguardo con Israele.

Dorothee Klaus, direttrice dell’Unrwa in Libano, ha detto che “non esiste un piano B” per l’agenzia, se restano interrotti i finanziamenti della comunità internazionale. “Ci auguriamo che il maggior numero possibile di donatori dica all’agenzia che stanno riconsiderando il congelamento dei finanziamenti e che i finanziamenti verranno ripristinati all’agenzia, si spera in modo tale da non avere problemi di flusso di cassa e che i servizi continuino in modo ininterrotto”, ha dichiarato Klaus. L’ufficio dell’UNRWA a Beirut potrebbe non riuscire a finanziare la distribuzione trimestrale di contanti al 65 per cento dei rifugiati palestinesi che vivono in Libano.

Schools in Gaza run by UNRWA are sheltering people displaced by the conflict. (Photo UNICEF/Eyad al-Baba)

Operativa dal 1949, l’UNRWA ora serve quasi sei milioni di rifugiati palestinesi in Cisgiordania, Libano, Giordania, Siria e nella Gaza assediata, dove molti palestinesi dipendono urgentemente dall’agenzia per ricevere assistenza nel contesto della continua offensiva militare di Israele in risposta agli attacchi di ottobre. La guerra in corso a Gaza ha ucciso quasi 30.000 palestinesi, ha provocato più di un milione di sfollati e ha limitato l’ingresso degli aiuti umanitari nell’enclave, che ora affronta anche una grave fame, secondo un appello congiunto dei capi delle agenzie delle Nazioni Unite diffuso giovedì mattina.

 

 

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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