Il Gup di Roma ha disposto “il non luogo a procedere” per Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza, i due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell’Onu, coinvolti nell’indagine della Procura legata alla morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo il 22 febbraio 2022. Così come evidenziato dalla Farnesina, per i due imputati, accusati di omicidio colposo, esiste l’immunità diplomatica, che è stata il fattore determinante nella decisione del giudice. Il Gap ha riconosciuto il difetto di giurisdizione.
La Procura di Roma ha reagito comunicando che farà ricorso davanti alla Corte d’Appello per impugnare la decisione del Gup. I pm, in base a quanto si apprende, percorreranno tutte le strade che l’ordinamento penale prevede per garantire ai due cittadini italiani uccisi e alle loro famiglie la tutela dei loro diritti.
Il padre dell’ambasciatore morto in Congo, Salvatore Attanasio, ha reagito alla sentenza del giudice con fervore: “Noi non ci fermeremo. Non ci faremo intimidire da nessuno. Questa storia non può cadere nell’oblio”. Prendendo anche spunto dal caso di Ilaria Salis (la cittadina italiana detenuta in Ungheria), Attanasio ha dichiarato che la vicenda dimostra che “lo Stato è forte con i deboli e debole con i forti”. “Per i genitori è sempre una tragedia. Non commento fatti che non conosco ma detto questo, uno Stato con la S maiuscola potrebbe fare di più”, ha concluso il pader dell’ambasciatore ucciso.
Intanto il 20 febbraio sarà online su RaiPlay Sound il podcast L’ambasciatore straordinario – Storia di Luca Attanasio, scritto e realizzato da Antonella Palmieri con i contributi fra gli altri della vedova di Luca, Zakia Seddiki, e dei genitori. E “il 25 febbraio – ha aggiunto il capofamiglia Attanasio – andrà in onda il documentario Rai realizzato in Congo, Broken Dream, che aiuterà a capire chi era Luca. Non si soffermerà sull’omicidio”.