Si sta svolgendo a Doha, in Qatar, un nuovo vertice internazionale per l’Afghanistan con gli inviati speciali regionali e nazionali (tra cui questa volta anche un rappresentante dell’Italia), ma ancora una volta alla conferenza voluta dal Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres mancavano esponenti del regime dei talebani.
Durante una conferenza stampa, alla domanda di un corrispondente sull’assenza delle autorità de facto di Kabul, il capo delle Nazioni Unite ha confessato che il gruppo presentava una serie di requisiti per la sua partecipazione “che non erano accettabili”. “Queste condizioni ci negano innanzitutto il diritto di parlare con altri rappresentanti della società afghana e richiedono un trattamento che, direi, sarebbe in larga misura simile al riconoscimento”.
Su un’altra questione, Guterres ha affermato che l’incontro è stato molto utile e che le discussioni erano “assolutamente necessarie”.
“Ovviamente sarebbe meglio se avessimo l’opportunità anche dopo l’incontro di discutere le nostre conclusioni con le autorità di fatto. Non è successo oggi; accadrà nel prossimo futuro”. Guterres ha sottolineato l’urgente necessità di porre fine alle restrizioni imposte dai talebani alle donne e alle ragazze in Afghanistan.
Il Segretario Generale, parlando ai giornalisti, ha affermato che c’è consenso tra i delegati su ciò che deve accadere, nonostante l’ennesima assenza dei talebani. “Vogliamo un Afghanistan in pace, in pace con se stesso e in pace con i suoi vicini e in grado di assumere gli impegni e gli obblighi internazionali di uno Stato sovrano… in relazione alla comunità internazionale, ai suoi vicini e ai diritti delle sue stesse popolazioni ,” ha detto Guterres.
C’è stato consenso anche sul processo per raggiungere questo obiettivo, ha aggiunto, rilevando le proposte delineate in una revisione indipendente su un approccio integrato e coerente condotta da Feridun Sinirlioğlu, coordinatore speciale indicato da Guterres, in linea con la risoluzione 2679 del Consiglio di Sicurezza.
Il report di Sinirlioğlu ha coperto tutte le principali aree di preoccupazione, ha spiegato il Segretario Generale, compresa la garanzia che l’Afghanistan non diventi un “focolaio” di attività terroristiche e che disponga di istituzioni inclusive in cui tutti i suoi diversi gruppi si sentano rappresentati veramente.
Dall’analisi emerge l’importanza di difendere i diritti umani, in particolare delle donne e delle ragazze, e di riconoscere i progressi compiuti nella lotta alla produzione e al traffico di droga. Il capo delle Nazioni Unite ha inoltre sottolineato la necessità di un’efficace assistenza umanitaria al Paese, nonché le questioni a lungo termine sul futuro sviluppo dell’Afghanistan. Guterres ha inoltre messo in risalto la cooperazione in corso con i Paesi vicini, come lo sviluppo del commercio e delle infrastrutture o gli accordi bilaterali sulla lotta al traffico illecito di droga.
Tuttavia, ci sono una serie di domande chiave “nelle quali siamo bloccati”, ha ammesso Guterres. “Da un lato, l’Afghanistan rimane con un governo che non è riconosciuto a livello internazionale e per molti aspetti non integrato nelle istituzioni globali e nell’economia globale”. D’altro canto, esiste una percezione comune a livello internazionale di un deterioramento dei diritti umani, in particolare per le donne e le ragazze. “In un certo senso ci troviamo in una situazione di empasse“, ha affermato, sottolineando la necessità di superare questo stallo e produrre una road map comune che affronti contemporaneamente le preoccupazioni internazionali e quelle delle autorità talebane.